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Lev Yashin, portiere Pallone d'Oro che la cortina di ferro ci impedì di ammirare in Occidente

Lev Yashin, portiere Pallone d'Oro che la cortina di ferro ci impedì di ammirare in Occidente
domenica 22 ottobre 2023, 05:00Nato Oggi...
di Alessio Del Lungo

Lev Yashin nel 2023 è ancora l'unico portiere che è stato in grado di vincere il Pallone d'Oro. Una peculiarità che basterebbe per far capire agli appassionati di calcio tutto il suo talento e l'elevato livello delle sue qualità, ma è la sua carriera a parlare per lui. Il miglior estremo difensore della storia di questo sport, o quantomeno uno dei migliori, fu presto soprannominato Ragno Nero e Pantera Nera per l'uniforme scura che indossava abitualmente. La prima stagione tra i grandi risale al 1941 con la maglia della Dinamo Mosca, club che non lasciò fino al 1971, anno del ritiro: in 812 incontri ufficiali mantenne la porta inviolata in almeno 207 occasioni, anche se per altre fonti furono 270, e vinse 5 campionati sovietici oltre a 3 Coppe dell'URSS. Un rimpianto è sicuramente quello di non averlo visto giocare in squadre occidentali dal grande blasone a causa della cortina di ferro, che divise l'Europa in due zone separate d'influenza politica dalla fine della seconda guerra mondiale alla fine della guerra fredda.

Yashin non fu un portiere appariscente. Alle sue grandi doti fisiche abbinava notevoli riflessi, ma ciò che gli consentì di fornire prestazioni straordinarie furono l'essenzialità, il posizionamento, l'abilità nelle uscite e la bravura nel parare i calci di rigore. C'è chi dice che abbia parato 86 penalty, chi un centinaio, ciò che è sicuro è che Mazzola raccontò di essere stato ipnotizzato e di aver calciato "dove voleva lui". Yashin ebbe anche il merito di essere un innovatore del ruolo perché iniziò a guidare la linea difensiva e a giocare da libero aggiunto. Sorprendente soprattutto se si pensa che inizialmente fu dirottato all'hockey. Il punto più alto della sua carriera fu indubbiamente il Pallone d'Oro, vinto dopo aver subito 6 gol in 27 match.

In Nazionale con l'Unione Sovietica raggiunse risultati eccezionali. Nel '56 vinse l'oro alle Olimpiadi di Melbourne, ma è nel '60 che compì un capolavoro con la vittoria dell'Europeo in Francia, nel quale subì solamente 2 gol e batté la Jugoslavia in finale. Nel '63 invece dette una dimostrazione della personalità di cui era dotato: dopo una performance non all'altezza nel Mondiale del '62 annunciò il ritiro, ma ci ripensò e l'anno dopo strabiliò Wembley in un'amichevole tra l'Inghilterra e il Resto del Mondo con parate che gli permisero di mantenere la porta inviolata. Gli ultimi piazzamenti da ricordare furono il secondo all'Europeo del '64 e il quarto al Mondiale del '66, il migliore nella storia della selezione sovietica. A 41 anni, il 27 maggio del '71, la fine di una gloriosa carriera: in uno stadio Lenin tutto esaurito con 103mila spettatori ed oltre 700mila richieste di biglietti, la Dinamo Mosca affrontò una selezione di All-Stars. Oggi sono passati 94 anni dalla nascita di Lev Yashin, morto nel marzo del '90.

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