
Exit-strategy o pressione sul mercato? Cosa c'è dietro lo sfogo di Conte
Missione compiuta, ma che fatica. Il Napoli batte il Monza, torna a vincere in trasferta dopo addirittura tre mesi, ritrova (almeno per una notte) la vetta della classifica e mette così pressione sull'Inter impegnata a Bologna. Eppure non si placano le polemiche ed anche qualche malumore nell'ambiente. In primis per la prestazione, decisamente sofferta, senza praticamente mai pungere nel primo tempo contro un avversario da mesi in enorme difficoltà, per poi spuntarla nel finale con il solito McTominay, sfruttando anche un'uscita a vuota di Turati. Poco, troppo poco, peraltro confermando la tendenza ad abbassarsi pure a Monza con gli ultimi cinque minuti più recupero vissuti in apnea per un'ansia ingiustificata anche per quanto mostrato dall'avversario fino a quel momento. L'altro tema è chiaramente legato ad Antonio Conte che, dopo quel "a Napoli certe cose non si possono fare" della vigilia, nel post-partita affronta nel dettaglio il tema decidendo di mettere in piazza - nella fase cruciale del campionato - le scelte sul mercato da pianificare con la società.
Conte, exit strategy o pressione sul mercato?
Conte nel post decide di uscire allo scoperto, manifestando tutti i suoi dubbi sulla permanenza nonostante il momento delicato: "A Napoli vivo benissimo, sto benissimo, ho trovato una piazza che mi dà grande emozione. La gente vuole vincere, ma poi bisognerà vedere la realtà quale sarà. Io porto aspettative. Chi prende Conte dice 'O arriva primo o secondo', anche se arriva decimo. Non basta lottare per arrivare in Europa, qui crescono ambizioni e aspettative. Io mi metto a capo e posso fare da garante su tutto, però non sono stupido, se non ci sono i mezzi necessari", il passaggio in tv prima di ulteriori messaggi in conferenza: "Il tifoso napoletano non si accontenta, ha l'ambizione di vincere e se non vince diventa anche cattivo. Io devo calcolare tutto. Devo avere anche armi, altrimenti sarà un gioco al massacro. Io di essere massacrato l'anno prossimo non ho voglia. Ci sarà da parlare col presidente, con cui ho un ottimo rapporto, come abbiamo sempre fatto", la sintesi del messaggio di Conte, in scia di quanto accaduto nelle sue precedenti esperienze, la quasi totalità terminate però senza la possibilità per le società di accontentarlo.







