Delli Carri: "Conoscendo Conte e la qualità della squadra mi aspettavo il primo posto"
In esclusiva per TuttoMercatoWeb l'ex calciatore e direttore sportivo Daniele Delli Carri si è soffermato a discutere del campionato e analizzare ciò che è accaduto in questa prima parte di stagione.
Delli Carri, guardando la classifica in Serie A ciò che salta all'occhio è l'attuale primo posto del Napoli. Si sarebbe aspettato questa posizione e questo impatto estremamente positivo di Conte con il club?
"Conoscendo l'allenatore e le qualità della squadra me l'aspettavo. Il Napoli ha giocatori importanti e ne ha presi altrettanti. Ne cito uno in particolare: Scott McTominay che viene dal Manchester United. Ma anche altri come Billy Gilmour e David Neres che si vanno ad aggiungere a chi già c'era come Khvicha Kvaratskhelia. In più Romelu Lukaku è un giocatore che con Antonio Conte rende tanto. L'impatto è stato forte anche perchè il Napoli ha una sola competizione su cui Conte punta parecchio. Il campionato è ancora lungo ma la squadra sta dimostrando di avere un carattere forte".
Come giudica il lavoro di Manna? Non era facile arrivare a Napoli dopo l'ultima stagione decisamente complicata. "La scelta di Giovanni Manna da parte del presidente De Laurentiis è stata azzeccata. È un direttore sportivo giovane, che è stato alla Juventus dove ha fatto buone cose. Napoli ha un impatto diverso alla Juve dove bisogna vincere sempre, loro invece stanno costruendo un qualcosa per vincere".
L'estate del Napoli è stata caratterizzata dal caso Osimhen. Si poteva gestire meglio questa situazione? Era proprio impossibile la convivenza con Conte e Lukaku? "Secondo me si era rotto un meccanismo già dalla scorsa stagione, penso che il giocatore puntava ad andare via. Oltre che il Napoli voleva vendere e monetizzare. Questo non si è realizzato e penso sia stato un problema di natura economica per il club. Fondamentalmentre stiamo parlando di un calciatore che farà e continuerà a fare tanti gol. Probabilmente in quel momento storico con Conte non avrebbe avuto spazio, perchè l'allenatore predilige Lukaku. Però sono convinto che se non fosse arrivato lui Conte comunque sarebbe riuscito a inserire anche Osimhen così come ha fatto con gli altri giocatori. Osimhen lo conosco bene perchè l'ho visto tanti anni fa, in Belgio nel 2018 quando giocava nello Charleroi. E mi ero confrontanto anche con Micheli del Napoli perchè in quel momento poteva andare alla Sampdoria. La Samp in quel momento però non aveva lo slot libero per gli extracomunitari e non poteva tesserarlo, anche il Napoli non lo prese e andò al Lille. Ma si vedeva già allora che era un attaccante forte e destinato a fare tanti gol eche aveva qualcosa in più. Nel 2018 lo Charleroi lo dava via in prestito con diritto di riscatto a 13 milioni, poi il Napoli decise di investire su di lui ma lo pagò anche parecchio. Se è un rimpianto per le italiane che in estate cercavano la punta? Bisogna analizzare bene il carattere dei calciatori. Secondo me Osimhen era arrivato mentalmente a non voler restare più in Italia, altrimenti qualche squadra italiana molto probabilmente avrebbe approcciato con il Napoli. Anche se sarebbe stato difficile venderlo a una diretta concorrente".
L'Inter invece la vede diversa rispetto alla passata stagione? "No, io la vedo sempre forte. Poi magari ci sono gli episodi che ti fanno cambiare idea ma personalmente la ritengo sempre una squadra forte in tutti i reparti. Come sempre riescono a fare un ottimo lavoro di team fra Marotta, Ausilio e Baccin, dove prendono giocatori funzionali al progetto e a basso costo se pensiamo ai vari parametri zero. Sono bravi a individurali prima che è il vero trucco. Sono convinto che l'Inter è la squadra da battere. I troppi gol subiti? È vero ne sta prendendo troppi e qualche accortezza in tal senso servirà. Nelle partite che ho visto però ho notato che hanno creato di più rispetto alla passata stagione perchè hanno calciatori con una capacità offensiva diversa".
La Juventus di Thiago Motta invece come la giudica? "La Juventus è una delle poche squadre che può contare su una proprietà italiana, storica, e che vuole vincere. Un pò come accadeva con il Milan di Silvio Berlusconi. In questa stagione dovrà tornare a vincere, con un progetto nuovo e un allenatore forte come Thiago Motta. La dirigenza è altrettanto forte che ha investito tanto, ma spendere parecchio sul mercato non significa che poi ottieni successi nell'immediato. Sicuramente nel giro di un anno o due la Juventus per abitudine deve tornare a vincere. Oggi magari il Milan fa terzo o quarto e l'importante è tornare in Champions League. Alla Juventus non è la stessa cosa, perchè le proprietà americane hanno una visione diversa del calcio rispetto a quelle italiane. In tal senso la Juve, al di là dell'introito che garantisce la Champions, punta a vincere. Questa sarà una stagione di grande costruzione, ma l'anno prossimo poi dovrà conquistare titoli. Thiago Motta è un allenatore top, ha una grande mentalità ed è un aspetto importantissimo. Non ha nessun problema a far giocare chiunque, compreso i giovani che crescono nella Next-Gen e nella Primavera come Savona, Yildiz, Mbangula. Alla Juventus comunque bisogna vincere".
All'Atalanta Gasperini in più di una circostanza ha criticato le varie sessioni di mercato che dal suo punto di vista non hanno permesso alla squadra di fare passi avanti, ma piuttosto alcuni indietro. Da direttore sportivo come valuta queste esternazioni dell'allenatore anche alla luce di quando fatto sul mercato dal club che ha investito parecchio? "A volte possono essere anche dei discorsi per dare sempre stimoli a chi lavora con te. Però devo dire la verità, il mercato dell'Atalanta è poco discutibile. Magari in separata sede mi sarei arrabbiato e ne avrei parlato in separata sede ma con la massima serenità, stiamo sempre parlando di un allenatore top. Forse non è riuscito ancora a dare la giusta quadra alla squadra in campionato. Ma in Champions Legaue cosa vogliamo dire? Ha affrontato l'Arsenal in maniera ottima, ricevuto i complimenti di Arteta e meritato di vincere. Con lo Shakhtar vinto in modo sereno e con facilità. Gasperini cerca sempre uno stimolo diverso ma sul mercato dell'Atalanta c'è veramente poco da dire perchè parliamo di una società con un progetto centrato e definito. Parlare di indebolimento è sbagliato perchè ha preso giocatori importanti e mantenuto calciatori altrettanto importanti".
Le piace il progetto sportivo della Lazio che ha avuto il coraggio e la bravura di affidare la panchina a Marco Baroni, per la prima volta nella sua carriera alla guida di un grande club? "Non la definirei scelta coraggiosa ma ponderata. Perchè per la prima volta a distanza di anni c'è meritocrazia. Baroni è un allenatore che ha fatto tanto bene a Lecce, dove ha vinto il campionato di B e si è salvato in A. Ha ottenuto un'altra salvezza a Verona e ricevuto il giusto premio dopo tanti anni di gavetta. Sono stati bravi i dirigenti della Lazio a puntare su Marco Baroni che, ripeto, non è una scelta coraggiosa solamente perchè in precedenza aveva allenato magari squadre di bassa classifica. Ma significa che c'è competenza e conoscenza per fare una scelta del genere".
C'è un altro allenatore che sta facendo ottime cose, e cioè Paolo Vanoli. È la persona giusta per riportare entusiasmo e risultati importanti a Torino, dove l'annata era iniziata fra le polemiche dei tifosi per come si è sviluppato il mercato? "L'ho sempre detto sin dall'inizio che la scelta da parte del Torino di prendere Paolo Vanoli è stata azzeccatissima. L'ho visto lavorare un paio di volte e lo ritengo l'allenatore giusto in questo momento. Il ciclo di Juric era finito ma la dirigenza del Torino, a cominciare dal presidente Cairo e dal direttore Vagnati, ha sempre avuto le idee chiare. È normale da parte del tifoso lamentarsi per la cessione di Buongiorno e di Bellanova, ma il Torino storicamente ha sempre venduto giocatori al cospetto di cifre importanti. È difficile che li ha trattenuti. Io non parlo di squadre importanti ma di cifre significative perchè il Torino è una squadra importante, con un storia prestigiosa ed è una delle società più conosciute in Europa. Naturalmente dinanzi a certe cifre i giocatori si vendono, li vende anche la Juventus, l'Inter, il Milan. Vendere Buongiono è dettato unicamente da questa situazione, poi però bisogna andare avanti e continuare a fare scouting. Con Vanoli comunque hanno fatto la scelta giusta perchè ha dedizione al lavoro, si vede. Ha conoscenza, fatto esperienze importanti all'estero e a Venezia ha fatto un grande lavoro a partire dal suo primo anno quando rischiavano di retrocedere. A Torino ha una squadra forte che a me piace moltissimo, l'infortunio di Zapata forse scombina un pò i piani. La squadra, il club e l'allenatore comunque hanno valore".