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Jeda: "Neres può giocare ovunque. E merita anche una chiamata dal Brasile"
Jeda, ex attaccante, ha rilasciato un’intervista ai microfoni di Radio Kiss Kiss Napoli per parlare di Neres e dei tanti infortuni del calcio moderno: "Si sta esagerando con le partite, si dice che i giocatori guadagnano tanto e non dovrebbero lamentarsi. Invece non è così, il calciatore non è una macchina, il fisico ha bisogno di riposare ed accumulare stanchezza non fa bene. Poi le nazionali pretendono che i giocatori ci vadano sempre, mentre chi paga i calciatori, che sono i club, poi hanno calciatori infortunati. Neres a sinistra? Può giocare in ogni posizione d’attacco, sta molto bene fisicamente ed ha avuto un impatto impressionante. Si vede che è sereno, sembra che conoscesse già l’ambiente. Il talento l’ha sempre avuto, si era perso un po’ in giro a causa di qualche infortunio ed ha perso un po’ di fiducia.
Nazionale? Non so con quale criterio vengano fatte certe scelte onestamente, il Brasile non vince nulla da un sacco di tempo e bisogna porsi qualche domanda. Neres è uno di quelli che sta dimostrando di meritarsi la convocazione. Per come sta fisicamente può giocare dappertutto nel reparto avanzato. Io quando arrivai in Italia avevo grande voglia e mi misi subito a disposizione cercando di dimenticare le caratteristiche brasiliane che avevo.
Qui si corre molto di più, c’è più propensione a lavorare sodo. Ero convinto che gli italiani dovevano insegnarmi il mood del calcio italiano e questo mi ha aiutato tanto. Avevo tanta personalità e facevo tanto movimento, cercavo di apprendere qualsiasi cosa durante gli allenamenti".
Nazionale? Non so con quale criterio vengano fatte certe scelte onestamente, il Brasile non vince nulla da un sacco di tempo e bisogna porsi qualche domanda. Neres è uno di quelli che sta dimostrando di meritarsi la convocazione. Per come sta fisicamente può giocare dappertutto nel reparto avanzato. Io quando arrivai in Italia avevo grande voglia e mi misi subito a disposizione cercando di dimenticare le caratteristiche brasiliane che avevo.
Qui si corre molto di più, c’è più propensione a lavorare sodo. Ero convinto che gli italiani dovevano insegnarmi il mood del calcio italiano e questo mi ha aiutato tanto. Avevo tanta personalità e facevo tanto movimento, cercavo di apprendere qualsiasi cosa durante gli allenamenti".
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