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De Canio: "Sacrosanto che Conte parli della storia. Napoli è outsider per lo scudetto"
tmwradio
Maracanà con Lucio Marinucci e Alessandro Santarelli. Ospiti: Gaetano Imparato e Luigi De Canio
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Ai microfoni di TMW Radio durante Maracanà, è intervenuto il tecnico Gigi De Canio che si è soffermato principalmente sull'ottimo avvio del nuovo Napoli di Antonio Conte:
Conte prova a nascondere il Napoli per la lotta Scudetto, cercando di togliere un po' di pressione:
"Certamente Conte è pratico, lui parte dal Napoli dello scorso anno e per rimettere le cose a posto deve lavorarci. Ha il vantaggio che non ha le coppe e potrà lavorarci di più, poi c'è lui che può riempire quei vuoti che possono esserci. Però Antonio ha sempre giocato per vincere, allena per vincere. Sa che quando si è in questa situazione, tutti si aspettano da lui certi risultati. A Napoli solo per il fatto che è arrivato lui, secondo i napoletani dovrebbe farcela a vincere, ma non è così. Ci vuole tanto altro. Ci vogliono i calciatori, una società e un ambiente che abbia una maturità per accompagnare la squadra a certi risultati".
La storia, secondo il suo pensiero, conta.
"Conte parla della storia ed è sacrosanto. La storia significa che squadre come Juve, Inter, Milan, che racchiudono più del 90% degli scudetti vinti, sono loro che partono ogni anno come protagoniste, perché lo dice la storia. Il Napoli è un'outsider. La gestione ADL negli ultimi anni si è conquistata un ruolo importante, ma essere vincenti sistematicamente è un'altra cosa. Quando Conte dice che i giocatori all'inizio erano nervosi contro il Monza, quella è la dimostrazione di quanto una squadra possa andare in difficoltà non essendo abituata a vincere. Volendo vincere contro un avversario alla sua portata, commette questo errore che è tipico di una squadra che non ha ancora forte la consapevolezza della sua forza".
Conte prova a nascondere il Napoli per la lotta Scudetto, cercando di togliere un po' di pressione:
"Certamente Conte è pratico, lui parte dal Napoli dello scorso anno e per rimettere le cose a posto deve lavorarci. Ha il vantaggio che non ha le coppe e potrà lavorarci di più, poi c'è lui che può riempire quei vuoti che possono esserci. Però Antonio ha sempre giocato per vincere, allena per vincere. Sa che quando si è in questa situazione, tutti si aspettano da lui certi risultati. A Napoli solo per il fatto che è arrivato lui, secondo i napoletani dovrebbe farcela a vincere, ma non è così. Ci vuole tanto altro. Ci vogliono i calciatori, una società e un ambiente che abbia una maturità per accompagnare la squadra a certi risultati".
La storia, secondo il suo pensiero, conta.
"Conte parla della storia ed è sacrosanto. La storia significa che squadre come Juve, Inter, Milan, che racchiudono più del 90% degli scudetti vinti, sono loro che partono ogni anno come protagoniste, perché lo dice la storia. Il Napoli è un'outsider. La gestione ADL negli ultimi anni si è conquistata un ruolo importante, ma essere vincenti sistematicamente è un'altra cosa. Quando Conte dice che i giocatori all'inizio erano nervosi contro il Monza, quella è la dimostrazione di quanto una squadra possa andare in difficoltà non essendo abituata a vincere. Volendo vincere contro un avversario alla sua portata, commette questo errore che è tipico di una squadra che non ha ancora forte la consapevolezza della sua forza".
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