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C'è una formazione che spiega il miracolo targato Antonio Conte. Manna stonato al Maradona: non può permettersi un altro errore come Kvara, le conseguenze sono già noteTUTTO mercato WEB
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ieri alle 16:50Editoriale
di Raimondo De Magistris

C'è una formazione che spiega il miracolo targato Antonio Conte. Manna stonato al Maradona: non può permettersi un altro errore come Kvara, le conseguenze sono già note

Nato a Napoli il 10/03/88, laureato in Filosofia e Politica presso l'Università Orientale di Napoli. Lavora per TMW dal 2008, è stato vicedirettore per 10 anni. Inviato al seguito della Nazionale
Il Napoli in scia dell'Inter a otto giornate dal termine del campionato ha concluso domenica sera la partita contro il Milan con questa formazione: Meret, Di Lorenzo, Rrahmani, Juan Jesus, Buongiorno, Olivera, Mazzocchi, Billing, Gilmour, Ngonge, Simeone. Era un undici schierato col 5-4-1, un modulo 'imposto' ad Antonio Conte da una panchina che al momento dell'infortunio di Lobotka non portava in dote alcuna alternativa in quella zona del campo. E' un undici che francamente sembra avere poco o nulla a che fare con la corsa Scudetto eppure oggi il Napoli è lì, a tre punti dalla vetta, grazie a un allenatore a cui l'anno sabbatico è servito per maturare da tutti i punti di vista. Sotto l'aspetto della comunicazione, soprattutto dal punto di vista della conoscenza tattica.
Quella formazione vista nei minuti finali del match contro il Milan è un altro modo per far capire lo straordinario lavoro che Conte sta facendo da quando è sbarcato a Napoli. Una rincorsa iniziata dal decimo posto della passata stagione, passata attraverso un'estate iniziata con l'esclusione di Osimhen dal progetto e conclusa con quattro acquisti di spessore. Purtroppo per lui transitata attraverso un mese di gennaio che l'ha privato di Khvicha Kvaratskhelia e poi per un febbraio nero in cui gli infortuni l'hanno costretto al cambio modulo per oltre un mese.

Antonio Conte è oggi il grande artefice della rinascita del Napoli, di una squadra che non era più un gruppo dopo il terzo Scudetto e oggi invece s'è riscoperta più squadra che mai. Coi suoi limiti, ma anche con la sua compattezza. Con la sua voglia di andare oltre i suoi limiti. Un gruppo che chissà se ci sarà ancora dopo le prossime otto partite. Più dell'inevitabile voglia di tutti i top club della Serie A di provare a ingaggiare Conte con un anno di ritardo, a mettere in dubbio nelle ultime ore la permanenza a Napoli dell'allenatore salentino è stato Giovanni Manna nell'immediato pre-partita di Napoli-Milan: "Ha scelto di sposare questo progetto, si è unito a noi, speriamo di poter continuare". Parole pronunciate con un tono che lascia presagire incertezza, che raccontano di un futuro tutto da scrivere nonostante altri due anni di contratto. Frasi che hanno prestato il fianco a chi in queste settimane farà di tutto per convincere Conte a salpare su un'altra nave dal prossimo luglio.


Ancora otto partite e poi tutto sarà più chiaro. Per Conte, primo o secondo posto potrebbe fare tutta la differenza del mondo quando ci sarà da prendere una decisione. Il Napoli invece dovrebbe ragionare diversamente, con le parole e con i fatti dovrebbe fare di tutto per far capire a Conte che Napoli è per lui ancora oggi il progetto migliore. Evitare dichiarazioni come quella di domenica che sono il preludio all'incertezza e poi allo sconforto.
La scorsa estate la squadra del presidente De Laurentiis è ripartito da zero, con l'allenatore giusto, e oggi sta già programmando il prossimo calciomercato forte di un budget a otto zeri e di un allenatore con le idee chiare sul come rinforzare questa squadra. Perdere Conte vorrebbe dire rimettere tutto in discussione, ripartire di nuovo da zero. Non riuscire a trattenerlo significherebbe commettere un altro grande errore dopo gennaio, dopo la cessione di Kvaratskhelia a cui il Napoli non ha saputo opporsi. Né ha saputo porre rimedio con un sostituto adeguato.
La squadra partenopea s'è indebolita quando era prima in classifica e la conseguenza dell'addio del giocatore più forte in rosa è stata una brusca frenata nella corsa Scudetto. Sette partite con soli otto punti conquistate che potrebbero costare carissime. Ancor peggio potrebbe andare dovesse tra qualche mese salutare anche Antonio Conte, vorrebbe dire rimpiombare nelle stesse incertezze di un anno fa. E un Napoli appena (ri)nato chiamato a dire la sua anche nella nuova Champions League non se lo può permettere.