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Guarda il Milan? Pioli confessa: "Poco, mi emoziono troppo. Ho visto la più brutta"
Stefano Pioli, ex allenatore del Milan, intervistato alla Gazzetta dello Sport, ha raccontato le sue emozioni di qualche giorno fa quando ha ritrovato a Riyad la sua vecchia squadra: "Bello. Stima e rispetto sono rimasti intatti. È la dimostrazione del valore del percorso fatto. Finale di Supercoppa chiusa con l’Inter? No, il Milan ha dimostrato forza di reazione nel secondo tempo con la Juve, la vittoria porta entusiasmo, Conceiçao ha altri giorni di lavoro a disposizione. L’Inter è la più forte, ma la finale resta aperta. Se ho seguito le partite del Milan? Poco. Confesso: non ci riuscivo, mi emozionavo troppo davanti alla tv. È stato un distacco importante. Ho visto per intero una partita sola, la più brutta... Milan-Juve. E il secondo tempo col Real. Derby? Era scritto che il Milan vincesse, senza di me...".
Su Leao.
"A forza di criticarlo, si perde di vista la realtà, cioè un ragazzo in continua crescita. Anche quest’anno. Io resto convinto che Rafa possa ancora diventare fortissimo, non so se da Pallone d’oro, ma molto più forte di ora. Ci sta arrivando. Quando andava in nazionale gli dicevo: 'Osserva bene tutto ciò che fa CR7, poi me lo riferisci'. Tornava, mi raccontava e io gli dicevo: 'Lo vedi? Fallo anche tu!'".
Su Reijnders.
"Moncada mi disse: 'Dai un occhio a questo ragazzo'. L’avevo già ammirato in una partita di Conference contro il West Ham. Restai affascinato dall’eleganza e dalla capacità di andare oltre l’avversario senza dribblarlo. Sì, feci di tutto per averlo. All’inizio del campionato gli capitavano due occasioni a partita. Lo martellavo: 'Tijj, ti tirerò fuori i gol che hai dentro'. Ora li sta tirando fuori tutti. Fofana l’ha completato. Noi, perso Krunic, abbiamo avuto problemi. La verità è che giocare in Italia non è semplice e un anno d’ambientamento serve".
Su Leao.
"A forza di criticarlo, si perde di vista la realtà, cioè un ragazzo in continua crescita. Anche quest’anno. Io resto convinto che Rafa possa ancora diventare fortissimo, non so se da Pallone d’oro, ma molto più forte di ora. Ci sta arrivando. Quando andava in nazionale gli dicevo: 'Osserva bene tutto ciò che fa CR7, poi me lo riferisci'. Tornava, mi raccontava e io gli dicevo: 'Lo vedi? Fallo anche tu!'".
Su Reijnders.
"Moncada mi disse: 'Dai un occhio a questo ragazzo'. L’avevo già ammirato in una partita di Conference contro il West Ham. Restai affascinato dall’eleganza e dalla capacità di andare oltre l’avversario senza dribblarlo. Sì, feci di tutto per averlo. All’inizio del campionato gli capitavano due occasioni a partita. Lo martellavo: 'Tijj, ti tirerò fuori i gol che hai dentro'. Ora li sta tirando fuori tutti. Fofana l’ha completato. Noi, perso Krunic, abbiamo avuto problemi. La verità è che giocare in Italia non è semplice e un anno d’ambientamento serve".
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