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Gravina: "Decreto Crescita? Ciò che conta davvero sono gli investimenti su stadi e vivai"
Il presidente della FIGC Gabriele Gravina ha rilasciato una lunga e interessante intervista ai taccuini del 'Messaggero Veneto'. Nel corso del botta e risposta, Gravina ha risposto così ai tanti presidenti di Serie A che spingono per il ripristino del Decreto Crescita: "Non commento il Decreto Crescita, ma non si può pensare di avviare un’attività imprenditoriale nel calcio se non si valorizzano due asset: i vivai e gli stadi. Non possiamo pensare di puntare sui vivai solo se arrivano gli incentivi a farlo o sugli stadi se li paga qualcuno. A Udine una famiglia lungimirante come i Pozzo ha investito sullo stadio dieci anni fa, poi sono arrivate altre come l’Atalanta. Ora le proprietà straniere stanno facendo altrettanto".
Poi in un altro passaggio ha aggiunto: "Preoccupato per le tante proprietà straniere? No, è la globalizzazione. Solo in Germania, modello che preferisco tra quelli esteri per capacità di valorizzare un prodotto nella sostenibilità, il limite del 51% delle quote di un club che deve essere tedesco non avvicina gli investitori stranieri. Chiaro, quattro club di serie A sono di proprietà di fondi che puntano come ovvio alla finanza, ma ho avuto modo di confrontarmi con alcune proprietà straniere e sul fronte stadi, infrastrutture e merchandising hanno una marcia in più, una spinta che a mio avviso può portare solo dei vantaggi. Il calcio si sta evolvendo e sta seguendo le leggi più crude dell’economia di mercato".
LEGGI ANCHE - Gravina si ricandida? Il presidente FIGC: "Il 4 novembre dirò cosa ho in mente di fare"
Poi in un altro passaggio ha aggiunto: "Preoccupato per le tante proprietà straniere? No, è la globalizzazione. Solo in Germania, modello che preferisco tra quelli esteri per capacità di valorizzare un prodotto nella sostenibilità, il limite del 51% delle quote di un club che deve essere tedesco non avvicina gli investitori stranieri. Chiaro, quattro club di serie A sono di proprietà di fondi che puntano come ovvio alla finanza, ma ho avuto modo di confrontarmi con alcune proprietà straniere e sul fronte stadi, infrastrutture e merchandising hanno una marcia in più, una spinta che a mio avviso può portare solo dei vantaggi. Il calcio si sta evolvendo e sta seguendo le leggi più crude dell’economia di mercato".
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