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Scontro con la Figc, oggi Casini depositerà una nuova proposta: la Serie A "vara" il 6-2-2TUTTO mercato WEB
© foto di www.imagephotoagency.it
Oggi alle 07:00Serie A
di Ivan Cardia

Scontro con la Figc, oggi Casini depositerà una nuova proposta: la Serie A "vara" il 6-2-2

La Serie A inasprisce i toni contro la Figc. Dopo il fallimento delle ultime trattative, il presidente Lorenzo Casini presenterà a breve una proposta di riforma dello statuto federale, alternativa a quella depositata da Gabriele Gravina. La decisione finale spetterà all'assemblea straordinaria della Figc, fissata per il 4 novembre a Roma. Se le richieste del massimo campionato non saranno accolte, i venti club della A, pur senza dichiarazioni ufficiali, fanno trapelare l’intenzione di portare la questione alla giustizia sportiva.

Il disegno proposto da Gravina, che assegna alla Serie A un consigliere federale aggiuntivo portando il numero complessivo a quattro e aumentando il peso elettorale dal 12 al 18%, non soddisfa la massima serie. Anche la Serie B vedrebbe crescere la propria rappresentanza, passando dal 5 al 6%, mentre la Serie C, che perderebbe un rappresentante scendendo da tre a due consiglieri, vedrebbe il proprio peso elettorale calare dal 17 al 12%. Gli arbitri, in cambio dell'autonomia gestionale, abbandonerebbero ogni peso politico, mentre le quote di dilettanti, allenatori e calciatori rimarrebbero inalterate. Gravina prevede inoltre un diritto di veto parziale per la Serie A, applicabile però solo su determinate decisioni.

La Serie A però chiede di più: più consiglieri e maggiore autonomia. Adriano Galliani ha sintetizzato la posizione del massimo campionato con un modello “6-2-2”: sei consiglieri per la A, due per la B e due per la C, con l’obiettivo di garantire la maggioranza ai professionisti in consiglio federale. A cambiare sarebbero anche i pesi elettorali, fissati al 30% per la Serie A, 8% per la B e altrettanto per la C. A pagare il prezzo maggiore sarebbe la Serie D, ridotta da sei a quattro consiglieri e con un peso elettorale che scenderebbe dal 34 al 24%. Sul fronte dell’autonomia, la Serie A vuole che il proprio parere sia obbligatorio e vincolante su tutte le decisioni che la coinvolgano, fatta eccezione per quelle riguardanti i controlli sulle società, ormai affidati a un ente indipendente. Nei casi di mancato accordo in consiglio federale, la A esige la decisione finale, che sancirebbe, più che autonomia, vera indipendenza.


La Figc, tuttavia, non sembra incline a concessioni. Il parere vincolante è ritenuto contrario alle norme, mentre Giancarlo Abete, presidente della Lega Nazionale Dilettanti, ha ribadito che i dilettanti hanno in Italia meno peso rispetto ai paesi europei. La decisione finale dell'assemblea appare in equilibrio, ma Gravina sembra poter contare su una maggioranza solida, lasciando poche speranze a una mediazione. Forse un quinto consigliere per la Serie A potrebbe costituire un compromesso, ma richiederebbe un’apertura da parte dello stesso Abete, difficile da immaginare in questo momento.

Nel frattempo, la A solleva dubbi sul regolamento dell’assemblea, che si terrà ancora con i pesi elettorali “vecchi”, sostenendo che il consiglio federale avrebbe potuto già aggiornarli come previsto dall’emendamento Mulé. Il ricorso promesso dalla A rischierebbe di aprire una lunga disputa e di coinvolgere la politica: nessuno sembra desiderarlo. O forse qualcuno sì, ed è qui che sta il vero nodo della questione.