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Non solo le assenze: tra Milan e Napoli ha pesato un'altra enorme differenza
È evidentissimo che le tante importanti assenze tra i rossoneri abbiano influito enormemente sul risultato di Milan-Napoli. Senza gl squalificati Theo e Reijnders, gli infortunati Gabbia, Abraham, Florenzi, Bennacer, Jovic e il debilitato Pulisic (solo mezzora in campo per lui), la squadra di Fonseca ha un valore, un potenziale e una forza nettamente inferiori a quelli che potrebbe esprimere normalmente. E sul campo, questa impotenza, si è vista, nonostante i rossoneri abbiano comunque offerto una buona prestazione.
Ciò che ha fatto il Napoli
Quindi le assenze, sì. Ma le motivazioni della sconfitta di ieri, che portano il Milan già a -11 (con una partita in meno) dalla capolista Napoli a fine ottobre, non si fermano certo al tabellino indisponibili. Anzi: partono da più lontano e hanno a che fare con le scelte societarie e dirigenziali. Perché il Napoli, in estate, ha fatto ciò che moltissimi tra i tifosi milanisti chiedono da tempo al management rossonero: intervenire sulla squadra coprendo con vigore le mancanze, magari facendo un paio di sforzi (economici e non) in più per migliorare e rinforzare il tutto.
Differenze
Aurelio De Laurentiis, dopo una stagione fallimentare da grande colpevole, l'ha fatto. Il Milan di RedBird, dopo due stagioni di delusioni soprattutto nel confronto con l'Inter, no. O meglio: gli investimenti sono stati fatti (quasi 100 milioni in due anni), ma sempre e in qualche modo contenuti, limitati, fatti in modo da cercare di ottenere il massimo risultato con il minimo sforzo. E non è solo una questione di soldi. Non è detto che se spendi di più spendi meglio eh, ma è probabile che, se spendi di più, ti ritrovi in casa cose migliori. Ed ecco che il Napoli si è costruito un bell'appartamento: l'allenatore che gli serviva per rialzarsi, un difensore di livello, centrocampisti di spessore, l'attaccante ideale per il gioco del tecnico. Al Milan, invece, tutto sembra fatto con l'idea delle offerte sui siti low cost: fai degli acquisti spendendo poco, ma poi ti accorgi che, in pochi mesi, devi spendere nuovamente quei soldi e gli altri perché la qualità di ciò che hai preso è già andata a farsi benedire. Questione di scelte.
Ciò che ha fatto il Napoli
Quindi le assenze, sì. Ma le motivazioni della sconfitta di ieri, che portano il Milan già a -11 (con una partita in meno) dalla capolista Napoli a fine ottobre, non si fermano certo al tabellino indisponibili. Anzi: partono da più lontano e hanno a che fare con le scelte societarie e dirigenziali. Perché il Napoli, in estate, ha fatto ciò che moltissimi tra i tifosi milanisti chiedono da tempo al management rossonero: intervenire sulla squadra coprendo con vigore le mancanze, magari facendo un paio di sforzi (economici e non) in più per migliorare e rinforzare il tutto.
Differenze
Aurelio De Laurentiis, dopo una stagione fallimentare da grande colpevole, l'ha fatto. Il Milan di RedBird, dopo due stagioni di delusioni soprattutto nel confronto con l'Inter, no. O meglio: gli investimenti sono stati fatti (quasi 100 milioni in due anni), ma sempre e in qualche modo contenuti, limitati, fatti in modo da cercare di ottenere il massimo risultato con il minimo sforzo. E non è solo una questione di soldi. Non è detto che se spendi di più spendi meglio eh, ma è probabile che, se spendi di più, ti ritrovi in casa cose migliori. Ed ecco che il Napoli si è costruito un bell'appartamento: l'allenatore che gli serviva per rialzarsi, un difensore di livello, centrocampisti di spessore, l'attaccante ideale per il gioco del tecnico. Al Milan, invece, tutto sembra fatto con l'idea delle offerte sui siti low cost: fai degli acquisti spendendo poco, ma poi ti accorgi che, in pochi mesi, devi spendere nuovamente quei soldi e gli altri perché la qualità di ciò che hai preso è già andata a farsi benedire. Questione di scelte.
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