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Il Milan scaccia i fantasmi e batte il Brugge: primi 3 punti in Champions, la vince Fonseca
Primo successo stagionale in Champions per il Milan, che scaccia i fantasmi del doppio ko contro Liverpool e Bayer Leverkusen con cui ha iniziato l'avventura nella rivista massima competizione continentale. Prova sicuramente non brillante per i rossoneri, che si fanno però forti delle migliori individualità rispetto agli avversari, che giocano meglio ma devono spendere tantissimo anche per compensare il rosso a Onyedika del primo tempo.
Pulisic porta avanti i suoi direttamente da calcio d'angolo, scodellando al centro in modo violento nella direzione di Gabbia, che non tocca tuttavia. La palla arriva in modo violento dalle parti di Mignolet, che è molto incerto e non riesce a evitare il vantaggio rossonero. Il Brugge pareggia appena rientrato in campo nella ripresa grazie a Sabbe, autore di un destro preciso che si insacca alle spalle di un incolpevole Maignan. Il Milan ripassa in vantaggio a San Siro con una sgasata di Okafor, subentrato ad un impalpabile Leao: lo svizzero accelera all'improvviso e serve al centro per l'accorrente Reijnders, che con il piattone fa 2-1. Assolutamente decisivo Fonseca, che ha mandato in campo non solo Okafor ma anche Chukwueze. Il nigeriano dà forza a questa teoria con l'assist del tris, ancora di Reijnders, ancora con un piattone da centro area. C'è tempo per la storia prima della fine della gara: Francesco Camarda esordisce in Champions a 16 anni a e 226 giorni, diventando l'italiano più giovane di sempre a timbrare il cartellino nella competizione. Ci sarebbe persino tempo per il suo primo gol in Champions, ma un fuorigioco millimetro priva il giovanissimo attaccante di questa gioia e il calcio italiano di un record storico.
Fonseca parla così al termine della gara, allontanando però il merito del successo: "Il merito è dei giocatori e principalmente di chi è entrato, che ha cambiato la partita, cambiando il nostro gioco, l'intensità. Nel primo tempo non abbiamo fatto bene le cose. Eravamo contro una squadra con undici calciatori molto bassa, poi in inferiorità numerica ancora più bassa. E noi abbiamo avuto difficoltà in questo tipo di gioco, nel creare e nel provocare spazio. Poi, quando non troviamo la soluzione giusta, il gioco comincia ad essere troppo lento. Quando non troviamo spazio, dobbiamo avere un'altra intensità nelle nostre azioni. Non abbiamo fatto bene. Il gioco è stato troppo lento. Credo sia stato un problema di comprensione della partita".
Pulisic porta avanti i suoi direttamente da calcio d'angolo, scodellando al centro in modo violento nella direzione di Gabbia, che non tocca tuttavia. La palla arriva in modo violento dalle parti di Mignolet, che è molto incerto e non riesce a evitare il vantaggio rossonero. Il Brugge pareggia appena rientrato in campo nella ripresa grazie a Sabbe, autore di un destro preciso che si insacca alle spalle di un incolpevole Maignan. Il Milan ripassa in vantaggio a San Siro con una sgasata di Okafor, subentrato ad un impalpabile Leao: lo svizzero accelera all'improvviso e serve al centro per l'accorrente Reijnders, che con il piattone fa 2-1. Assolutamente decisivo Fonseca, che ha mandato in campo non solo Okafor ma anche Chukwueze. Il nigeriano dà forza a questa teoria con l'assist del tris, ancora di Reijnders, ancora con un piattone da centro area. C'è tempo per la storia prima della fine della gara: Francesco Camarda esordisce in Champions a 16 anni a e 226 giorni, diventando l'italiano più giovane di sempre a timbrare il cartellino nella competizione. Ci sarebbe persino tempo per il suo primo gol in Champions, ma un fuorigioco millimetro priva il giovanissimo attaccante di questa gioia e il calcio italiano di un record storico.
Fonseca parla così al termine della gara, allontanando però il merito del successo: "Il merito è dei giocatori e principalmente di chi è entrato, che ha cambiato la partita, cambiando il nostro gioco, l'intensità. Nel primo tempo non abbiamo fatto bene le cose. Eravamo contro una squadra con undici calciatori molto bassa, poi in inferiorità numerica ancora più bassa. E noi abbiamo avuto difficoltà in questo tipo di gioco, nel creare e nel provocare spazio. Poi, quando non troviamo la soluzione giusta, il gioco comincia ad essere troppo lento. Quando non troviamo spazio, dobbiamo avere un'altra intensità nelle nostre azioni. Non abbiamo fatto bene. Il gioco è stato troppo lento. Credo sia stato un problema di comprensione della partita".
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