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Summit dopo Milan-Liverpool: Ibra, Furlani e Moncada a colloquio negli spogliatoi
Di Milan-Liverpool si sa già tutto: inglesi nettamente più forti, più organizzati, più vogliosi, più cinici, semplicemente migliori dei rossoneri. Leao e compagni fermi al terzo minuto, quando Pulisic ha fatto esplodere San Siro con il gol del momentaneo 1-0, senza sapere, però, cne 90 minuti più tardi quello stadio sarebbe esploso sì, ma di fischi. Quindi: inutile parlare della partita. Cosa c'è da dire di nuovo? I problemi del Milan sempre quelli sono. Allora parliamo di ciò che si è visto di meno, cioè di quello che è successo dopo negli spogliatoi.
Il saluto di Fonseca
Il primo a lasciare San Siro, con la faccia sconsolata, è stato Rafael Leao. Poco dopo Mike Maignan, vistosamente zoppiccante dopo la botta subita da Diogo Jota e Tomori che l'ha costretto a lasciare il campo. Poi tutto il resto della squadra. Alle 00:15, è Paulo Fonseca a lasciare San Siro. Le interviste sono state tante, dure da affrontare e si deve già pensare al derby. Giusto anche sdrammatizzare. Rivolgendosi ai giornalisti presenti, il tecnico rossonero, sconsolato, dice: "Mi dispiace ragazzi, niente pasteis de nata"; li aveva promessi in caso di due vittorie contro Liverpool e Inter. Niente da fare. Posso solo dire una mia personale sensazione: Fonseca è stato umano, noi lo siamo stati con lui. Gli abbiamo sorriso, lui ha ricambiato. Buonanotte.
Il summit
Per mezzora dopo questo episodio, il corridoio che collega la zona spogliatoi all'area garage è stato deserto. Tutta la squadra era andata via, Fonseca compreso. Dentro, invece, sono rimasti per un confronto (abitudine dopo ogni partita, anche se mai ad un ora così tarda e ad un orario così prolungato) Zlatan Ibrahimovic, Giorgio Furlani e Geoffrey Moncada. Hanno lasciato San Siro una mezzoretta dopo il tecnico portoghese, senza rilasciare dichiarazioni. Non è dato sapere cosa si siano detti, ma le loro facce erano gonfie di delusioni, così come la testa ricca di problemi da risolvere. A loro la responsabilità di farlo il prima possibile.
Il saluto di Fonseca
Il primo a lasciare San Siro, con la faccia sconsolata, è stato Rafael Leao. Poco dopo Mike Maignan, vistosamente zoppiccante dopo la botta subita da Diogo Jota e Tomori che l'ha costretto a lasciare il campo. Poi tutto il resto della squadra. Alle 00:15, è Paulo Fonseca a lasciare San Siro. Le interviste sono state tante, dure da affrontare e si deve già pensare al derby. Giusto anche sdrammatizzare. Rivolgendosi ai giornalisti presenti, il tecnico rossonero, sconsolato, dice: "Mi dispiace ragazzi, niente pasteis de nata"; li aveva promessi in caso di due vittorie contro Liverpool e Inter. Niente da fare. Posso solo dire una mia personale sensazione: Fonseca è stato umano, noi lo siamo stati con lui. Gli abbiamo sorriso, lui ha ricambiato. Buonanotte.
Il summit
Per mezzora dopo questo episodio, il corridoio che collega la zona spogliatoi all'area garage è stato deserto. Tutta la squadra era andata via, Fonseca compreso. Dentro, invece, sono rimasti per un confronto (abitudine dopo ogni partita, anche se mai ad un ora così tarda e ad un orario così prolungato) Zlatan Ibrahimovic, Giorgio Furlani e Geoffrey Moncada. Hanno lasciato San Siro una mezzoretta dopo il tecnico portoghese, senza rilasciare dichiarazioni. Non è dato sapere cosa si siano detti, ma le loro facce erano gonfie di delusioni, così come la testa ricca di problemi da risolvere. A loro la responsabilità di farlo il prima possibile.
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