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Projekt 12, così nasce l'Austria di Euro2024. Greatti: "Querfeld nome da spendere"TUTTO mercato WEB
lunedì 1 luglio 2024, 15:00Serie A
di Ludovico Mauro

Projekt 12, così nasce l'Austria di Euro2024. Greatti: "Querfeld nome da spendere"

Per un'Italia deludente, Euro2024 ha messo in luce anche tante sorprese. In primis l'Austria, vincendo un girone di ferro con Francia e Olanda. Una nazionale che ha raccolto i frutti di un lungo lavoro iniziato tanti anni fa, come racconta in esclusiva a Tuttomercatoweb.com Paolo Greatti, talent scout specializzato nel calcio dei Balcani e con dei trascorsi in tante società italiane: “Non mi ha sorpreso. È un mercato in continua e positiva evoluzione. In questo Europeo l’Austria ha dimostrato una condizione atletica molto importante, con dei principi di gioco interessantissimi. Vedi la riconquista del pallone nella metà campo avversaria, mantenendo il baricentro molto alto. Inoltre, in fase di possesso ci sono molti inserimenti dei centrocampisti esterni, andando a sostenere il centravanti”.

Austria in cui sta recitando un ruolo importante anche Alaba, pur senza giocare.
“Alaba sicuramente ha un peso importante di personalità, sta dando un grosso contributo pur non giocando. L'Austria sta raccogliendo il frutto di un progetto varato dalla Federazione nel 2009, dal nome Projekt 12, che ha permesso di monitorare costantemente i giocatori di più prospettiva delle nazionali giovanili, potendo così creare lavori personalizzati di allenamento, assistendoli con mental coach e allenamenti mirati alla crescita individuale. Hanno raccolto i frutti di queste annate e si stanno distinguendo all’Europeo, pur sapendo che la stragrande maggioranza di questa rosa gioca all’estero in club importanti”.

C'è un nome spendibile per l'Austria del futuro?
“Posso fare il nome di Leopold Querfeld, difensore centrale classe 2003 tra i convocati di Rangnick e appena passato all’Union Berlino dal Rapid Vienna. Per caratteristiche fisiche, è bravo in marcatura e detta i tempi in fase di costruzione, poteva sicuramente essere pronto per una fascia medio alta in Serie A”.

Chi ha deluso invece è stata la Serbia, nonostante i giocatori di livello in mano a Stojkovic.
“I valori tecnici della Serbia sono indiscutibili, piuttosto sono da ricercare i motivi per cui non sono riusciti ad essere squadra e a fare gruppo. Non hanno espresso il loro meglio, ma hanno valori assolutamente importanti e starà ora alla Federazione capire perché non hanno rispettato le attese prima al Mondiale e ora all’Europeo”.


La Slovacchia invece è andata a un passo dal colpo grosso, non fosse stato per Bellingham...
“La Slovacchia ha dimostrato di poter registrare un ruolo interessante. Collegandosi alla Serbia, qui c’è stato un tecnico italiano (Calzona, ndr) che ha portato qualcosa in più a livello tattico e di preparazione alla gara che ha permesso alla Slovacchia di farsi notare”.

Prima di parlare della Slovenia, c'è Jaka Bijol che è un uomo mercato.
“L’ho osservato le prime volte nel 2016/17, quando giocava a Lubiana nell’NK Bravo. Faceva il centrocampista centrale e aveva una forza fisica notevole. Ma non mi aveva colpito questo, quanto più i tempi di gioco in fase di interdizione e di regia. Gli hanno permesso di fare una carriera importante, è pronto per fare lo step successivo e non mi stupirei se l’anno prossimo fosse in una rosa di alto livello”.

Mentre la Slovenia si accinge ad affrontare il Portogallo.
“Ha raccolto i frutti di un lavoro fatto nei dettagli, unendo più generazioni, a partire dai 1993 di Oblak fino ai Sesko del 2003, passando per i 1998 o ‘99. Poi c’è un allenatore molto intelligente a livello tattico che è Matjaz Kek, anche in questo caso infatti non mi stupisco del percorso fatto fino agli ottavi. Può continuare a stupire come l’Austria”.

Infine, qualche talento sloveno da segnalare?
“Uno che farà parlare molto di sé è Lan Jovanovic, portiere classe 2006 dell’NK Aluminij. Ha giocato 17 partite da titolare in Serie A slovena, non è ancora conosciuto ma ha dimostrato attitudini al ruolo importanti. Ha le potenzialità per seguire le orme dei suoi predecessori, Oblak e Handanovic. Ma anche nelle categorie minori slovene ci sono tanti talenti emergenti, qualcuno di questi è già all’estero come David Pejicic dell’Udinese (2007). Altri nomi da segnalare sono senza dubbio Luka Kokol (2009 del Maribor), Tristan Kotar (2009 dell'Ilirija), Miha Matjasec (2009 dell'ND Mura)".