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Musah: "Giocare al Milan è un privilegio. Critiche? Ne ho sentite così tante che ora non mi turbano più"TUTTO mercato WEB
© foto di www.imagephotoagency.it
ieri alle 18:00Primo Piano
di Lorenzo De Angelis
per Milannews.it

Musah: "Giocare al Milan è un privilegio. Critiche? Ne ho sentite così tante che ora non mi turbano più"

A poche ore dalla semifinale di CONCACAF Nations League tra Stati Uniti e Panama, il centrocampista del Milan Yunus Musah ha parlato ai microfoni di GOAL.com dei ricordi con la nazionale a stelle e strisce, l'esperienza al Milan e dell'imparare a gestire le pressioni e le critiche. 

Sul ritorno in Qatar con la Nazionale dopo i Mondiali del 2022
"Tutto era come un ritorno al passato. L'odore! Potevo sentirlo di nuovo. Ovunque c'è un odore così buono. La stanza, la vista. Mi bastava camminare e mi sembrava di rivivere tutti quei momenti della Coppa del Mondo. È stato bello. Per me personalmente, la Coppa del Mondo è stata la migliore esperienza di sempre. Mi è piaciuta tantissimo".

Il giovane più impiegato 
"A un certo punto, ero il giovane giocatore con più minuti in Europa. Avendo questa opportunità, si commettono tanti errori in una partita. Si impara da tutte queste esperienze in così giovane età. Mi hanno aiutato. Mi hanno aiutato a formarmi. Mi hanno aiutato a gestire queste pressioni. Ho già tanta esperienza e ne sono grato perché sicuramente mi aiuterà in futuro".

Sull'esperienza al Milan e le critiche
"Quando giochi nel Milan, ti aspetti di avere questa pressione. È un privilegio perché, in fin dei conti, se non fossi un calciatore professionista, non vivrei queste cose. Devi prendere anche gli aspetti positivi e poi, quando le persone ti criticano, dicono cose cattive su di te, ne ho sentite così tante durante la mia carriera che ora non mi turbano affatto. All'inizio, le vedi e le ascolti. Poi, le vedi e ti entrano dentro lo stesso. Impari a ignorare i commenti, ma li vedi comunque. Ti entrano dentro. Dato che la gente mi vede giocare da più tempo, non è più così paziente. Quando giochi da più tempo, devi essere migliore. Lo capisco. Lo capisco, di sicuro".

Sul fatto di essersi subito integrato in Nazionale
"Era come una seconda natura, credo. Ho dovuto farlo spesso. Ho dovuto farlo sempre, in realtà. Entrando nella squadra, non conoscevo nessuno, forse conoscevo solo Gio [Reyna] avendo giocato contro di lui, ma quando sei aperto a nuove amicizie, riesci a farlo. In fin dei conti, soprattutto con il calcio, è più facile diventare amici una volta che si scende in campo".

Sul suo essere timido ed introverso
 "Penso che il fatto di essere nel giro da più tempo, di sapere come funziona tutto, ti faccia sentire più a tuo agio. Come persona, ora sono... meno timido, immagino? Ho fatto così tante interviste e parlato con così tante persone, che ora tutto questo sta diventando naturale. Di sicuro, però. Posso dire con certezza di essere cambiato".

Sul primo gol con la maglia degli States
"Mi sembrava che tutti quei goal che avevo sbagliato, non me ne ricordassi nemmeno uno. Ha messo in ombra tutto il resto, sapete? È stato così significativo per me. Non ricordavo nulla di ciò che era successo prima. Amo ancora così tanto quel momento. È solo gioia. Gioia assoluta". 

Sul gol con la maglia del Milan che tarda ad arrivare
"Devo solo avere più calma perché, in allenamento, riesco a fare assist, a segnare. Nelle partite mi sento sotto pressione perché non segno da tanto tempo. Quando mi trovo in quella situazione, è davvero difficile per me mantenere la calma. Devo lavorare sulla capacità di concentrazione. Ci sto lavorando! Se Dio vuole, riuscirò a segnare, non preoccupatevi. Cerco solo di migliorare giorno dopo giorno le parti del mio gioco che mancano. Ovviamente ho bisogno di segnare e di fare assist. Sono convinto che con il lavoro arriverà."