MN - “Ora nessuno arriverà più in ritardo”. Passerini: “Se Conceiçao convince i giocatori che questa è la normalità…”
Il Milan supera la Juventus in Semifinale di Supercoppa Italiana con una gara vinta più con la testa e con il cuore più che con la tattica e la tecnica, guadagnando così di vincere il primo trofeo stagionale nella finale di lunedì sera contro l'Inter. Uomo della serata è stato ovviamente il nuovo tecnico Sergio Conceiçao, subentrato a Fonseca il 30 dicembre. Con pochissimo tempo a disposizione l'ex Porto deve cambiare rotta ad una stagione che aveva preso una direzione pericolosa.
Ma che tipo è Conceiçao? Che impatto ha avuto sulla squadra e sul mondo Milan? Ne parliamo con Carlos Passerini, nota firma de Il Corriere della Sera, intercettato dal nostro inviato a Riyad. Queste le sue dichiarazioni in esclusiva a MilanNews.it.
Una parola, un pensiero per riassumere Conceiçao?
“È un hombre vertical. Un uomo tutto di un pezzo. Nella definizione spagnola, latina, è di un uomo che non scende a compromessi. Una sfumatura molto tipica della cultura sudamericana. Un uomo che ti dice che quelle sono le sue regole e non ti chiede di capirle o di apprezzarle: ti sta dicendo che quelle sono le sue regole. Secondo me può funzionare, sta cercando di far capire a tanti quello che è giusto. Appena arrivato ha messo un codice comportamentale molto forte. L’ha fatto anche Fonseca, non pensate che Fonseca dicesse: “Arrivate all’ora che volete”, non è così. La differenza è che Conceiçao cerca di non arrivare allo scontro. Ora nessuno arriverà più in ritardo. E se riesci a convincere i giocatori che questa è la normalità allora sei entrato nella loro testa. Allora cosa succede? Non sei obbligato a punire quando sbagliano… In una squadra di calcio spesso sei obbligato a punire i tuoi giocatori migliori con una panchina e non stai facendo un favore a te stesso, stai facendo una cosa necessaria, inevitabile. Ma è una situazione a cui è meglio non arrivare. Perché, facciamo un esempio, se devi lasciare fuori Theo e Leao vuol dire che c’è qualcosa che non va. Non devi arrivare a quella situazione. Conceiçao, che è un uomo di mondo, un hombre vertical, che ha giocato a pallone ad alti livelli, ha tanti figli che giocano a pallone e che hanno la stessa età dei ragazzi che allena ora: questo vuol dire tanto. Conceiçao ha già capito delle dinamiche extra-campo che non stanno aiutando la squadra. Cosa succede a qualche giocatore, perché qualche giocatore la mattina si presenta molto stanco… Forse Fonseca era un po’ più tagliato fuori da questa sensibilità. Conceiçao mi sembra molto dentro. Mentre Fonseca non lo è mai stato fino in fondo: questo è quello che mi è arrivato anche da dentro. Conceiçao cerca di creare un’empatia, ma non un’amicizia. È qui per dire ai giocatori: “Non è che posso obbligarti a farti arrivare domattina qua alle 8, però tu devi arrivare domattina alle 8”. E mi dicono che i giocatori adesso stanno arrivando alle 8”.