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Lazio, alle 11 la prima udienza nel processo tamponi: i tre nodi del dibattimento odierno
Può passare in secondo piano un ritorno degli ottavi di Champions, per una squadra che non li raggiungeva da vent'anni? Sì, se alla vigilia, cioè oggi, c'è la prima udienza del processo sulle possibili violazioni del protocollo anti-Covid, con la Lazio (insieme a Lotito e ai due medici, Rodia e Pulcini) che è stata deferita dalla procura federale. Nel primo round odierno, in videochiamata e a cui parteciperà soltanto l'avvocato biancoceleste Gentile, verranno sciolti alcuni nodi. Su tutti, tre i temi che verranno trattati nella giornata odierna davanti al tribunale presieduto dal dottor Cesare Mastrocola.
In primis la richiesta della Lazio di ammettere come teste chiave il dottor Enrico Di Rosa, direttore del Servizio Igiene e Sanità Pubblica legato al Dipartimento di Prevenzione della Asl Roma 1. Fu lui infatti a dare il proprio assenso per la convocazione di Immobile, dopo due tamponi negativi, per la gara contro il Torino. La società biancoceleste, nella propria memoria difensiva di 20 pagine, ha inserito anche la mail chiave mandata da De Rosa al responsabile sanitario del club Pulcini, nella quale viene avallata la richiesta di far partecipare Immobile alla partita del 1 novembre. Visto il peso che la Asl ha avuto per le due partite fantasma - Juventus-Napoli e soprattutto Lazio-Torino - a Formello si aspettano che la propria richiesta venga accolta.
Poi il collegio, costituito da altri 4 giudici oltre l'avvocato Mastrocola, dovrà decidere se ammette la richiesta del Torino di porsi come parte 'ad opponendum', ovvero come parte interessata al fianco della procura federale per sanzionare la Lazio. Difficile però che arrivi un parere favorevole in merito.
Ultimo punto, ma non per importanza, la contestazione della Lazio alla Figc sulle sue facoltà di giurisdizione in ambito Uefa. Secondo i biancocelesti, la federazione e i suoi vari organi, compresa la procura, non hanno potere di sanzionare comportamenti nei tornei organizzati da altre federazioni o istituzioni europee. E diversi capi d'accusa, che hanno portato al deferimento del pm Chiné, fanno proprio riferimento ai tamponi svolti con la Synbab prima delle gare di Champions. Materia di competenza solo del giudice disciplinare della Uefa (Control Ethics and Disciplinary Body). La società di Formello chiederà anche di far parlare i rappresentanti della Synlab, che processa i tamponi per la Uefa, il cui protocollo prevede che sia chi effettua il test - e non i club - a informare direttamente le autorità sanitarie locali.
In primis la richiesta della Lazio di ammettere come teste chiave il dottor Enrico Di Rosa, direttore del Servizio Igiene e Sanità Pubblica legato al Dipartimento di Prevenzione della Asl Roma 1. Fu lui infatti a dare il proprio assenso per la convocazione di Immobile, dopo due tamponi negativi, per la gara contro il Torino. La società biancoceleste, nella propria memoria difensiva di 20 pagine, ha inserito anche la mail chiave mandata da De Rosa al responsabile sanitario del club Pulcini, nella quale viene avallata la richiesta di far partecipare Immobile alla partita del 1 novembre. Visto il peso che la Asl ha avuto per le due partite fantasma - Juventus-Napoli e soprattutto Lazio-Torino - a Formello si aspettano che la propria richiesta venga accolta.
Poi il collegio, costituito da altri 4 giudici oltre l'avvocato Mastrocola, dovrà decidere se ammette la richiesta del Torino di porsi come parte 'ad opponendum', ovvero come parte interessata al fianco della procura federale per sanzionare la Lazio. Difficile però che arrivi un parere favorevole in merito.
Ultimo punto, ma non per importanza, la contestazione della Lazio alla Figc sulle sue facoltà di giurisdizione in ambito Uefa. Secondo i biancocelesti, la federazione e i suoi vari organi, compresa la procura, non hanno potere di sanzionare comportamenti nei tornei organizzati da altre federazioni o istituzioni europee. E diversi capi d'accusa, che hanno portato al deferimento del pm Chiné, fanno proprio riferimento ai tamponi svolti con la Synbab prima delle gare di Champions. Materia di competenza solo del giudice disciplinare della Uefa (Control Ethics and Disciplinary Body). La società di Formello chiederà anche di far parlare i rappresentanti della Synlab, che processa i tamponi per la Uefa, il cui protocollo prevede che sia chi effettua il test - e non i club - a informare direttamente le autorità sanitarie locali.
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