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Dalla Lazio al Besiktas, il bilancio di Immobile cinque mesi dopo: "Ero finito in un vortice"
Cinque mesi e undici giorni dopo il suo trasferimento, Ciro Immobile è tornato sulla decisione di lasciare la Lazio per trasferirsi al Besiktas nel corso di una lunga intervista rilasciata a 'Sky Sport': "Catapultarsi in una nuova dimensione è difficile di per sé, ma se lo fai come l'ho fatto io, facendo una doppietta alla prima partita che ha determinato la vittoria della Supercoppa... Ognuno ha la sua storia, ma le vere difficoltà sono state quando mi sono trasferito da piccolo perché non sai se arrivi, se ti infortuni. La vera partita la giochi lì. Ci sono tante cose che possono far andare male la tua carriera. Nel calcio, soprattutto nella Nazionale, ci sono molte critiche, non le calcolo molto ed è per quello che sono riuscito a fare un bell'Europeo, malgrado dicessero che mancava un attaccante all'Italia. Io sono l'ultimo ad aver vinto un Europeo però (ride, ndr)".
E ancora: "Il tifo del Besiktas è veramente assordante, qualcosa di importante. Il livello è buono, il campionato è molto equilibrato, anche l'anno scorso due squadre hanno lottato per il titolo fino alla fine. Sono venuto qui sicuramente per continuare a fare quello che mi piace e divertirmi, ma ci si diverte solo se si vince (ride, ndr). Sono cambiato rispetto alle esperienze estere, non sto avendo difficoltà in campo come prima magari. Il fatto di voler sempre migliorare, voler dare sempre più di tutti quanti, voler spronare gli altri... Credo di aver costruito la mia carriera su quello e ci sono riuscito: ho fatto più di 200 gol in A, ho vinto l'Europeo, la Scarpa d'Oro. Ancora non me ne rendo conto, ma se faccio due calcoli non è poco ciò che ho fatto".
Successivamente, Immobile è tornato sui motivi che l'hanno spinto a lasciare la Lazio: "Dopo l'addio di Sarri ho vissuto un periodo davvero molto tosto. Da capitano mi sono accollato delle responsabilità che nemmeno pensavo di avere: non ero pronto e sono finito in un vortice più grande di me. Se non sei lucido di testa, le gambe non girano e ti fai male, esattamente come mi è successo. Tutte queste cose mi hanno portato a decidere di lasciare. Mi è stata molto di aiuto anche mia moglie Jessica: aveva visto un Ciro cambiato, io avevo capito di essere alla fine di un ciclo".
E ancora: "Il tifo del Besiktas è veramente assordante, qualcosa di importante. Il livello è buono, il campionato è molto equilibrato, anche l'anno scorso due squadre hanno lottato per il titolo fino alla fine. Sono venuto qui sicuramente per continuare a fare quello che mi piace e divertirmi, ma ci si diverte solo se si vince (ride, ndr). Sono cambiato rispetto alle esperienze estere, non sto avendo difficoltà in campo come prima magari. Il fatto di voler sempre migliorare, voler dare sempre più di tutti quanti, voler spronare gli altri... Credo di aver costruito la mia carriera su quello e ci sono riuscito: ho fatto più di 200 gol in A, ho vinto l'Europeo, la Scarpa d'Oro. Ancora non me ne rendo conto, ma se faccio due calcoli non è poco ciò che ho fatto".
Successivamente, Immobile è tornato sui motivi che l'hanno spinto a lasciare la Lazio: "Dopo l'addio di Sarri ho vissuto un periodo davvero molto tosto. Da capitano mi sono accollato delle responsabilità che nemmeno pensavo di avere: non ero pronto e sono finito in un vortice più grande di me. Se non sei lucido di testa, le gambe non girano e ti fai male, esattamente come mi è successo. Tutte queste cose mi hanno portato a decidere di lasciare. Mi è stata molto di aiuto anche mia moglie Jessica: aveva visto un Ciro cambiato, io avevo capito di essere alla fine di un ciclo".
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