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Lazio, Gila: "Ecco perché il numero 34. Da Ancelotti a Kroos, le mie origini al Real Madrid"
Mario Gila, difensore della Lazio, nel corso della sua intervista con i canali ufficiali del club biancoceleste (leggi qui l'integrale) ha ripercorso la sua carriera guardando anche alle origini. Partendo per esempio dal suo idolo: "Sergio Ramos e lo sarà sempre. Amo tutto di lui, il suo stile di gioco, come carica la squadra, quello che trasmette. Ho avuto la fortuna di potermi allenare con lui. Ora invece mi piace molto Gvardiol del Manchester City".
Nasce a Barcellona ma si impone nel Real Madrid...
"Due città opposte, me lo dicono in molti. Se fosse arrivata prima la proposta del Barcellona, probabilmente avrei accettato per non allontanarmi da casa. Per fortuna però ho avuto la chiamata del Real Madrid, il miglior club del mondo. Per me è stato bellissimo".
Perché vince quasi sempre il Real Madrid?
"Merito del Dna del club. Tante squadre hanno grandi calciatori ma la loro energia è incredibile, gli permette di realizzare rimonte impossibili. Quando sono sotto, sanno che con un gol tutto può cambiare".
Si porta dentro un consiglio ricevuto ancora oggi?
"Mi sono rimasti impressi gli atteggiamenti, come ad esempio i campioni in rosa gestivano ogni tipo di situazione, in campo e fuori. Poi ovviamente anche Ancelotti mi ha dato consigli preziosi".
Il compagno di squadra più forte?
"Toni Kroos. Non rubava l'occhio come gli altri ma faceva vincere le partite dettando il ritmo della partita, era una follia come giocatore. Il talento di Isco invece è andato un po' sprecato, aveva una qualità pazzesca; eccezionale. Purtroppo i tanti infortuni hanno condizionato la sua esperienza al Real Madrid".
Perché la maglia numero 34?
"Sono molto scaramantico, avevo quel numero quando debuttai con il Real Madrid. E in quell'annata, il club aveva vinto 34 campionati spagnoli, prima di conquistare il 35°. Mi è sembrata una connessione, mi ha colpito".
Nasce a Barcellona ma si impone nel Real Madrid...
"Due città opposte, me lo dicono in molti. Se fosse arrivata prima la proposta del Barcellona, probabilmente avrei accettato per non allontanarmi da casa. Per fortuna però ho avuto la chiamata del Real Madrid, il miglior club del mondo. Per me è stato bellissimo".
Perché vince quasi sempre il Real Madrid?
"Merito del Dna del club. Tante squadre hanno grandi calciatori ma la loro energia è incredibile, gli permette di realizzare rimonte impossibili. Quando sono sotto, sanno che con un gol tutto può cambiare".
Si porta dentro un consiglio ricevuto ancora oggi?
"Mi sono rimasti impressi gli atteggiamenti, come ad esempio i campioni in rosa gestivano ogni tipo di situazione, in campo e fuori. Poi ovviamente anche Ancelotti mi ha dato consigli preziosi".
Il compagno di squadra più forte?
"Toni Kroos. Non rubava l'occhio come gli altri ma faceva vincere le partite dettando il ritmo della partita, era una follia come giocatore. Il talento di Isco invece è andato un po' sprecato, aveva una qualità pazzesca; eccezionale. Purtroppo i tanti infortuni hanno condizionato la sua esperienza al Real Madrid".
Perché la maglia numero 34?
"Sono molto scaramantico, avevo quel numero quando debuttai con il Real Madrid. E in quell'annata, il club aveva vinto 34 campionati spagnoli, prima di conquistare il 35°. Mi è sembrata una connessione, mi ha colpito".
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