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Lazio, Guendouzi: "La Serie A mi ha reso migliore, è seconda solo alla Premier League"
Matteo Guendouzi, centrocampista della Lazio, ha rilasciato una lunga intervista a La Gazzetta dello Sport, nel corso della quale ha tracciato un bilancio della sua esperienza in Serie A: "Alla Lazio e nel campionato italiano mi trovo molto bene, sono soddisfatto della scelta fatta. Anche se sono qui da poco più di un anno credo di essere cresciuto parecchio come calciatore. Il vostro campionato è secondo solo alla Premier e, dal punto di vista tattico, è il massimo che ci sia. E questo, specie per un centrocampista, è un fattore molto importante".
Ligue 1, Premier, poi Bundesliga, di nuovo Ligue 1 e ora Serie A. Qual è l’aspetto più bello di ciascuno dei quattro tornei in cui ha giocato?
"Da noi, in Francia, la qualità media dei singoli giocatori. Ogni anno ne vengono fuori di nuovi. In Germania c’è un calcio spensierato, perché si pensa solo al gol, la fase difensiva è secondaria. La Serie A è il campionato top a livello tattico e molto equilibrato. Ogni partita è difficile, anche quelle contro le squadre che arrivano dalla B. E la Premier è... la Premier, il massimo che ci sia a livello mondiale, in campo e fuori. Però pure qui in Italia c’è un coinvolgimento da parte della gente che è altrettanto bello".
Il suo punto di approdo, l’Italia, era scritto sin dall’inizio nel suo nome, Matteo, che è appunto italiano.
"Quando me lo fanno notare rispondo che tutte le strade portano a Roma... Evidentemente l’Italia era nel mio destino sin dall’inizio".
Ligue 1, Premier, poi Bundesliga, di nuovo Ligue 1 e ora Serie A. Qual è l’aspetto più bello di ciascuno dei quattro tornei in cui ha giocato?
"Da noi, in Francia, la qualità media dei singoli giocatori. Ogni anno ne vengono fuori di nuovi. In Germania c’è un calcio spensierato, perché si pensa solo al gol, la fase difensiva è secondaria. La Serie A è il campionato top a livello tattico e molto equilibrato. Ogni partita è difficile, anche quelle contro le squadre che arrivano dalla B. E la Premier è... la Premier, il massimo che ci sia a livello mondiale, in campo e fuori. Però pure qui in Italia c’è un coinvolgimento da parte della gente che è altrettanto bello".
Il suo punto di approdo, l’Italia, era scritto sin dall’inizio nel suo nome, Matteo, che è appunto italiano.
"Quando me lo fanno notare rispondo che tutte le strade portano a Roma... Evidentemente l’Italia era nel mio destino sin dall’inizio".
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