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Juve Stabia, Floriani Mussolini: "Voglio essere giudicato per come gioco non per il cognome"
Uno dei volti nuovi di questa Serie B è senza dubbio quello di Romano Floriani Mussolini, esterno di proprietà della Lazio, ma attualmente in prestito alla sorprendete Juve Stabia di Guido Pagliuca. "Non ho patito il salto - racconta a La Gazzetta dello Sport in relazione alla sua precedente esperienza in Serie C con il Pescara -, anche se la B richiede attenzione massima: se sbagli ti puniscono. Mi manca soltanto il gol, dopo due
pali con Palermo e Samp... Con Zeman allenamenti al limite delle potenzialità fisiche, con gradoni e corse campestri, un lavoro che mi porto ancora dentro: la corsa è un mio punto di forza. Pagliuca lavora più sulla tattica, ha idee geniali ed è un gran motivatore. Fanno moduli diversi, ma anche con Zeman stavo alto e per me è l’ideale".
Spazio, poi ad un pensiero sugli obiettivi stagionali delle Vespe. Qualcosa in più della salvezza? "No no, Pagliuca ci chiede di essere umili e lavorare, quindi nessuna distrazione".
Il 21enne parla anche del tema legato al suo cognome, particolarmente pesante, e di come lo ha imparato a gestire fin dagli albori della sua carriera: "Queste cose legate al mio cognome non mi interessano. Ci sarà sempre qualche pregiudizio, ma il mio lavoro non c’entra e a me non pesa. Se incidesse sulla mia carriera? Sarebbe un dispiacere enorme. Cosa ci posso fare? Quello che conta è quello che faccio in campo. Finora è stato così".
pali con Palermo e Samp... Con Zeman allenamenti al limite delle potenzialità fisiche, con gradoni e corse campestri, un lavoro che mi porto ancora dentro: la corsa è un mio punto di forza. Pagliuca lavora più sulla tattica, ha idee geniali ed è un gran motivatore. Fanno moduli diversi, ma anche con Zeman stavo alto e per me è l’ideale".
Spazio, poi ad un pensiero sugli obiettivi stagionali delle Vespe. Qualcosa in più della salvezza? "No no, Pagliuca ci chiede di essere umili e lavorare, quindi nessuna distrazione".
Il 21enne parla anche del tema legato al suo cognome, particolarmente pesante, e di come lo ha imparato a gestire fin dagli albori della sua carriera: "Queste cose legate al mio cognome non mi interessano. Ci sarà sempre qualche pregiudizio, ma il mio lavoro non c’entra e a me non pesa. Se incidesse sulla mia carriera? Sarebbe un dispiacere enorme. Cosa ci posso fare? Quello che conta è quello che faccio in campo. Finora è stato così".
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