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Lazio, Vecino: "Sarri mi ha cambiato la carriera. Baroni? Con lui siamo più verticali"
Matias Vecino, centrocampista della Lazio, è intervenuto al microfono di Lalaziasiamonoi.it per un'intervista esclusiva, nel corso della quale si è soffermato anche sull'importanza della figura di Maurizio Sarri, l'uomo che l'ha voluto nella squadra biancoceleste: "Mi ha cambiato la carriera. Io non avevo ancora trovato continuità, poi lui mi ha disegnato un ruolo e insegnato tante cose a livello tattico. È stato il primo anno in cui ho fatto 40 partite di fila e tutte dal primo minuto. Da lì sono tornato alla Fiorentina già pronto per fare il titolare. Sarri mi ha voluto diverse volte a Napoli, poi ci siamo ritrovati qui alla Lazio e mi ha dato la possibilità di rivalutarmi come giocatore affidabile”.
Questa è una Lazio che arriva da Sarri e da Tudor, ma è soprattutto di Marco Baroni: quanto è cambiata in questo anno e mezzo?
“È cambiato parecchio, parliamo di allenatori e persone diverse. Ai tempi di oggi comunque un calciatore deve sapersi adattare a diverse situazioni e richieste. Ci vuole sempre un po’ di tempo per cambiare metodologie e allenamenti, ma credo che lo stiamo facendo molto bene. Mister Baroni è una persona semplice, molto diretta con i suoi concetti, che si fida molto dei calciatori e li ascolta. Noi siamo contenti, credo che da fuori si veda che c’è un bell’ambiente di grande unione, dove tutti ci sentiamo importanti. Giocando ogni tre giorni questo è fondamentale”.
Il merito più grande per questo periodo sembra proprio essere di Marco Baroni. Che allenatore è? Qual è la cosa più importante che ha dato a questa Lazio, sia tatticamente che fuori dal campo?
“A livello di campo vuole una squadra più verticale rispetto all’idea di Sarri. Baroni vuole attaccare subito, mettere gli esterni nell’uno contro uno e creare difficoltà agli avversari. E noi abbiamo giocatori che fanno la differenza sulle fasce. Poi è un allenatore che vuole arrivare con tanta gente in attacco, non vuole coprirsi per paura di prendere una ripartenza. Dobbiamo sempre aggredire ed essere una squadra che propone e trasmette qualcosa alla gente. Credo che per il momento ci stiamo riuscendo. Chi vede da fuori questa Lazio si diverte, al di là del risultato, fino all’ultimo è una squadra che cerca sempre la vittoria, nonostante gli errori”.
Questa è una Lazio che arriva da Sarri e da Tudor, ma è soprattutto di Marco Baroni: quanto è cambiata in questo anno e mezzo?
“È cambiato parecchio, parliamo di allenatori e persone diverse. Ai tempi di oggi comunque un calciatore deve sapersi adattare a diverse situazioni e richieste. Ci vuole sempre un po’ di tempo per cambiare metodologie e allenamenti, ma credo che lo stiamo facendo molto bene. Mister Baroni è una persona semplice, molto diretta con i suoi concetti, che si fida molto dei calciatori e li ascolta. Noi siamo contenti, credo che da fuori si veda che c’è un bell’ambiente di grande unione, dove tutti ci sentiamo importanti. Giocando ogni tre giorni questo è fondamentale”.
Il merito più grande per questo periodo sembra proprio essere di Marco Baroni. Che allenatore è? Qual è la cosa più importante che ha dato a questa Lazio, sia tatticamente che fuori dal campo?
“A livello di campo vuole una squadra più verticale rispetto all’idea di Sarri. Baroni vuole attaccare subito, mettere gli esterni nell’uno contro uno e creare difficoltà agli avversari. E noi abbiamo giocatori che fanno la differenza sulle fasce. Poi è un allenatore che vuole arrivare con tanta gente in attacco, non vuole coprirsi per paura di prendere una ripartenza. Dobbiamo sempre aggredire ed essere una squadra che propone e trasmette qualcosa alla gente. Credo che per il momento ci stiamo riuscendo. Chi vede da fuori questa Lazio si diverte, al di là del risultato, fino all’ultimo è una squadra che cerca sempre la vittoria, nonostante gli errori”.
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