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Cosa c’è dietro il comunicato: De Laurentiis e Lotito i più contrari alla proposta di GravinaTUTTO mercato WEB
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ieri alle 21:53Serie A
di Ivan Cardia

Cosa c’è dietro il comunicato: De Laurentiis e Lotito i più contrari alla proposta di Gravina

Aurelio De Laurentiis interviene a gamba tesa sulla riforma. Con un comunicato sul sito ufficiale del Napoli, il patron azzurro ha spiegato le ragioni che lo portano a considerare negativamente la riforma statutaria della Figc proposta da Gabriele Gravina. ADL, inoltre, ha specificato che, nei confronti del presidente federale, non vi è alcun tipo di conflitto personale, ma solo sui contenuti.

Di cosa si sta parlando. La riforma dello statuto Figc, che sarà discussa il prossimo 4 novembre a Roma in assemblea straordinaria, è resa necessaria dalle norme introdotte in estate dal cosiddetto "emendamento Mulé". Quest'ultimo prevede che il peso politico delle leghe professionistiche - cioè Serie A, B e C - sia correlato alla rispettiva dimensione economica. Nella sua versione originale, l'emendamento presentava una formulazione molto più chiara e incisiva: è stato approvato solo una volta depotenziato, a seguito degli avvisi di Fifa e Uefa, che hanno invitato il governo italiano a non interferire sull'autonomia dello sport e del calcio in Italia.

Come funzionano i pesi elettorali in Figc. Attualmente, la lega più rappresentativa è la Serie D, che ha il 34% dei voti e 6 consiglieri. Seguono la Serie C - 17% e 3 consiglieri - poi la Serie A con il 12% e 3 consiglieri, infine la B con il 5% e un consigliere. La legge Melandri attribuisce una rappresentanza minima del 30% a calciatori e allenatori, che hanno rispettivamente quattro e due rappresentanti in consiglio federale. Il 2% residuo, più un consigliere - in totale fanno parte del consiglio federale 21 rappresentanti, tra cui il presidente Figc - va agli arbitri.


Cosa prevede la proposta di Gravina. Il presidente federale l'ha depositata oggi, dopo diverse interlocuzioni nel corso delle scorse settimane. La bozza ha due settori di intervento. In primis, riconosce alle leghe un'autonomia più ampia, soprattutto alla Serie A: il massimo campionato è l'unico a mantenere il diritto d'intesa - la facoltà di veto - sulle decisioni federali che lo riguardano, con l'eccezione di alcune tematiche (per esempio i controlli sui club) su cui resta il contro-veto della Figc. Inoltre, la proposta di Gravina ridisegna il quadro dei pesi elettorali: rimangono invariati quelli di Serie D, allenatori e calciatori. Gli arbitri perdono percentuale e un consigliere, ricevendo in cambio una più ampia autonomia gestionale. La A vede aumentare la percentuale al 18% e i consiglieri a quattro, la B sale al 6% con due consiglieri, la C scende al 12% con due consiglieri.

La posizione delle altre leghe. Sono soddisfatte della proposta la Serie D - a TMW ne ha parlato oggi il presidente Abete - e la Serie B. Meno la C, che però riconosce la necessità di un riequilibrio e si attende che ne consegua un riconoscimento economico, da versare nella riforma Zola sui giovani, fortemente voluta dal presidente Matteo Marani.

La posizione della Serie A. Ufficialmente, non c'è. I club del massimo campionato si riuniranno domani in assemblea per cercare di arrivare a una sintesi. Nelle ultime settimane, si è delineata una divisione abbastanza chiara: alcune società - Juventus, Inter e Atalanta su tutte - sono favorevoli alla proposta di Gravina. Altre, guidate proprio da De Laurentiis e da Claudio Lotito - spingono per avere ulteriore autonomia o uno/due consiglieri in più. Nella giornata di oggi, il presidente di lega Casini ha, senza successo, cercato di ottenere una modifica della proposta da Gravina, ritoccando l'autonomia. Dopo l'uscita pubblica di De Laurentiis, vi sarà da capire se la A riuscirà ad arrivare a una posizione comune o meno. In assemblea, il 4 novembre, ciascun club avrà un voto (calibrato in base al peso elettorale del proprio campionato) e la proposta passerà a maggioranza del 50% più uno dei voti.