Lazio, Liverani: "Baroni ha riportato entusiasmo. Di Canio? Quel gol al derby..."
La Lazio di oggi, poi un salto nel passato. Intervenuto ai microfoni di Radio Laziale, Fabio Liverani a toccato svariati argomenti, partendo da un'analisi generale della squadra di Baroni, prima di addentrarsi nei singoli partendo da Castrovilli, fino a Dia, passando per Tchaouna e Rovella. Non manca, ovviamente, anche il riferimento al derby del 2006, quando lanciò Di Canio in porta:
"La Lazio sta facendo qualcosa di bello, di continuativo, oltre alla prestazione porta a casa i risultati. Ha ricreato l'entusiasmo dello stadio e questo può portare qualcosa di più, spingere la squadre anche oltre il proprio livello. Un binomio importante. La vedo in lotta per la Champions insieme all'Atalanta. Io faccio i complimenti anche al d.s., Fabiani ha costruito una squadra perfetta per quella che era la scelta dell'allenatore e ha preso giocatori perfetti per le sue caratteristiche. Li ha trovati tutti bravi. L'applauso va fatto per la condivisione tra allenatore, proprietà e direttore e che è venuta meno negli scorsi anni. L'allenatore va scelto dal direttore sportivo, che a sua volta è scelto dal presidente. Se un tecnico non va bene al d.s. allora ci sono problemi".
MIGLIORAMENTI - "Io credo che la strada sia giusta. Il gruppo è coinvolto quasi totalmente e questo fa alzare il livello degli allenamenti e la partecipazione dei giocatori, al di là anche del minutaggio che gli viene concesso. Non so quanto può crescere, bisognerà capire quando non si è più una sorpresa quanto mentalmente tutti riusciranno a rimanere legati ai quattro posti fondamentali per la Champions".
CASTROVILLI - "Quando ho vinto il campionato di Serie B contro il Lecce, lui era alla Cremonese e io ho visto in lui un giocatore di un'altra categoria. Noi perdiamo a Cremona e lui, essendo di Bari, ha un'esultanza esagerata. Io ci parlo per convincerlo a venire al Lecce, ma era di proprietà della Fiorentina, rimase lì e decollò subito. Già nel 2018 era un giocatore strepitoso, sicuramente gli infortuni gli creano delle problematiche. Lui era un centrocampista che si inseriva, faceva gol, aveva tecnica. Penso ci voglia un po' più di pazienza con lui. Dove lo metto nel 4-2-3-1? Può fare il sotto punta, in certe situazione vicino a Guendouzi o Rovella può giocare. Sicuramente è più offensivo e quindi bisogna trovare un equilibrio, se si gioca con Noslin, Dia, Castellanos e Tchaouna ti dico di no. Se giocato Zaccagni, Isaksen e Dia ti dico di sì perché difendono di più".
ROVELLA - "Un altro giocatore con la storia simile a Castrovilli. Viene dal settore giovanile del Genoa, ho seguito la sua crescita, quando vado a Cagliari lui era della Juve, ma non aveva ancora giocato in Serie A, dissi al presidente di provare a fare uno sforzo per prenderlo. Poi però era di altri lidi e quindi non riuscimmo a prenderli. Mi disse che sarebbe andato in Serie A e non sarebbe sceso in B. Avrà una carriera importante e di livello, un valore aggiunto anche per l'Italia. Secondo me Tonali, Frattesi e Barella sono superiore a tutti, Ricci e Fagioli sono buoni giocatori, ma non distanti da Nicolò".
TCHAOUNA - "Ha velocità, forza, calcia in porta e ha fisicità, sa attaccare la profondità. Deve trovare la maturità di capire le partite, come giocarle, i tempi. Con lui c'è bisogno di pazienza, ma è un giocatore forte e di grande prospettiva. Sembra pigro? Quello è il suo modo di essere, un po' anarchico. Bisogna dargli il tempo di capire dove si trova".
DIA TREQUARTISTA - "Non è una prima punta, sa giocare a calcio molto bene, vede il gioco, è intelligente tatticamente, vede la porta. Lui è veramente un top, può giocare tranquillamente ovunque in Serie A. Sa far gol, tecnicamente è forte. Parliamo di un colpo, per qualità prezzo, tra i migliori nel campionato italiano".
DI CANIO E IL GOL SOTTO LA SUD - "Io e Angelo (Peruzzi,ndr) eravamo convinti che avrebbe segnato nel derby e che lo avrebbe fatto sotto la Sud. In settimana quindi lo stuzzicavamo, gli dicevamo che aveva una certa età, che sotto la Sud non ci sarebbe più andato, che non era più come quando era prima, che avrebbe fatto un'esultanza ridicola. Lo abbiamo caricato, ma non ne aveva bisogno Paolo".