
Iuliano: "Motta? Non si possono cacciare i calciatori... La Juve deve andare in Champions"
Raggiunto da Sport Mediaset, l’ex difensore bianconero Mark Iuliano ha parlato delle novità in casa Juventus, dove a ore Igor Tudor prenderà il posto di Thiago Motta. Prima, però, si è soffermato su Germania-Italia di questa sera: “Spero in una bella partita, come all’andata. Mi è piaciuta l’Italia di San Siro ed è un peccato ritrovarsi con una sconfitta per due palle inattive dopo una prestazione del genere. Sono contento per Luciano Spalletti e come tifoso dell’Italia, anche se dispiaciuto per l’andata. Però penso che la Nazionale abbia le caratteristiche
Giusto continuare con la difesa a tre? “Penso che Spalletti non abbia bisogno dei miei consigli, sia a tre o a quattro è un maestro. Lo vedo molto centrato, poi la maggior parte delle squadre giocano a tre e lui deve rappresentare quello che dice il campionato italiano. Lo sta facendo bene, ha anche interpreti forti e c’è da dire che molti calciatori sono spremuti e qualcuno anche infortunato. È un grosso handicap, ovviamente non solo per l’Italia”.
Giusto esonerare Thiago Motta?
“Io parlo da tifoso, sono nato juventino e lo sarà per sempre, oltre ad averci giocato. È sempre doloroso vedere la squadra che soffre, però a un certo punto serve prendere le decisioni. Io non so se sia giusto esonerare Thiago Motta, sicuramente è un grande professionista che ha cercato di fare il suo meglio. Però le prestazioni non sempre sono state convincenti: la Juve viene prima di allenatori e calciatori. Non potendosi mandare via i calciatori, bisogna decidere cosa fare e farlo in fretta. La Juve ha bisogno di andare in Champions, se devi cambiare è giusto prendere decisioni forti”.
Tudor sembra in vantaggio.
“Conosco molto bene Giuntoli. Nonostante le critiche, mosse anche a lui, so che tipo di dirigente è. È un grandissimo conoscitore di calcio, penso sia uno dei migliori nel suo ruolo. Igor è un grande allenatore, penso che possa fare benissimo: conosce l’ambiente, la società, cosa significa essere alla Juve”.
Del Piero è stato molto duro dopo i ko con Atalanta e Fiorentina. Nella vostra Juve sarebbe arrivata una reazione?
“Nella mia Juve non sarebbe mai successo. Erano tutti fuori fenomeni. Poi non è giusto parlare del passato, perché ogni epoca è diversa, però chi arrivava alla Juve sapeva cosa trovava e cosa doveva fare: è quello che negli ultimi anni si è perso, i calciatori sono diventati più protagonisti rispetto allo stemma che portano sul petto”.
Giusto continuare con la difesa a tre? “Penso che Spalletti non abbia bisogno dei miei consigli, sia a tre o a quattro è un maestro. Lo vedo molto centrato, poi la maggior parte delle squadre giocano a tre e lui deve rappresentare quello che dice il campionato italiano. Lo sta facendo bene, ha anche interpreti forti e c’è da dire che molti calciatori sono spremuti e qualcuno anche infortunato. È un grosso handicap, ovviamente non solo per l’Italia”.
Giusto esonerare Thiago Motta?
“Io parlo da tifoso, sono nato juventino e lo sarà per sempre, oltre ad averci giocato. È sempre doloroso vedere la squadra che soffre, però a un certo punto serve prendere le decisioni. Io non so se sia giusto esonerare Thiago Motta, sicuramente è un grande professionista che ha cercato di fare il suo meglio. Però le prestazioni non sempre sono state convincenti: la Juve viene prima di allenatori e calciatori. Non potendosi mandare via i calciatori, bisogna decidere cosa fare e farlo in fretta. La Juve ha bisogno di andare in Champions, se devi cambiare è giusto prendere decisioni forti”.
Tudor sembra in vantaggio.
“Conosco molto bene Giuntoli. Nonostante le critiche, mosse anche a lui, so che tipo di dirigente è. È un grandissimo conoscitore di calcio, penso sia uno dei migliori nel suo ruolo. Igor è un grande allenatore, penso che possa fare benissimo: conosce l’ambiente, la società, cosa significa essere alla Juve”.
Del Piero è stato molto duro dopo i ko con Atalanta e Fiorentina. Nella vostra Juve sarebbe arrivata una reazione?
“Nella mia Juve non sarebbe mai successo. Erano tutti fuori fenomeni. Poi non è giusto parlare del passato, perché ogni epoca è diversa, però chi arrivava alla Juve sapeva cosa trovava e cosa doveva fare: è quello che negli ultimi anni si è perso, i calciatori sono diventati più protagonisti rispetto allo stemma che portano sul petto”.
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