
Milan: tra Paratici e De Zerbi. Inter: il bilancino di Inzaghi. Napoli: il futuro di Conte. Fiorentina: le cantonate su Kean. E la legge del sor Claudio
È partita la volatona, ve ne siete accorti. La volatona sottende due concetti molto interessanti: 1) Non ci sono più soste. 2) La fine si avvicina. Ma la volatona è anche foriera di polemichissime, rogne tipiche di chi frequenta l’ambaradan pallonaro. Ne trattiamo alcune.
Paratici e il Milan sono promessi sposi, anzi, già amanti limonerecci. Ormai è il segreto di Pulcinella: l’ex bianconero è il prescelto di Furlani che, a sua volta è il favorito di patron Cardinale per gestire il carrozzone, con buona pace di Ibra che per la prima volta in carriera dovrà accettare di essere “uno tra i tanti”. Del resto lo pagano profumatamente, c’è di peggio. La scelta divide: l’ex Juve e Tottenham è l’uomo giusto? Sì, se avrà libertà di scelta, e a patto che non si faccia prendere la mano come nelle ultime stagioni bianconere. Pare che il suddetto abbia già scelto il tecnico: De Zerbi. Nel caso, bella mossa.
Conte batte il Milan e dice: “L’Inter è una corazzata, la più forte, e dovrebbe fare un campionato a sé”. E si dimostra grande comunicatore, di quelli che tirano una pedata alla palla e la rigettano nella metà campo avversaria senza tanti problemi. Si toglie responsabilità, pressioni, rogne varie, del resto a lui era stato richiesto solo di “tornare in Europa”, mica di vincere. Pura strategia. Sapete che c’è? Fa benissimo, ma vien da porre il quesito: se pensi che l’Inter sia una corazzata invincibile, di grazia, perché a suo tempo l’hai mollata come se fosse la Longobarda?
Postilla: resterà al Napoli o andrà via? In molti lo hanno già accostato a qualunque club, noi pensiamo che resterà al suo posto. Anche perché, francamente, per investimenti, bellezza della città, prospettive non è così semplice trovare di meglio.
Tener fuori Leao è un raro atto di masochismo e dovrebbe prevedere lo straccio del patentino da allenatore. Stiamo esagerando? Certamente sì, ma i dati sono chiari: su 100 “cose buone” prodotte dal Milan, 90 passano dai suoi piedi. Del resto, pensateci: cosa fa il tecnico della formazione avversaria quando vede che il portoghese si accomoda in panchina? Ringrazia il collega. Accadrà anche stasera nell’andata delle semifinale di Coppa Italia? No, Conceicao non arriverà a tanto.
Inzaghi fa la conta: delle partite che deve affrontare (una marea), dei calciatori a disposizione (mica troppi). Ogni appuntamento da qui alla fine di aprile sarà in qualche modo decisivo e l’allenatore nerazzurro dovrà trovare un equilibrio non semplice tra l’esigenza di schierare la formazione più competitiva possibile e quella di non mettere a repentaglio il finale di stagione di Tizio e Caio. Ecco perché dire ogni santa volta “ma che cambi fa” non ha alcun senso: significa non aver compreso la differenza tra dover affrontare una singola competizione e… doverle affrontare tutte quante.
“La Fiorentina che spende 13 milioni più bonus per Kean commette un errore elementare. Quasi 20 cucuzze per uno che ha fatto zero gol, che follia!”. Io me li ricordo bene quelli che dicevano ‘sta cazzata, me li ricordo benissimo, perché ero io.
L’azzurro con clausola da 52 milioni è diventato un colosso (mica solo per i gol) e bisogna fare i complimenti ai dirigenti viola (Pradè in testa): hanno fatto un colpaccio e ci sono anche anche De Gea, Cataldi, Fagioli, Gosens… Bravissimi.
Prima dell’arrivo del sor Claudio Ranieri la Roma era al 12° posto con 13 punti e a un passo dalla zona retrocessione; dopo l’arrivo del Sor Claudio Ranieri la Roma è al 6° posto con 52 punti e combatte fierissima per andare in Champions League. Il sor Claudio Ranieri è la dimostrazione che tutti i ragionamenti sul calcio dei numeri, degli algoritmi e così via hanno certamente la loro importanza e, però, diventano aria fritta di fronte al pragmatismo mescolato all’esperienza di un tizio che, banalmente, “sa come si fa”. Mica una volta, sempre.
Orsolini, per me, è forte.
Paratici e il Milan sono promessi sposi, anzi, già amanti limonerecci. Ormai è il segreto di Pulcinella: l’ex bianconero è il prescelto di Furlani che, a sua volta è il favorito di patron Cardinale per gestire il carrozzone, con buona pace di Ibra che per la prima volta in carriera dovrà accettare di essere “uno tra i tanti”. Del resto lo pagano profumatamente, c’è di peggio. La scelta divide: l’ex Juve e Tottenham è l’uomo giusto? Sì, se avrà libertà di scelta, e a patto che non si faccia prendere la mano come nelle ultime stagioni bianconere. Pare che il suddetto abbia già scelto il tecnico: De Zerbi. Nel caso, bella mossa.
Conte batte il Milan e dice: “L’Inter è una corazzata, la più forte, e dovrebbe fare un campionato a sé”. E si dimostra grande comunicatore, di quelli che tirano una pedata alla palla e la rigettano nella metà campo avversaria senza tanti problemi. Si toglie responsabilità, pressioni, rogne varie, del resto a lui era stato richiesto solo di “tornare in Europa”, mica di vincere. Pura strategia. Sapete che c’è? Fa benissimo, ma vien da porre il quesito: se pensi che l’Inter sia una corazzata invincibile, di grazia, perché a suo tempo l’hai mollata come se fosse la Longobarda?
Postilla: resterà al Napoli o andrà via? In molti lo hanno già accostato a qualunque club, noi pensiamo che resterà al suo posto. Anche perché, francamente, per investimenti, bellezza della città, prospettive non è così semplice trovare di meglio.
Tener fuori Leao è un raro atto di masochismo e dovrebbe prevedere lo straccio del patentino da allenatore. Stiamo esagerando? Certamente sì, ma i dati sono chiari: su 100 “cose buone” prodotte dal Milan, 90 passano dai suoi piedi. Del resto, pensateci: cosa fa il tecnico della formazione avversaria quando vede che il portoghese si accomoda in panchina? Ringrazia il collega. Accadrà anche stasera nell’andata delle semifinale di Coppa Italia? No, Conceicao non arriverà a tanto.
Inzaghi fa la conta: delle partite che deve affrontare (una marea), dei calciatori a disposizione (mica troppi). Ogni appuntamento da qui alla fine di aprile sarà in qualche modo decisivo e l’allenatore nerazzurro dovrà trovare un equilibrio non semplice tra l’esigenza di schierare la formazione più competitiva possibile e quella di non mettere a repentaglio il finale di stagione di Tizio e Caio. Ecco perché dire ogni santa volta “ma che cambi fa” non ha alcun senso: significa non aver compreso la differenza tra dover affrontare una singola competizione e… doverle affrontare tutte quante.
“La Fiorentina che spende 13 milioni più bonus per Kean commette un errore elementare. Quasi 20 cucuzze per uno che ha fatto zero gol, che follia!”. Io me li ricordo bene quelli che dicevano ‘sta cazzata, me li ricordo benissimo, perché ero io.
L’azzurro con clausola da 52 milioni è diventato un colosso (mica solo per i gol) e bisogna fare i complimenti ai dirigenti viola (Pradè in testa): hanno fatto un colpaccio e ci sono anche anche De Gea, Cataldi, Fagioli, Gosens… Bravissimi.
Prima dell’arrivo del sor Claudio Ranieri la Roma era al 12° posto con 13 punti e a un passo dalla zona retrocessione; dopo l’arrivo del Sor Claudio Ranieri la Roma è al 6° posto con 52 punti e combatte fierissima per andare in Champions League. Il sor Claudio Ranieri è la dimostrazione che tutti i ragionamenti sul calcio dei numeri, degli algoritmi e così via hanno certamente la loro importanza e, però, diventano aria fritta di fronte al pragmatismo mescolato all’esperienza di un tizio che, banalmente, “sa come si fa”. Mica una volta, sempre.
Orsolini, per me, è forte.
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