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Sconfitti da chi non vincerà e di nuovo avvolti da mille dubbi: qual è il livello della Serie A?TUTTO mercato WEB
© foto di www.imagephotoagency.it
ieri alle 10:25Serie A
di Raimondo De Magistris

Sconfitti da chi non vincerà e di nuovo avvolti da mille dubbi: qual è il livello della Serie A?

C'è solo l'Inter nelle prossime settimane non sarà solo un inno ufficiale. Sarà un monito, ci ricorderà che dal 20 febbraio in poi solo i campioni d'Italia difenderanno la Serie A nella competizione più importante. Nel giro di 29 ore Milan, Atalanta e Juventus si sono buttate via in rapida successione, hanno rimediato due sconfitte e un pareggio che hanno cancellato speranze e ambizioni di un movimento che sembrava in netta ripresa e che invece si riscopre nuovamente in piena convalescenza. Che vanta dodici vittorie tra Coppa dei Campioni e Champions League eppure da 15 anni non alza al cielo il trofeo più ambito.

Fabio Capello ha individuato nella differenza di intensità il problema principale. "La nostra Serie A soffre i ritmi alti del calcio europeo. Il nostro campionato sembra aver fatto un passo indietro dopo che nel 2023-24 eravamo cresciuti", ha detto. E ha ragione perché se da un lato l'Atalanta ha dovuto fare i conti con una ripresa stregata dopo un primo tempo disastroso (tra i peggiori dell'era Gasperini), dall'altro Milan e Juventus col passare dei minuti si sono scoperte svuotate. La squadra di Conceicao dopo la follia di Theo Hernandez è letteralmente sparita dal campo, quella di Thiago Motta ha concesso troppo spazio e coraggio ai padroni di casa e ha avuto una reazione non da Juve quando c'era da portare la partita almeno ai rigori.
Siamo di nuovo allocati nella periferia del calcio che conta e l'aggravante è che in tutti i casi le nostre squadre sono state eliminate da chi questa Champions League non la vincerà. L'Atalanta è stata sbattuta fuori dai campioni di Belgio, Milan e Juventus da due squadre olandesi (entrambe in Eredivisie alle spalle dell'Ajax di Farioli).


Sono state tutte eliminazioni coi favori del pronostico, maturate contro squadre che tendenzialmente ai club italiani hanno sempre venduto i loro giocatori migliori e non viceversa. Il Milan che nel giro di pochi giorni acquista Gimenez per 35 milioni di euro e poi consegna al club di Rotterdam il pass per gli ottavi di finale è forse la fotografia migliore di questo ragionamento. Ci spiega che in questo caso è impossibile tirar fuori il discorso dei fatturati e di un potere economico subalterno rispetto a chi spende e spande e regolarmente ci saccheggia. Perché quella è una verità incontrovertibile, che ha reso straordinario un successo che 25 anni fa sarebbe stato ordinario come quello dell'Atalanta in Europa League, ma che oggi non basta a spiegare perché a farci fuori siano state Club Brugge, Feyenoord e PSV Eindhoven.
Lo scorso anno a Dublino pensavamo finalmente di rivedere la luce in fondo al tunnel, il super girone di Champions aveva poi favorito questa entusiasmo. Oggi invece ci ritroviamo di nuovo avvolti da mille dubbi. Era solo un grosso abbaglio?