
La Juve crolla, Vaciago: "Una squadra di immaturi affidata a un allenatore immaturo"
Il direttore di Tuttosport Guido Vaciago ha analizzato il durissimo ko rimediato dalla Juventus ieri, contro l'Atalanta: "Era un esame e la Juventus è stata bocciata. Ancora una volta. Tutte le volte che la squadra di Thiago Motta ha affrontato una partita da non sbagliare, l’ha sempre disastrosamente sbagliata. Milan in Supercoppa, PSV in Champions, Empoli in Coppa Italia e, ieri, Atalanta in una serata che avrebbe potuto riabilitare una stagione andando oltre l’inseguimento contabile al quarto posto e si è trasformata in un’altra umiliazione tecnica e morale. La seconda in undici giorni, l’ultima ammissibile per non certificare il fallimento. Il quarto posto può (anzi deve) salvare il bilancio, non la stagione. Il bilancio del progetto varato in estate è irreparabilmente negativo.
E la ragione è proprio nella natura stessa del progetto: una squadra di immaturi affidata a un allenatore immaturo. Un po’ troppo per la maglia della Juventus che, con sette mesi di ritardo, Thiago Motta si è reso conto essere molto pesante. Intendiamoci: la filosofia di ringiovanimento della rosa (per assecondare il necessario contenimento dei costi) era e rimane condivisibile, anzi da applaudire, ma pensare di costruire una Juventus, ovvero una squadra con la maglia piombata da aspettative e responsabilità, senza giocatori di esperienza e carattere è una scommessa temeraria, resa ancora più spericolata dall’epurazione scientifica dei vecchi leader, giunta fino a gennaio con la cacciata di Danilo. Per carità, non era il brasiliano che, ieri o contro l’Empoli, avrebbe salvato la baracca, ma il suo caso è indicativo di una scelta precisa di non avere in squadra uomini di spessore caratteriale e/o l’esperienza necessaria a evitare catastrofici naufragi.
All’inesperienza della squadra, Motta ha aggiunto la sua. Ha frullato ruoli, formazioni, sicurezze, non ha costruito un gruppo, ha capito tardi le difficoltà e le esigenze del contesto in cui si trova, tirando dritto con le sue idee anche dopo le prime musate. Resta un buon allenatore in potenza, uno che può anche diventare grande, ma sta facendo scuola guida e lo sta facendo con un’auto di lusso, che ha già ammaccato parecchio e rischia di lasciare malconcia".
E la ragione è proprio nella natura stessa del progetto: una squadra di immaturi affidata a un allenatore immaturo. Un po’ troppo per la maglia della Juventus che, con sette mesi di ritardo, Thiago Motta si è reso conto essere molto pesante. Intendiamoci: la filosofia di ringiovanimento della rosa (per assecondare il necessario contenimento dei costi) era e rimane condivisibile, anzi da applaudire, ma pensare di costruire una Juventus, ovvero una squadra con la maglia piombata da aspettative e responsabilità, senza giocatori di esperienza e carattere è una scommessa temeraria, resa ancora più spericolata dall’epurazione scientifica dei vecchi leader, giunta fino a gennaio con la cacciata di Danilo. Per carità, non era il brasiliano che, ieri o contro l’Empoli, avrebbe salvato la baracca, ma il suo caso è indicativo di una scelta precisa di non avere in squadra uomini di spessore caratteriale e/o l’esperienza necessaria a evitare catastrofici naufragi.
All’inesperienza della squadra, Motta ha aggiunto la sua. Ha frullato ruoli, formazioni, sicurezze, non ha costruito un gruppo, ha capito tardi le difficoltà e le esigenze del contesto in cui si trova, tirando dritto con le sue idee anche dopo le prime musate. Resta un buon allenatore in potenza, uno che può anche diventare grande, ma sta facendo scuola guida e lo sta facendo con un’auto di lusso, che ha già ammaccato parecchio e rischia di lasciare malconcia".
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