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Il capolavoro di Pradè, l'inevitabile (e amara) scelta di Giuntoli. Una clausola che sembrava un'esagerazione e ora è un 'rischio' per la Fiorentina: i Viola blindino subito Moise Kean
Editorialista e uomo mercato di TMW, è speaker e radiocronista per Radio Sportiva. In RAI con retroscena e analisi mercato
Quindici gol, Fiorentina quarta, Firenze pazza di lui. Moise Kean è l'uomo del momento sulle rive dell'Arno e la doppietta contro l'Inter di due sere fa certifica più cose. La prima: è un capolavoro di Daniele Pradè e di Raffaele Palladino. La seconda: è un amaro rimpianto, ma inevitabile per come erano andate le cose, per la Juventus di Cristiano Giuntoli. C'è poi una terza storia, che racconteremo adesso, che ha una cifra che sembrava un Everest impossibile da raggiungere e invece ora è diventata una salitella di terza categoria. 52. Come i milioni della clausola rescissoria del centravanti della Fiorentina.
Palladino chiama, Pradè risponde
Raffaele Palladino avrebbe voluto Moise Kean anche ai tempi del Monza. E' stato direttamente lui a fare il nome della punta della Juventus al direttore sportivo Daniele Pradè che si è subito attivato e ha chiuso la trattativa. 13 milioni di euro più 5 di bonus. L'affare sembrava averlo fatto la Vecchia Signora per un ragazzo reduce da una stagione da zero (zero!) gol, con più di un mese pure da titolare. La prontezza di una dirigenza deve essere quella di rispondere, disponibilità permettendo, a richieste ed esigenze del proprio allenatore. Visto il rendimento, è stata un'opera perfetta. Adesso però viene il difficile: perché Kean ha una clausola da 52 milioni di euro e per quello che è il rendimento, c'è da immaginare che tante big d'Europa si muoveranno. La Fiorentina si sbrighi a blindarlo, a togliere la clausola, anche se c'è già da immaginarseli, Pradè e Goretti, sorridere davanti a queste righe al grido di 'secondo voi non ci stiamo già pensando?'. Tra il dire e il fare, ci sarà di mezzo Kean.
Kean non convinceva tutti. Anzi
Kean e il tempo che resta da qui alle ipotesi di fine stagione. A proposito di tesi e di giudizi, e non ce ne voglia chi (ne abbiamo scelto solo un piccolissimo campione) citiamo in queste righe dei famosi 'ipse dixit'. Ma Kean alla Fiorentina mica convinceva tutti. Anzi. In ordine sparso, non appena la Fiorentina ufficializzò Moise Kean. Delio Rossi: "Non lo vedo centravanti, non è il mio attaccante ideale, non a grosse doti tecniche". Oreste Cinquini. "L'affare lo ha fatto la Juventus, ha giocato 600 minuti e non perché Allegri è uno sprovveduto. La Juventus con Kean si è pagata Douglas Luiz, se Kean è stato voluto da Palladino il problema è lui. Serviva un finalizzatore e Kean non risponde a questo profilo, mi sembra l'ennesimo favore alla Juventus". Roberto Pruzzo. "Kean è un rischio troppo grosso, il giocatore è da evitare, lo avrei preso solo a zero". Fabrizio Lucchesi. "Il problema del gol non lo risolvi con Kean, non è con lui che arrivi tra le prime cinque squadre italiane". Insomma, allenatori veterani, direttori esperti, grandi ex attaccanti, giusto un piccolissimo campione di un esercito di pareri contrari a Kean alla Fiorentina.
Per la Juventus era una cessione inevitabile
E la Juventus? Non giriamoci intorno, nei giudizi serve oggettività. Alla Juventus era una storia finita, Kean sarebbe rimasto a Torino per fare solo la terza punta e a quei costi, con quell'offerta della Fiorentina, non c'è neanche una singola persona che abbia gridato 'all'errore, allo scandalo, al regalo', all'epoca. Sembrava cosa buona e giusta, semmai la Juventus non ha capito che sarebbe servito un'altra terza punta in rosa viste le condizioni spesso ballerine a livello fisico di Arkadiusz Milik. Cristiano Giuntoli non poteva far altro che cedere Kean, incassare una simile cifra per un giocatore reduce da una stagione del genere è stata un'affare. Poi il tempo ha raccontato una storia diversa. Ma il calcio è così, fatto di stagioni, di momenti e di storie. A Firenze, Kean ne ha iniziata una nuova. Straordinaria.
Palladino chiama, Pradè risponde
Raffaele Palladino avrebbe voluto Moise Kean anche ai tempi del Monza. E' stato direttamente lui a fare il nome della punta della Juventus al direttore sportivo Daniele Pradè che si è subito attivato e ha chiuso la trattativa. 13 milioni di euro più 5 di bonus. L'affare sembrava averlo fatto la Vecchia Signora per un ragazzo reduce da una stagione da zero (zero!) gol, con più di un mese pure da titolare. La prontezza di una dirigenza deve essere quella di rispondere, disponibilità permettendo, a richieste ed esigenze del proprio allenatore. Visto il rendimento, è stata un'opera perfetta. Adesso però viene il difficile: perché Kean ha una clausola da 52 milioni di euro e per quello che è il rendimento, c'è da immaginare che tante big d'Europa si muoveranno. La Fiorentina si sbrighi a blindarlo, a togliere la clausola, anche se c'è già da immaginarseli, Pradè e Goretti, sorridere davanti a queste righe al grido di 'secondo voi non ci stiamo già pensando?'. Tra il dire e il fare, ci sarà di mezzo Kean.
Kean non convinceva tutti. Anzi
Kean e il tempo che resta da qui alle ipotesi di fine stagione. A proposito di tesi e di giudizi, e non ce ne voglia chi (ne abbiamo scelto solo un piccolissimo campione) citiamo in queste righe dei famosi 'ipse dixit'. Ma Kean alla Fiorentina mica convinceva tutti. Anzi. In ordine sparso, non appena la Fiorentina ufficializzò Moise Kean. Delio Rossi: "Non lo vedo centravanti, non è il mio attaccante ideale, non a grosse doti tecniche". Oreste Cinquini. "L'affare lo ha fatto la Juventus, ha giocato 600 minuti e non perché Allegri è uno sprovveduto. La Juventus con Kean si è pagata Douglas Luiz, se Kean è stato voluto da Palladino il problema è lui. Serviva un finalizzatore e Kean non risponde a questo profilo, mi sembra l'ennesimo favore alla Juventus". Roberto Pruzzo. "Kean è un rischio troppo grosso, il giocatore è da evitare, lo avrei preso solo a zero". Fabrizio Lucchesi. "Il problema del gol non lo risolvi con Kean, non è con lui che arrivi tra le prime cinque squadre italiane". Insomma, allenatori veterani, direttori esperti, grandi ex attaccanti, giusto un piccolissimo campione di un esercito di pareri contrari a Kean alla Fiorentina.
Per la Juventus era una cessione inevitabile
E la Juventus? Non giriamoci intorno, nei giudizi serve oggettività. Alla Juventus era una storia finita, Kean sarebbe rimasto a Torino per fare solo la terza punta e a quei costi, con quell'offerta della Fiorentina, non c'è neanche una singola persona che abbia gridato 'all'errore, allo scandalo, al regalo', all'epoca. Sembrava cosa buona e giusta, semmai la Juventus non ha capito che sarebbe servito un'altra terza punta in rosa viste le condizioni spesso ballerine a livello fisico di Arkadiusz Milik. Cristiano Giuntoli non poteva far altro che cedere Kean, incassare una simile cifra per un giocatore reduce da una stagione del genere è stata un'affare. Poi il tempo ha raccontato una storia diversa. Ma il calcio è così, fatto di stagioni, di momenti e di storie. A Firenze, Kean ne ha iniziata una nuova. Straordinaria.
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