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Juventus: imbattibilità e pareggi non portano poi così lontano
A Lecce arriva un pareggio che sa di beffa anche se in attacco la Juve continua a fare fatica
E sono otto, qualcosa di più di un pareggio ogni due partite giocate. Anche a Lecce, dove la squadra era chiamata a dare risposte concrete dopo le ultime due frenate senza gol, tra campionato e coppa, la Juve è incappata in una serata dove la sfortuna ci ha messo del suo, ma dove questa volta si è fatta anche recuperare nei minuti di recupero. Al gol (fortunoso) di Cambiaso, deviato dal leccese Gaspar nell'angolo opposto rispetto alla traiettoria naturale, il Lecce ha risposto con orgoglio, senza risparmiarsi, fino al raggiungimento del pareggio ottenuto negli ultimi minuti dei quattro di recupero decretati dal direttore di gara. Una beffa comprensibilmente visibile sui volti dei giocatori e giustificabile solo con l'inesperienza di una squadra ad un certo punto stanca e falcidiata, in partenza, dai tanti infortuni. Alla fine, o forse anche prima, l'undici in campo non ne aveva più e i cambi non hanno aggiunto valore per aumentare l'auspicabile probabilità di portare la partita a casa. Mbangula, Fagioli, Rouhi e il l'attaccante Pugno al suo debutto tra i grandi - proveniente dalla formazione Primavera - hanno solo contribuito ad aggiungere ossigeno e non sostanza alla manovra.
Infortuni – I nove assenti, non tutti e del tutto assolvibili per la “lunga” degenza, non possono tuttavia diventare o essere un alibi. Il vero problema di questa squadra va cercato in quelle che sono – poche - le soluzioni offensive create nei novanta minuti di gara, a prescindere dal nome dell'attaccante. Chi non c'è, o non sta veramente bene o non riesce a convincere del tutto l'allenatore sulla bontà del suo rendimento. Vlahovic ha di fatto risposto picche, per una settimana, alla richiesta di sacrificarsi di più per la causa in “solitaria”, mentre Douglas Luiz si è autoescluso per caratteristiche difformi rispetto alle richieste del mister.
Poi ci sono i problemi fisici di Nico Gonzalez, e non solo, che hanno complicato i piani e le alternative in attacco. La Juve si difende con maggior equilibrio e brillantezza, ma in sostanza si difende e non valorizza le giocate dei giocatori più offensivi, fatta eccezione per Conceicao, l'unico capace di spostare gli equilibri grazie ai suoi asfissianti dribbling.
A salvarsi sono appunto il portoghese, Cambiaso, Locatelli e Kalulu. Tutti e quattro una spanna sopra gli altri, così come Perin per le parate salva-risultato – meno una - ma a pagarne le spese sono soprattutto Yldiz e Koopmeiners, poco serviti dal resto della squadra e troppo distanti dal centro del gioco.
Ma queste cose le ripetiamo da tempi non sospetti e qualche risposta in più servirebbe riceverla, onestamente, da mister Motta. Come? Abbassando Koopmeniers sulla linea di Thuram, avanzando di qualche metro Locatelli e avvicinando Yldiz alla porta.
Perché per vincere servono le idee e i giocatori giusti messi nei ruoli giusti. Ma col Lecce, e non solo, potevano bastare quelli che c'erano in campo.
Ma ancora una volta non sono bastati. Imbattibilità e pareggi non portano poi così lontano.
Neppure con la fantasia.
Infortuni – I nove assenti, non tutti e del tutto assolvibili per la “lunga” degenza, non possono tuttavia diventare o essere un alibi. Il vero problema di questa squadra va cercato in quelle che sono – poche - le soluzioni offensive create nei novanta minuti di gara, a prescindere dal nome dell'attaccante. Chi non c'è, o non sta veramente bene o non riesce a convincere del tutto l'allenatore sulla bontà del suo rendimento. Vlahovic ha di fatto risposto picche, per una settimana, alla richiesta di sacrificarsi di più per la causa in “solitaria”, mentre Douglas Luiz si è autoescluso per caratteristiche difformi rispetto alle richieste del mister.
Poi ci sono i problemi fisici di Nico Gonzalez, e non solo, che hanno complicato i piani e le alternative in attacco. La Juve si difende con maggior equilibrio e brillantezza, ma in sostanza si difende e non valorizza le giocate dei giocatori più offensivi, fatta eccezione per Conceicao, l'unico capace di spostare gli equilibri grazie ai suoi asfissianti dribbling.
A salvarsi sono appunto il portoghese, Cambiaso, Locatelli e Kalulu. Tutti e quattro una spanna sopra gli altri, così come Perin per le parate salva-risultato – meno una - ma a pagarne le spese sono soprattutto Yldiz e Koopmeiners, poco serviti dal resto della squadra e troppo distanti dal centro del gioco.
Ma queste cose le ripetiamo da tempi non sospetti e qualche risposta in più servirebbe riceverla, onestamente, da mister Motta. Come? Abbassando Koopmeniers sulla linea di Thuram, avanzando di qualche metro Locatelli e avvicinando Yldiz alla porta.
Perché per vincere servono le idee e i giocatori giusti messi nei ruoli giusti. Ma col Lecce, e non solo, potevano bastare quelli che c'erano in campo.
Ma ancora una volta non sono bastati. Imbattibilità e pareggi non portano poi così lontano.
Neppure con la fantasia.
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