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Mercuri: “Al Toro la vittoria serviva come l’oro. Vendita del club? Il nodo è lo stadio”TUTTO mercato WEB
Ché Adams
© foto di www.imagephotoagency.it
Oggi alle 08:00Altre Notizie
di Elena Rossin
fonte Torinogranata.it

Mercuri: “Al Toro la vittoria serviva come l’oro. Vendita del club? Il nodo è lo stadio”

Giuseppe Mercuri, presidente del Toro Club Asti, è stato intervistato da TorinoGranata.it. Con lui abbiamo parlato dell’attuale situazione del Torino e di cosa pensa delle ultime affermazioni del presidente Cairo sulle voci di un’eventuale vendita della società e del prossimo calciomercato di gennaio.
Soddisfatto della vittoria del Torino sull'Empoli?
“Sì, ci serviva come l’oro e che gol strepitoso ha fatto Adams. Io ero già rassegnato, nel senso che se avessimo perso a Empoli la classifica si faceva veramente pericolosa. Si fa pericolosa perché quando una squadra ha l'attacco sterile e una difesa che prende gol allora la Serie B è dietro l'angolo. Questa vittoria non dico che ci rilanci completamente, ma adesso abbiamo 19 punti e il Cagliari ha perso quindi rimane dietro e il Venezia pareggiando con la Juventus resta ultimo con 10 punti - stava quasi per vincere se non fosse stato per quel rigore di Vlahovic al 95’: solo noi perdiamo con loro! - quindi possiamo proseguire con qualche affanno in meno.
Ritengo che la squadra sia stata costruita male, o proprio non costruita, ognuno pensi come ritiene meglio. Non mi sembra una squadra di qualità e si poteva allestirla meglio, forse. Sappiamo già la storia com’è: mercato fatto l'ultimo giorno. A me non piace, l’ho detto tante volte. Non solo si può agire con una tempistica migliore, ma si possono anche spendere meglio i soldi. Lo sapevano di aver scelto di rifare la difesa, se avessero anche solo rinnovato per un anno il contratto a Rodriguez e Djidji il problema non sarebbe stato così evidente e invece hanno scelto di rifare la difesa prendendo per giunta due difensori l'ultimo giorno di mercato e a campionato già iniziato. Secondo me, fare calcio così non va bene e bisogna cambiare. Non c’è da stupirsi se poi ci sono queste sorprese. Negli ultimi anni per due volte abbiamo lottato per un retrocedere e c’era la pandemia e nei successivi tre non abbiamo ottenuto grandi risultati visto che non siamo andati oltre la metà classifica. E’ evidente che non ci sia stata la voglia, la volontà di fare quello step in più che ci avrebbe permesso di lottare concretamente per l'Europa”.
Ieri Cairo intervistato da Radio Deejay ha ribadito, ancora una volta, che non vuole vendere il Torino, ma sarebbe disposto a cederlo se arrivasse uno più ricco e bravo di lui e che comunque nessuno si è fatto avanti per comprare il club. Da tifoso cosa ne pensa?
“Quest’estate ero a Pinzolo, Cairo è venuto per presentare il nuovo allenatore Vanoli, ma io ero già andato via però ho letto che i tifosi presenti hanno fatto foto con lui e lo hanno acclamato e questo è un dato di fatto. Per come la vedo io, in campionato si poteva proseguire come in passato con piccole contestazioni. Una parte dei tifosi, l'80% , insoddisfatti e il restante 20% che passa sopra a una squadra costruita male e all’ultimo. Però l'aver ceduto Bellanova è stata la classica goccia che ha fatto traboccare il vaso: l’episodio che ha messo tutta la tifoseria d’accordo e ha fatto perdere la stima nei confronti del Presidente. E’ stata una cessione inaspettata, non lo sapeva neppure l’allenatore, quindi ha dato il via alla successiva contestazione, secondo me legittima, tanto più, ripeto, visto che negli ultimi anni non abbiamo ottenuto grandi risultati. Ricordiamoci che qualche anno fa siamo usciti agli spareggi per l’Europa League eliminati dal Wolverhampton, dopo che il Milan non era stato ammesso, perché non era stata rinforzata la rosa, anche se ci sarebbe stato tutto il tempo per fare mercato e preparaci per fare una bella stagione pure in Europa. Non so se tutti gli anni ci riteniamo forti e per questo non facciamo mercato. Quest'anno, per esempio, si è visto sul campo che il Torino non è una squadra e non penso che così arriverà a metà classifica, direi più in basso”.
Cairo, sempre a Radio Deejay, ha dichiarato che “ci faremo trovare pronti per il mercato”. Quindi lei cosa si aspetta?
“Sono dell'opinione che il mercato si fa in estate valutando bene tutto. Se non rinnovo il contratto a Rodriguez e con Buongiorno venduto non posso comprare il 30 di agosto perché devo consegnare all'allenatore già per il ritiro una squadra quasi fatta sennò lo costringo ad inventarsi la difesa. L'allenatore così fa quello che può: vai in ritiro con due difensori poi inizia il campionato e quando finisce il mercato finalmente ne arrivano due. Tra l’altro non capisco perché in Italia e nel resto d'Europa iniziano i campionati e dopo qualche partita finisce il mercato. L’allenatore così non ha tempo di provare niente neanche un 4-3-3 in alternativa al 3-5-2 o al 3-4-2-1. Da parte del Torino c'è stata leggerezza, secondo me. E poi la scelta dei giocatori mi lascia perplesso. Se anche c’è stata sfortuna con l'infortunio di Zapata, è stata una mazzata tremenda, resta il fatto, l'ho già detto anche in altre occasioni, che il Torino si è fatto trovare impreparato perché sapeva benissimo che già la difesa non c'era più. Già da giugno si sapeva che Buongiorno sarebbe stato ceduto e quindi dovevi prepararti prima in modo che l’allenatore potesse ricostruirla senza ritrovarsi con i problemi che poi si sono puntualmente avverati e invece con l’infortunio di Zapata anche l’attacco è finito in rovina. Zapata faceva reparto da solo e perlomeno lì davanti avevamo un punto fermo e la squadra riusciva a girare lo stesso. E invece così è emersa tutta la pochezza del Torino. Forse l'unico incolpevole di tutta questa situazione è l'allenatore.
Non so fin da quando Vanoli avesse fatto richieste dei giocatori che gli servivano, ma mi sembra che la squadra sia stata costruita senza avere un'idea e senza avere obiettivi precisi. C'è Zapata quindi faremo dei gol, ci salveremo, arriveremo di nuovo decimi e tanti saluti: mi sembra che questo sia stato il ragionamento. Sono convinto che bisognava fare un po' di più avendo perlomeno al 90% la squadra già pronta e idee chiare su chi comprare. Ricordo bene la famosa frase che disse Juric: “non dobbiamo comprare per riempire la rosa, ma dobbiamo comprare mirando ai calciatori che ci servono veramente”. E mi sembra che sia rimasta inascoltata, ho quest’impressione perché si è comprato per riempire la rosa e non in modo mirato e per giunta essendo poco tempestivi. Un conto era giocare con Bellanova e Zapata e poi magari a gennaio s’interveniva sul mercato per rinforzare la difesa, un altro è farlo senza i loro gol quindi per forza siamo andati in difficoltà”.
Tornando sulla questione dell'ipotetico cambio di società, in questi mesi si sono sentite voci di tutti i tipi e ci sono state le smentite ufficiali di Cairo. Ma lei crede a queste voci o alle smentite del Presidente?
“Penso che il Presidente voglia rimanere al timone di questa società, però di solito quando ci sono tante voci qualcosa di vero c'è sempre. Può darsi che si sia anche stufato, ma io ho dei dubbi perché mi sembra che sia una cosa piacevole essere presidente di una squadra di calcio visto che il calcio in Italia occupa tanto spazio sia in tv sia nei media. Adesso onestamente credo che tutta la tifoseria speri nella cessione perché se in 19 anni non si riesce a fare una squadra competitiva in modo da giocare in Europa, non dico tutti gli anni, ma almeno provarci sempre, allora per forza la gente dice a questo punto vendi. Ripeto sono convinto che, come dice lui, non abbia avuto offerte e che non intende vendere, anche a fronte della contestazione, tra l’altro fatta in modo garbato perché è stata fatta giustamente, è legittima ed è stata educata perché non ha mai valicato i limiti della richiesta di vendere e andarsene. Una tale situazione fosse accaduta anni fa sarebbe stata peggio perché le contestazioni erano più dure.
A gennaio si capirà tutto meglio perché con il contratto dell’affitto dello stadio in scadenza a giugno o si rinnova o lo stadio deve essere acquistato e a tal proposito il Sindaco di Torino si sta adoperando per risolvere la questione delle ipoteche. Il Comune vorrebbe liberarsi dello stadio, però dipende molto dal nostro Presidente. Visto che il Comune vuole liberarsi dello stadio se arrivasse qualcuno offrendosi di comprarlo non credo che gli verrebbe detto di no e se capitasse allora poi il Torino non dovrebbe più trattare con il Comune, ma con il nuovo proprietario. La logica dice che dovrebbe essere il Torino a comprare lo stadio visto che gioca lì. Ho l'impressione che il nodo della questione sull’eventuale cessione della società sia proprio lo stadio, ma con queste ipoteche tutto rimane bloccato.
Credo al Presidente quando dice che non vuole vendere, ma d'altra parte, al 50%, penso che qualche offerta l'abbia avuta. Non so se dietro ci sia il gruppo Red Bull che è diventato sponsor del Torino, ma di certo spetta solo a Cairo valutare un’eventuale offerta.
Mi chiedo però che senso abbia allestire una squadra che rischia la Serie B se si ha l’intenzione di vendere perché con la squadra retrocessa s’incasserebbe meno.
Non m’intendo di economia e di finanza, ma se vendo la società in A il prezzo è di certo maggiore quindi per questo a gennaio deve intervenire sul mercato, è d’obbligo. Con 19 punti a tre partite dalla fine del girone d’andata non è matematica la retrocessione, ma neppure il non essere risucchiati nella lotta per non retrocedere. Spero che ci siano squadre più scarse di noi, non basta la vittoria sull’Empoli a lasciarmi tranquillo visto che nelle ultime 11 giornate abbiamo perso 7 volte, pareggiato 2 e vinto solo 2. Non è detto che una squadra che fa 20 punti all'andata ne faccia poi altri 20 nel ritorno, se si è scarsi al ritorno non ne fai 20.
E’ tutto da stabilire: Cairo farà mercato a gennaio perché è obbligato poiché vuole tenere la squadra in Serie A in caso di un'eventuale offerta, o se ci fosse già stata? Il prezzo è diverso in caso di vendita”.
Prima che si concluda il girone d’andata il Torino dovrà ancora incontrare il Bologna, l'Udinese e il Parma e poi inizierà il ritorno con la Juventus. Che cosa si aspetta dai granata?
“Sulla scia della vittoria sull’Empoli il Torino può fare una bella prestazione col Bologna e può anche vincere. A Udine non lo so perché ho visto qualche scampolo di partita dei friulani e mi sembrano forse un pochino più forti di noi, c’è la possiamo giocare però se pareggiassimo andrebbe bene. E con il Parma vedremo. In queste tre partite il Torino può fare punti, ma nel derby non so. I dati dell’era Cairo sono, purtroppo, inequivocabili: in 29 partite che in campionato è stata affrontata la Juventus il Torino ha vinto 1 sola volta, ha pareggiato in 6 occasioni e ha perso in ben 22, ha segnato 15 gol e ne ha subiti 50. Magari giocando il derby l’11 gennaio arriverà qualche giocatore … chissà se prenderanno subito l’attaccante? Comunque diciamo che col Bologna sulla scia della vittoria di venerdì sera giocando in casa dove non lo dimentichiamo ci sono sempre almeno 20.000 persone, anche se come contro il Napoli la metà erano tifosi partenopei, il sostegno alla squadra non mancherà come al solito visto che noi tifosi seguiamo sempre la squadra anche quando non ci dà soddisfazioni per lungi periodi. Insomma tanto di cappello a noi tifosi.
Penso che la vittoria con l’Empoli un po’ ci rilanci, anche se non per chissà quali obiettivi perché faccio fatica a credere che il Torino possa arrivare di nuovo decimo come aveva fatto nei tre anni con Juric. Così come siamo non arriveremo decimi, oggi siamo una squadra da quattordicesimo posto e giochiamo per non retrocedere. Però lo scenario cambia se nel mercato di gennaio, come dicevo prima, il Presidente fosse obbligato a rinforzare questa squadra per essere sicuro di restare in Serie A con la prospettiva di ricavare di più da un’eventuale vendita o se fosse già stata fatta un’offerta”.