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Una Champions contraddittoria: ma sono tutti ancora in ballo
E’ stato un turno di Champions che ha mandato segnali in contraddizione. C’è stato chi - come l’Atalanta ha perso e ha comunque dimostrato di essere in crescita e di potersi guardare negli occhi con i campioni. C’è chi invece ha vinto, come la Juventus, e non solo ha scoperto di potersi guardare negli occhi con i campioni, ma di poterli anche battere. Non è banale e non venite a dire che il City è in crisi. Intanto perché - per esempio - anche il Real a guardare i risultati non stava benissimo, ma neanche la stessa Juventus potremmo dire che era nel miglior periodo possibile, anzi. Questa partita, questa vittoria, questo carattere torneranno certamente utili in futuro. L’opera di Mottizzazione della Juve era iniziata benissimo poi (ovviamente anche a causa dei problemi fisici di molti interpreti) si era fermata. Anzi per dirla meglio non era proseguita con la stessa velocità. Il fatto di non avere a disposizione più Bremer sicuramente alla lunga ha minato probabilmente un po’ di certezze difensive dei bianconeri. E così quando bisognava cominciare a mettere più spensieratezza in avanti, c’è stata la necessit di rivedere qualcosa (anche) dietro. Il fatto che il processo non abbia continuato la sua corsa spedita non significa che non funzioni. Significa che si procede a velocità diverse, come per esempio ora sembra stia succedendo a Napoli. E’ bastata una doppia sconfitta (fra coppa e campionato) per far venire fuori gli haters di Conte: lo ribadiamo ancora, ci vuole tempo e pazienza. La stagione perfetta è difficile che riesca sempre.
Chi non ha approfittato del turno europeo è stata certamente l’Inter. Aveva un avversario tosto, ha giocato una partita più difensiva che offensiva, contrariamente a quanto eravamo abituati a vedere, soprattutto nell’ultimo periodo. Avrebbe potuto, con una vittoria, mettere al sicuro la qualificazione praticamente con due turni di anticipo. Ovvio che il cammino europeo non si è complicato, non c’è da preoccuparsi, ma le partite di gennaio che potevano essere più “morbide”, diventano decisive per entrare fra le prime 8. L’Inter e l’Atalanta sembravano le più in forma, sono quelle che hanno perso. In modi diversi, due sconfitte meno dolorose di quel che si pensa, contro due squadre sicuramente di livello. Ma almeno per l’Inter ci si poteva aspettare un atteggiamento diverso.
Come certamente con il Milan. Al di là del risultato. L’occasione, contro la Stella Rossa, era troppo grossa per rimettersi assolutamente in corsa. E ci si aspettava probabilmente che il Milan tornasse ad essere convincente. Ci si sono messe in mezzo, ovviamente, anche le defezioni durante la partita. Ma il Milan continua a non essere continuo. Il primo tempo chiuso in vantaggio ha fatto in modo che proprio i rossoneri si sedessero e che subissero il gol del pareggio. Dal quale poi è stato difficile scollarsi. Ci ha pensato la forza della disperazione, l’assalto all’arma bianca degli ultimi minuti. Ci ha pensato molto anche il VAR. E questo (come atteggiamento) è un peccato capitale, perché il Milan, calendario alla mano, ha ancora l’opportunità anche di saltare i playoff con 9 punti in classifica. Le considerazioni vanno al di là del risultato. Anzi con i tre punti in tasca, sono certamente più costruttive e ci si lavora con uno stato d’animo diverso. Ma è proprio questo che non si riesce ancora a capire dei rossoneri: ci si deve “rassegnare” a delle fiammate di grande qualità senza una continuità. Possiamo davvero definirla incostante? Di sicuro va sottolineato però lo spirito, la voglia di reagire, di portare a casa i tre punti.
Tre punti fondamentali, intanto perché è la quarta vittoria consecutiva in Champions, ma poi perché la classifica è cortissima. Ci sono 6 squadre a 13 punti (fra cui l’Inter), 4 squadre a 12 (fra cui il Milan), 2 squadre a 11 (Juve e Atalanta). Insomma a parte Liverpool (18 punti) e Barcellona (15) sono tutte li. E tutte si possono giocare il passaggio del turno senza playoff.
Il pari del Bologna non condanna i rossoblu: aspettiamo ancora la prima vittoria. Anche stavolta gli uomini di Italiano giocano una buona partita, ma senza riuscire a sbloccarsi in Europa. Però se dovesse arrivare non possiamo escludere che possano entrare fra i 24. Oggi obiettivamente sarebbe più che ottimista pensarlo, ma il calcio ci ha riservato grandi sorprese, come per esempio un PSG ancora fuori a due giornate dalla fine…
L’Europa ci regala anche un po’ di mercato. L’esclusione di Biraghi dalla lista dei convocati per questioni tecniche, ha acceso i riflettori sulla sua situazione. E il suo procuratore non ha nascosto le intenzioni, anzi: “Lui e Parisi andranno via”. Beh, Biraghi potrebbe tornare a lavorare con Conte, a Napoli. Visto che a Napoli si sta valutando insieme a Spinazzola l’opportunità di cambiare. Arrivato per giocare come quinto, il Napoli ha cambiato atteggiamento tattico e gli spazi ora sono molti meno. E così potrebbe davvero verificarsi l’incastro.
Chi non ha approfittato del turno europeo è stata certamente l’Inter. Aveva un avversario tosto, ha giocato una partita più difensiva che offensiva, contrariamente a quanto eravamo abituati a vedere, soprattutto nell’ultimo periodo. Avrebbe potuto, con una vittoria, mettere al sicuro la qualificazione praticamente con due turni di anticipo. Ovvio che il cammino europeo non si è complicato, non c’è da preoccuparsi, ma le partite di gennaio che potevano essere più “morbide”, diventano decisive per entrare fra le prime 8. L’Inter e l’Atalanta sembravano le più in forma, sono quelle che hanno perso. In modi diversi, due sconfitte meno dolorose di quel che si pensa, contro due squadre sicuramente di livello. Ma almeno per l’Inter ci si poteva aspettare un atteggiamento diverso.
Come certamente con il Milan. Al di là del risultato. L’occasione, contro la Stella Rossa, era troppo grossa per rimettersi assolutamente in corsa. E ci si aspettava probabilmente che il Milan tornasse ad essere convincente. Ci si sono messe in mezzo, ovviamente, anche le defezioni durante la partita. Ma il Milan continua a non essere continuo. Il primo tempo chiuso in vantaggio ha fatto in modo che proprio i rossoneri si sedessero e che subissero il gol del pareggio. Dal quale poi è stato difficile scollarsi. Ci ha pensato la forza della disperazione, l’assalto all’arma bianca degli ultimi minuti. Ci ha pensato molto anche il VAR. E questo (come atteggiamento) è un peccato capitale, perché il Milan, calendario alla mano, ha ancora l’opportunità anche di saltare i playoff con 9 punti in classifica. Le considerazioni vanno al di là del risultato. Anzi con i tre punti in tasca, sono certamente più costruttive e ci si lavora con uno stato d’animo diverso. Ma è proprio questo che non si riesce ancora a capire dei rossoneri: ci si deve “rassegnare” a delle fiammate di grande qualità senza una continuità. Possiamo davvero definirla incostante? Di sicuro va sottolineato però lo spirito, la voglia di reagire, di portare a casa i tre punti.
Tre punti fondamentali, intanto perché è la quarta vittoria consecutiva in Champions, ma poi perché la classifica è cortissima. Ci sono 6 squadre a 13 punti (fra cui l’Inter), 4 squadre a 12 (fra cui il Milan), 2 squadre a 11 (Juve e Atalanta). Insomma a parte Liverpool (18 punti) e Barcellona (15) sono tutte li. E tutte si possono giocare il passaggio del turno senza playoff.
Il pari del Bologna non condanna i rossoblu: aspettiamo ancora la prima vittoria. Anche stavolta gli uomini di Italiano giocano una buona partita, ma senza riuscire a sbloccarsi in Europa. Però se dovesse arrivare non possiamo escludere che possano entrare fra i 24. Oggi obiettivamente sarebbe più che ottimista pensarlo, ma il calcio ci ha riservato grandi sorprese, come per esempio un PSG ancora fuori a due giornate dalla fine…
L’Europa ci regala anche un po’ di mercato. L’esclusione di Biraghi dalla lista dei convocati per questioni tecniche, ha acceso i riflettori sulla sua situazione. E il suo procuratore non ha nascosto le intenzioni, anzi: “Lui e Parisi andranno via”. Beh, Biraghi potrebbe tornare a lavorare con Conte, a Napoli. Visto che a Napoli si sta valutando insieme a Spinazzola l’opportunità di cambiare. Arrivato per giocare come quinto, il Napoli ha cambiato atteggiamento tattico e gli spazi ora sono molti meno. E così potrebbe davvero verificarsi l’incastro.
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