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Frattesi, i no dell’Inter e lo spazio in più che non c’è
Gol e prestazione con la Nazionale (a proposito: un po’ di stanchezza dietro la sostituzione, nulla di più) riportano d’attualità anche in casa Inter il tema legato all’impiego di Davide Frattesi. Fondamentale anche nella stagione dello scudetto - pur sempre la prima in maglia nerazzurra - ma di fatto quasi mai titolare nello scorso campionato. Uno status riproposto nelle prime tre giornate di questa Serie A, con gerarchie che paiono immutate nell’ecosistema quasi perfetto creato da Simone Inzaghi.
Proprio questo aspetto spinge a una prima considerazione. Perché cambiare? Nelle economie di squadra, Frattesi è stato funzionale a un progetto dove tutto ha filato liscio. Con l’arrivo di Zielinski, salve rotazioni più ampie a seconda delle esigenze, le coppie sono ancora più codificate di quanto già non lo fossero. Frattesi il posto lo contende a Barella, rispetto al quale dà qualcosa in meno da titolare e qualcosa in più da subentrante, grimaldello perfetto in una squadra che forse ha proprio quella come unica piccola pecca.
Perché cambiare? Perché il giocatore chiede più spazio. Senza battere i piedi, senza creare casi, ma in estate il suo agente Beppe Riso lo ha detto chiaramente alla dirigenza e in maniera più sibillina anche ai cronisti che gliel’hanno chiesto. Risultato: una serie di no. Non certo a un maggior impiego, tema che evidentemente spetta all’allenatore. Quanto alla serie di ipotesi più che offerte vere e proprie - Juventus e Roma - lanciate sul tavolo come alternativa.
Il dilemma resta intatto: Frattesi vorrebbe uno spazio che non c’è, anche perché tutto funziona. In parte lo risolve una stagione diversa: ci sono più partite da affrontare e Inzaghi gestirà le forze a disposizione con maggior attenzione alla Champions League rispetto all’anno scorso, quando il campionato era assolutamente prioritario e l’Europa meno densa di incognite. Gli equilibri di fondo, però, restano uguale. Lo spazio, lui che è bravissimo ad aggredirlo in campo, dovrà conquistarlo. Soffiandolo a Barella: missione non facile.
Proprio questo aspetto spinge a una prima considerazione. Perché cambiare? Nelle economie di squadra, Frattesi è stato funzionale a un progetto dove tutto ha filato liscio. Con l’arrivo di Zielinski, salve rotazioni più ampie a seconda delle esigenze, le coppie sono ancora più codificate di quanto già non lo fossero. Frattesi il posto lo contende a Barella, rispetto al quale dà qualcosa in meno da titolare e qualcosa in più da subentrante, grimaldello perfetto in una squadra che forse ha proprio quella come unica piccola pecca.
Perché cambiare? Perché il giocatore chiede più spazio. Senza battere i piedi, senza creare casi, ma in estate il suo agente Beppe Riso lo ha detto chiaramente alla dirigenza e in maniera più sibillina anche ai cronisti che gliel’hanno chiesto. Risultato: una serie di no. Non certo a un maggior impiego, tema che evidentemente spetta all’allenatore. Quanto alla serie di ipotesi più che offerte vere e proprie - Juventus e Roma - lanciate sul tavolo come alternativa.
Il dilemma resta intatto: Frattesi vorrebbe uno spazio che non c’è, anche perché tutto funziona. In parte lo risolve una stagione diversa: ci sono più partite da affrontare e Inzaghi gestirà le forze a disposizione con maggior attenzione alla Champions League rispetto all’anno scorso, quando il campionato era assolutamente prioritario e l’Europa meno densa di incognite. Gli equilibri di fondo, però, restano uguale. Lo spazio, lui che è bravissimo ad aggredirlo in campo, dovrà conquistarlo. Soffiandolo a Barella: missione non facile.
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