Baldassarri a RBN: "La rosa della Juve è stata scientemente privata dei suoi leader, ma la scelta non ha pagato"

Lo psicologo Lorenzo Baldassarri è stato ospite oggi della trasmissione "2 in Bianconero" su Radio Bianconera, ed ha affrontato numerosi argomenti, a partire da quello dell'impatto di Igor Tudor sulla panchina della Juventus: "Quando un allenatore nuovo arriva a stagione in corso, nella maggior parte dei casi ha un impatto positivo perché va a toccare degli aspetti psicologici, come la motivazione e la mentalità, che possono essere trattati più facilmente e portano benefici immediati, per questo motivo per un tecnico è paradossalmente più facile far bene arrivando a stagione in corso piuttosto che dall'inizio". Venendo quindi alla rosa della Juventus, Baldassarri sottolinea come questa, dal punto di vista della leadership, non presenti figure particolarmente carismatiche: "Da fuori non mi sembra che nella rosa della Juventus ci siano grandi personalità, ma questa credo che sia stata una volontà ben precisa, figlia del progetto iniziale, che ha voluto erigere a leader l’allenatore e non i giocatori, una scelta che con il senno di poi si è rivelata sbagliata, anche perchè nella maggior parte dei casi un leader non può essere imposto, anzi, se in rosa fossero rimasti giocatori di carattere e Motta avesse saputo conquistarli, attraverso di loro avrebbe fatto breccia anche su tutti gli altri, ma le cose non sono andate così. Oggi credo che si sia ricreata una dinamica di gruppo normale, con qualcuno più contento e qualcuno scontento, chiamato a riconquistarsi il posto agli occhi dell’allenatore".

Baldassarri parla poi di Vlahovic, che continua a mostrare i propri limiti psicologici: "Vlahovic la determinazione ce l’ha, ma questa si scontra con i suoi limiti psicologici, perché ha uno scoraggiamento e un abbattimento molto facili, non riesce a superare l’errore quando ne commette uno. È un atleta che io allenerei molto volentieri dal punto di vista mentale, perché ha margini di miglioramento molto ampi".