
Chi pensa individualmente non è di aiuto al gruppo, servono campioni veri. Vlahovic lo è ma forse non da Juventus...
La ricostruzione morale della Juventus procede ma ci sono ancora tante cose da migliorare, la tattica e la tecnica paradossalmente vengono dopo la riabilitazione dell'anima che è alla base dei sacrifici, del senso di squadra, dell'appartenenza che sono il vero motore di una squadra. Questa Juventus distrutta, ora lo possiamo dire, da una gestione superficiale e troppo autoritaria di Thiago Motta, e da scelte non sempre azzeccate sul mercato deve ritrovarsi nello spirito di appartenenza. L'esempio concreto arriva dalle parole proprio di Tudor che, al termine della gara contro il Lecce, ha detto senza parafrasi di non essere contento di come sono entrati i sostituti a gara in corso. Era effettivamente palese l'atteggiamento di sufficienza dei vari Conceicao, Kolo Muani, Cambiaso e Savona, giocatori che avrebbero dovuto contribuire a chiudere la partita grazie alla loro tecnica e al loro supporto che invece è mancato. E non è stata la prima volta.
Il concetto di squadra si basa sul senso di appartenenza, sull'idea di gruppo che deve anteporsi all'individualità e sulla consapevolezza che, come dice in continuazione lo stesso Tudor, con i cinque cambi del calcio moderno le cosiddette riserve diventano veri e propri titolari aggiuntivi a gara in corso. Ma se l'allenatore non può contare sulla giusta motivazione dei subentranti ecco che la possibilità di cambiare partita in corso, modificarla e portarla a casa viene meno. Per modificare questo comportamento serve certamente il lavoro del tecnico ma anche le scelte giuste sul mercato. Si torni a scegliere l'uomo prima del calciatore, si torni a scegliere chi ha davvero il fuoco dentro e voglia di essere un valore anche per il gruppo perché si vince sempre insieme e mai da soli. Al momento questa è una grave carenza nella Juventus che va individuata e lavorata per ricostruire le basi che non sono sempre e solo tecniche.
Dal punto di vista del gioco, invece, contro il Lecce sono arrivati altri segnali importanti: Yildiz nel vivo della manovra e più vicino alla porta già fa tutta la differenza del mondo, Nico nel ruolo giusto è un giocatore ritrovato e persino Koopmeiners è tornato al gol giocando in una posizione a lui più congeniale. Resta ancora aperto e irrisolto il file Vlahovic. Sembra che ce l'abbia con lui ma in realtà è chi chiude gli occhi dicendo che va tutto bene a fargli del male, Dusan non può essere contento di due assist o di aver vinto qualche contrasto, un giocatore del suo calibro, e nel suo ruolo, deve vivere di gol, pretenderli e crescere per mettere a frutto le proprie caratteristiche e se non ci riesce alla Juve probabilmente è perché il peso della maglia per lui non è sostenibile. Non tutti sono da Juventus. E allora si cambi, si scelga anche lì attaccanti più affamati, meno emotivi più decisivi. La ricostruzione della Juve passa anche da lì.







