
Perinetti a RBN: "Su Giuntoli. Tudor ma quale traghettatore. Conte-Juve..."
La Juve vive la vigilia della sfida casalinga contro il Lecce, valida per la trentaduesima giornata di campionato. In dubbio Thuram per un affaticamento muscolare, McKennie o Koopmeiners in mediana al fianco di Locatelli. Cambiaso potrebbe essere rilanciato dal primo minuto. In queste ultime sette giornate Tudor deve centrare l'obiettivo Champions League e se dovesse fare un buon Mondiale per Club, si potrebbero ebro aprire le porte della conferma. Non si placano però le voci sui possibili sostituti e Conte resta un'opzione possibile. In ESCLUSIVA a Fuori di Juve il ds Giorgio Perinetti che ha parlato anche di Giuntoli, Chiellini e di possibili innesti nella dirigenza.
In primis Perinetti dice la sua sul momento dei bianconeri, in particolare rispetto al cambio di panchina: "Il calcio è sempre difficile da comprendere, gli sviluppi che può avere rispetto alla programmazione. Era stato fatto un progetto triennale e dopo 8 mesi è costretta a interromperlo, questa è una cosa anomala rispetto alla storia del club. Purtroppo i risultati non erano brillanti, ci sono state queste due clamorose eliminazioni in Champions League ad opera del PSV e in Coppa Italia con l'Empoli che certamente hanno dato un ulteriore scossone al tutto. Probabilmente la Juve si è resa conto che Motta, scelto per la ristrutturazione, o se vogliamo rilancio, purtroppo non è riuscito a comprendere bene l'ambiente bianconero, pur avendo buone idee e personalità di spessore. Come leggo, Thiago ha avuto anche difficoltà nella gestione di alcuni giocatori, quindi ad un certo punto si è temuto di perdere anche l'ultimo obiettivo, vale a dire la qualificazione in Champions e ha provato a dare un input diverso. Tudor è un allenatore che conosce bene il mondo juventino, ha indossato questa maglia da calciatore, caratterialmente ha capacità d'impatto". Su Giuntoli primo colpevole, questa l'idea di Perinetti: "E' facile parlare dopo. Quando lui ingaggiò Motta, pensai fosse la scelta giusta, anche intrigante, sapendo della personalità particolare di questo tecnico, non è da compromesso, difende le sue idee ad oltranza e questo non gli ha giovato. Riavvolgendo il nastro, Giuntoli aveva preso un allenatore che a Bologna aveva fatto molto bene, con prospettive, poi le cose sono andate diversamente. Certo, chi sceglie è chiamato ad assumersi anche le responsabilità. In partenza la scelta era condivisibile".
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