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tmw / juventus / La Frecciata
Thiago Motta spieghi perché la Juve non regge due tempiTUTTO mercato WEB
© foto di www.imagephotoagency.it
martedì 28 gennaio 2025, 18:00La Frecciata
di Franco Leonetti
per Bianconeranews.it

Thiago Motta spieghi perché la Juve non regge due tempi

Juve altalenante, sconvolgente nella differenza di prestazioni tra un tempo e l'altro. Purtroppo non è una novità ma servirebbero risposte

Nei sogni estivi di ogni tifoso juventino l’approdo di Thiago Motta doveva rappresentare la cura e la panacea di tutti i mali. L’allenatore italo brasiliano era stato scelto, da Giuntoli, per invertire la rotta degli ultimi anni, mutando radicalmente la mentalità, ridando obiettivi strategici e iniettando rinnovata capacità di competere ad alti livelli, in ogni torneo da affrontare. A fine gennaio la situazione, purtroppo, sta smentendo vorticosamente quei sogni cari, dolci, speranzosi, caldi e ottimisti, consumatisi allo sbocciare del mese di luglio. Tanto da far fatica a riconoscere nella Juventus, la Juve attuale. Quella Juve che doveva rinascere dalle proprie ceneri, in una sorta di parabola in stile araba fenice, capace di ricostruire un nuovo ciclo, in virtù di dettami freschi, concetti votati al dominio del gioco e tutte quelle idee su cui sbrodolano tanti addetti ai lavori, quando si parla di calcio moderno. I sogni vanno e vengono, la realtà, anche cruda e spietata, altrochè se resta e bisogna, quotidianamente farci i conti, affrontandola. La sconfitta di Napoli, la prima della stagione in campionato e fatto assolutamente non consolatorio, ha riproposto in maniera diretta e sfrecciante un vecchio film a cui nessun tifoso è affezionato: la Vecchia Signora, a parte qualche rara eccezione, ha dimostrato di essere una squadra che viaggia ad almeno due facce, con prestazioni completamente antipodiche ed opposte tra i primi e i secondi 45 minuti di gioco. Perché? Beh a questa domanda puramente tecnico-tattica-fisica dovrebbe rispondere il generale che sta seduto in panchina, invece Thiago Motta dribbla sistematicamente la domanda, come è ormai solito fare da da inizio stagione insieme a tante altre, e non fornisce mai spiegazione alcuna.

Sia chiaro, nessuno di noi che fa il mestiere di giornalista è tanto stolto da cercare di inseguire e scoprire i piani nascosti di un allenatore, il fallimento della missione sarebbe immediato, ma il nostro mestiere impone di porre domande e rinvenire chiarimenti. Un allenatore, in questo calcio moderno, sarebbe tenuto, il condizionale è d’obbligo viste le non risposte ottenute, ad operare una comunicazione in sintonia con le linee guida di un club prestigioso e ultracentenario, oltre ad esprimere delle opinioni anche parziali. Invece Thiago Motta non replica mai a quesiti che sono sotto gli occhi di tutti e che non ottengono mai riscontri e soluzioni. Il periodo nebuloso e problematico che la Juve sta attraversando, complica terribilmente tutto, perché i risultati sul campo non arrivano e le annotazioni non ottengono mai riscontri dal diretto interessato, che viene incalzato in conferenza e nei post partita: risultato? Il nulla di fatto. Il secondo tempo di Napoli avrebbe necessità di decifrazioni, il secondo tempo della semifinale di Supercoppa, contro il Milan, necessiterebbe di chiarimenti, due partite in cui dopo una buonissima prima parte di gara, Madama è letteralmente svanita, evaporando come uno spettro. Eppure nessuna spiegazione è mai giunta e mai arriverà a riguardo. Se i risultati vittoriosi sanno cancellare o porre in un angolino certe curiosità doverose di risposte, i fallimenti acuiscono maggiormente il bisogno di sapere, o perlomeno di ricevere l’interpretazione e la versione del tecnico, che dovrebbe riuscire ad ovviare alle problematiche diffuse, che attanagliano questa squadra.

Come è possibile che un tempo venga giocato e interpretato alla grande dagli uomini in campo, e quegli stessi uomini, dopo l’intervallo, disputino una seconda parte di un match da totali assenti? Può capitare la giornata storta, la serata in cui non ne azzecchi una o la partita in cui l’avversario ti sottomette per tutti i novanta minuti, differente invece se questo tipo di atteggiamento diventa recidivo e, ahinoi, quasi regolare. E non può assolutamente bastare quanto detto da Thiago nel post partita, con dichiarazioni intollerabili per chi tifa Juve, aggrappandosi al nulla e cercando spiegazioni puerili: “Il Napoli può prepararsi durante la settimana, noi invece veniamo da tante partite giocate”. Qualcuno in dirigenza, quando lo riterrà opportuno, provi a spiegare al proprio allenatore che chi viene alla Juventus dovrà lottare per la vittoria giocando ogni tre giorni, in varie competizioni, perché così è sempre stato, o quasi, se ti chiami Juventus. E anche la seguente affermazione appare semplicemente inaccettabile:” Noi dal 2019 non riusciamo a vincere su questo campo, è un dato e un fatto importante e significa che non è mai un campo facile”.

Una risposta che non ha bisogno di ulteriori commenti, nessuno ha mai pensato di andare al Maradona per fare una scampagnata, un altro conto però è dominare il primo tempo, passare in vantaggio, e poi dissolversi come un miraggio all’interno di una ripresa dove la Juve non è mai esistita; e le statistiche impietose narrano di un secondo tempo drammatico, con 0 tiri in porta e 0 pericoli creati. Thiago Motta è l’allenatore della Juve, a lui spetta trovare rimedi chiari, immediati, adeguati, sul terreno di gioco prima che sia troppo tardi, senza dimenticare che uno dei compiti apprezzati di un allenatore di calcio, passa anche per una comunicazione efficace e non riluttante ai quesiti. Che ci si augura sempre possa viaggiare, di pari passo, con le gesta espresse sul prato verde. Da parte di Motta si attendono parole, mosse, gesti e azioni che rechino stampigliato a fuoco il Dna della Juventus: il tempo è poco, serve reagire e muoversi molto, molto, in fretta, perchè la sirena dell’allarme rosso risuona forte ormai da parecchie settimane.