Dove finiscono i giocatori infortunati alla Juventus? Anche questa è colpa di Giuntoli? E Motta non può fare miracoli...
Inquadriamo subito il problema vero: essere costretti a novembre a presentarsi in casa del Milan e a Birmingham contro l'Aston Villa in Champions con non più di 14-15 giocatori di movimento esclusi i portieri è un rischio che un club come la Juventus non può permettersi. Tanto per fare un esempio, di fatto questa sera, se servisse, Motta potrebbe fare appena 3 cambi e quindi neanche permettere a chi è iper utilizzato di rifiatare, e il quadro non sarà molto diverso a Lecce domenica sera. Di chi sono le colpe? Sono un po' da dividere ma la cosa più folle che si possa dire è che è tutta colpa di Giuntoli.
La missione della scorsa estate era chiara, ma a quanto pare è necessario ricordarla ai più: Giuntoli propose a Elkann una mini-rivoluzione anticipata per provare a rendere la nuova Juventus competitiva ai massimi livelli il prima possibile, il che non significa sin da questa stagione. I modus operandi erano due possibili: uno prevedeva l'innesto di 2 giocatori importanti nella rosa della scorsa stagione cercando comunque di effettuare qualche cessione importante per rispettare l'unico dictat della società e cioè abbassare il monte ingaggi; la seconda alternativa (quella più rischiosa) era cambiare 8 giocatori almeno e creare così le basi su cui lavorare ad un livello da subito più alto. Missione, quest'ultima, estremamente complicata e rischiosa perché ad ogni acquisto doveva corrispondere una cessione e ad ogni nuovo arrivo doveva corrispondere un valore tecnico più alto, con età più bassa e ingaggio più contenuto. Ora vorrei tanto vedere come si sarebbero comportati i tanti ds da tastiera e divano davanti ad una missione simile da portare a compimento in due mesi. Giuntoli ha scelto questa strada e ha portato a Torino Koopmeiners, Douglas Luiz, Khephrem Thuram, Cabal, Nico Gonzalez, Conceicao, Kalulu e Di Gregorio; lasciando partire Soulé, Huijsen, Iling-Junior, Barrenechea, Chiesa, De Winter e Kaio Jorge, alleggerendo il monte ingaggi con le partenze a parametro zero di Alex Sandro e Rabiot. Il tutto in due mesi, un lavoro di tutto rispetto.
Un mercato, tuttavia, incompleto visto che partendo dalla difesa ci si è fermati sull'attacco e trascurare le condizioni di Milik (anche in prospettiva) è stato l'unico neo del mercato giuntoliano che si va ad aggiungere, a voler essere critici e giusti, la grande scommessa Nico che ad oggi non ha funzionato costando un prezzo alto. Qui si fermano i demeriti in mezzo ai tanti meriti di Giuntoli che con Motta ha fatto anche una scelta di ristrutturazione tattica senza allontanarsi troppo dalla mentalità risultatista e accorta di Allegri.
Tradotto: non è certo colpa di Giuntoli se a novembre ci sono stati già due gravi infortuni (Bremer e Cabal) e svariate problematiche muscolari. La vera domanda è: perché altrove si recuperano i giocatori infortunati in tempi relativamente brevi mentre alla Juventus sembrano sparire in un buco nero? E, siccome a questa domanda si aggiunge il silenzio assordante e inquietante della società sulle condizioni di giocatori cui è stata riscontrata lesione di basso grado o assenza di lesioni, non possiamo non mettere sul banco degli imputati lo staff medico bianconero. Certo è che se non ci sono sufficienti ricambi (soprattutto in attacco) è chiaro che con il grande minutaggio di Vlahovic il rischio di infortunio muscolare si amplifica ma per tutti gli altri né Motta né Giuntoli possono essere considerati responsabili anche se faranno tutti quadrato senza scaricare responsabilità evidenti.