Locatelli è diventato imprescindibile per Thiago Motta
La stagione in corso ha tutti i crismi per essere definita quella della rinascita. I primi tre mesi di Manuel Locatelli, agli ordini di Thiago Motta, sono stati molto positivi, e per qualcuno veramente sorprendenti, tanto da essere diventato una sorta di pedina imprescindibile per il centrocampo bianconero. Una produttività elevata che lo ha portato ad ogni gara a risultare tra i migliori per rendimento ed efficacia, e un raggio d’azione ampio, atto all’impostazione del gioco, coperture, lanci di lunga gittata, tackle in scivolata e recuperi, distinguendosi con vero profitto in entrambe le fasi. Anche i tifosi hanno cominciato ad osservare con occhi diversi le performance di Manuel, che nella prima amichevole estiva giocata allo Stadium, contro la Next Gen, era stato ingenerosamente fischiato per un passaggio sbagliato: fatto insensato per diversi motivi, a maggior ragione per l’acclarato presupposto che anche lui, come tutta la squadra, era in piena preparazione estiva e quindi imballato dai carichi di lavoro. Sotto l’ombrellone chi disegnava la mediana bianconera metteva il numero 5 bianconero sistematicamente in panchina, visti gli arrivi sontuosi che avrebbero dovuto impadronirsi e guidare il centrocampo della Juve, in questa nuova stagione. E invece è accaduto esattamente il contrario, con Locatelli che si è subito calato nel ruolo e nella mentalità richiesta da Motta, distinguendosi dapprima con prove incoraggianti, e poi di grande spessore, che gli sono valse la totale fiducia e le scelte del Mister italo brasiliano, che lo ha impiegato spessissimo e con grande costanza.
Incoronandolo, inoltre, come capitano nelle ultime due sfide di campionato contro Udinese e Torino e nell’ultimo match di Champions disputatosi a Lille, segno che per il Thiago Motta-pensiero, Locatelli in questo momento incarna le giuste e dovute caratteristiche per indossare la fascia, e rappresenta uno dei cardini inossidabili della mediana di Madama. Complice l’infortunio rimediato dal regista granata Ricci, nel derby subalpino, Manuel è stato richiamato in Nazionale da Spalletti per i prossimi impegni degli Azzurri, lui che mancava da ben otto mesi nelle convocazioni del ct. Era arrivato alla Juventus, sua squadra del cuore, gravato da un costo elevato che recitava per il suo cartellino il prezzo di 25 milioni più 12,5 di bonus. In lui tutti scorgevano la credibile colonna portante della mediana, invece le tre stagioni disputate con Allegri lo hanno visto preda di troppi alti e bassi, con una costanza minata da tanti fattori, deludendo, in parte, le altissime aspettative che il popolo bianconero aveva riposto in lui. Critiche esacerbate nei suoi confronti si erano levate da più parti, spesso giustamente, con un Locatelli che sembrava scivolato ai margini del progetto, ai minimi della fiducia: in estate aveva voluto fortemente restare, confidando nel nuovo corso di Thiago. E va sottolineato che, sino ad ora, ha avuto ragione lui. Locatelli ha giocato tutte le partite di campionato, all’infuori della gara di Marassi contro il Genoa, totalizzando 868 minuti con la maglia della Goeba e in Champions ha disputato 3 match su 4 (in panchina con il Lipsia) per un totale di 182 minuti spesi sul prato verde, insomma il mediano juventino è sempre stato in campo, segno che viene ritenuto un uomo-fulcro della squadra. L’accoppiata con Thuram in mezzo al campo funziona, anche lui cresciuto moltissimo dopo un inizio un po’ spaesato e macchinoso, e il duo italo-francese, con l’aggiunta del fondamentale Koopmeiners, si è preso la titolarità, anche complice il chiaro concetto che, dopo il grave infortunio di Bremer, a Madama servivano filtro e protezione nella fase difensiva, rispetto ad un’accoppiata come Fagioli-McKennie, dalle caratteristiche prettamente più offensive.
Manuel, lotta, corre, fa interdizione, distribuisce palloni, inventa, tampona retrocede, difende, marca, insomma un centrocampista totale che, certamente ha ancora necessità di crescere parecchio come d’altronde tutta la Juve, ma che in questo frangente della stagione, appare decisamente funzionale rispetto ai dettami e alle idee di calcio del neo Mister bianconero. Temporalmente, dalla sfida di S. Siro contro l’Inter, Locatelli ha disputato tutte gare intere fino al triplice fischio finale, inanellando buonissime prestazioni e fornendo la chiara idea di essere divenuto un perno inamovibile nelle scelte di formazione, interpretando al meglio alcuni dettami richiesti da Thiago Motta. Da ora in poi sarà fondamentale dare continuità al proprio operato, anche perchè dopo la sosta per le nazionali arriverà Milan-Juventus, una partita sentitissima che Manuel conosce molto, ma molto bene.