Sisto (vice ministro giustizia): "Caso ultras? Propongo una soluzione etica"
"Le regole ci sono, poi sussiste anche il buonsenso, un piano etico, oltre che quello giuridico. Se in alcune circostanze, prima del diritto, ci fosse l'etica, questo non sarebbe un cattivo passaggio. Il fenomeno degli ultras è delicato e basa le sue radici in dimostrazioni che spesso non sono proprio da educandi. Pertanto, è delle società il compito di educare il pubblico ed evitare delle tracimazioni che non fanno ovviamente onore né alla squadra, né allo sport". Francesco Sisto inagura in questa maniera il suo punto di vista sulle indagini relative ai rapporti di alcuni ultras dell'Inter e del Milan con la criminalità organizzata (CLICCA QUI PER LEGGERE LA NOTIZIA). Stando a quanto si può chiaramente intuire dalle dichiarazioni rilasciate a margine della presentazione della seconda edizione del Codice di Giustizia Sportiva FIGC, lo stadio deve diventare più "legale" e meno legato a contesti poco raccomandabili. Proprio in base a questa premessa, il vice ministro della giustizia italiana propone una soluzione di carattere etico tradotta nei termini che seguono.
"Soluzione "alla Thatcher"? Non penso ci sia una ricetta in grado di essere salvifica. la strutturazione di uno sport più etico, in certi luoghi, è lungo e richiede un gioco di squadra da parte di tutti i club. Probabilmente questa può essere una risoluzione: una sorta di comitato etico che possa permettere nel contesto delle proprie tifoserie un processo di rieducazione o di educazione".