La Juve che suda in allenamento non deve stupirci
Piedi per terra. Anzi, ben zavorrati per non rischiare che alla prima folata negativa si rimetta tutto in discussione. La Juve di Giuntoli, Motta e di chi dall'alto ne accetta le scelte, sta sradicando qualsivoglia collegamento col passato. Fuori dal campo, con scelte decisamente opposte, si rivede l'oculatezza nel non strapparsi i capelli per costringere qualcuno a venire o a restare alla Juve. In campo ce lo dimostra invece l'utile servizio narrante della giornata bianconera, col resoconto dei primi faticosissimi – e non ultimi – allenamenti alla Continassa. Cosa è cambiato insomma? Tanto, non ancora tutto quello che serviva. La stortura non è l'intensità di questa settimana di lavoro, quanto la netta differenza, di umore, disponibilità e stanchezza che si legge sui volti dei giocatori presenti.
Cambiamenti - Si è cominciato dal ripulire quegli uffici in cui stagnava un po' di immobilismo aziendale. E si è proseguito individuando quello che costa troppo: da chi ha i tacchetti sotto i piedi fino a chi era tenuto a non riscaldare solo la poltrona. Chiamasi taglio dei costi non necessari, quelli che nel corso dell'ultimo decennio non si erano tenuti sotto stretto controllo. Per un anno Giuntoli ha registrato tutto e adesso sta mettendo mano per rimettere a posto, non solo i conti, ma anche la struttura organizzativa del club e della squadra. Tutti per uno e uno per tutti. E a chi non piace si richiede la ricerca di validi acquirenti.
Doppia squadra – La Juve che non si poteva permettere di licenziare Allegri, lo ha fatto eccome. E anche risparmiando con il decreto “cravatta” costato caro al mister dopo la sfuriata di Coppa Italia. Da lì, e fino all'avvento di “Drago” Motta, ci eravamo dimenticati di avere quelle due squadre che senza eccessiva qualità servivano solo a fare numero e non gioco. Ora che il registro è cambiato, si guarda a cosa serve realmente senza più garantire il posto a nessuno. Ecco spuntare allora la due liste: quella che dovrà rovinare la festa alla favorita annunciata di questo campionato (io dico ancora Inter) e quell'altra dove sono stati inseriti tutti i depennati, ovvero gli stipendiati d'oro sul quale la Juve prova ora a fare pronta-cassa. Nella prima lista mancano solo più i dettagli delle ultime pedine (due o tre) che Giuntoli spera di poter consegnare a Motta al rientro dal ritiro in Germania: Koop, Todibo e l'esterno in grado di prendere il posto di Chiesa. Nell'altra lista gli undici che i tifosi dimenticheranno un attimo dopo la cessione. Partiamo dai silenziosi De Sciglio, Rugani e Kostic, passando da Arthur e finendo a Soulé e Chiesa più lontani che mai dalla Juventus. Senza dimenticare Rabiot, Mckennie e Milik che porteranno soldi per confermare quella strana idea di cambiare tutto quello che non si èi (voluto) cambiare anche solo un anno fa.
Facciamo intanto anche i complimenti alla Spagna, campione d'Europa per la quarta volta, e alla bellezza del suo calcio. E restiamo lontani dal capire quanto tempo serva anche a noi per giocare in quella maniera. Pazienza e piedi...per terra.