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Cos’hanno in comune Torino-Udinese e il caos rinvii? Campionato a 18, se non ora quandoTUTTO mercato WEB
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Oggi alle 08:23Serie A
di Ivan Cardia

Cos’hanno in comune Torino-Udinese e il caos rinvii? Campionato a 18, se non ora quando

Oggi la Serie A torna in campo, e c’è un filo rosso che annoda una delle quattro partite in programma nel pomeriggio con il caos rinvii degli ultimi giorni. Torino-Udinese si giocherà tra due squadre a 40 punti, a sei giornate dalla fine. Sono due squadre che - chiariamo: nessuno vuole sollevare dubbi, daranno sicuramente il massimo fino all’ultimo - non hanno più nulla da chiedere **al** campionato. E questo non da oggi, ma già da diverse giornate. Non sono le uniche: lo stesso discorso si potrebbe allargare a Genoa e Como. Merito loro essersi salvate in anticipo, ma di fatto con 540 minuti ancora da giocare, quattro squadre su venti non hanno più alcun obiettivo, nella stessa situazione di fatto c’è anche il Monza **già praticamente, anche se non aritmeticamente,** retrocesso.

Il rovescio della medaglia è che basta un nonnulla a scombussolare la gestione di un calendario ai limiti dell’impossibile, forse anche oltre. La morte del Papa è evidentemente un evento eccezionale, ma tutto sommato si trattava di spostare qualche partita di 24 ore, ed è successo di tutto: Inter-Roma ha fatto venire il mal di testa a chiunque si sia avvicinato al tema, la Lazio è sul piede di guerra e pure la Fiorentina non ha digerito la gestione. In stagione, peraltro, si registrano diversi precedenti - su tutti Bologna-Milan - in cui il buonsenso consigliava di non giocare, ma la necessità costringeva chi di dovere a mettere l’elmetto e difendere l’unica scelta possibile per non mandare a pallino la regolarità del campionato.


Il filo rosso è che, oggi, venti squadre in Serie A sono troppe. E che forse la riduzione a diciotto, sponsorizzata pubblicamente anche da Beppe Marotta nelle scorse settimane e di fatto gradita a quasi tutte le big, avrebbe ben più di un senso. Aumenterebbe competitività e imprevedibilità, ma renderebbe anche più gestibile il campionato. Sarebbe un passo indietro rispetto a Premier League e Liga? Sì, ma oggi siamo un passo indietro rispetto a questi due campionati, soprattutto alla Premier che può permettersi di avere una situazione a metà classifica ancora più “inutile” rispetto alla nostra, ma incassa così tanti soldi che non ha da porsi questi problemi. Immaginarsi in competizione con gli inglesi, o peggio ancora con la Champions League - lo stesso Marotta ha ricordato di recente la differenza tra arrivare ai quarti, 10 partite, e vincere uno scudetto, 38 partite - è un errore di sopravvalutazione che il massimo italiano non può davvero permettersi. Non sarebbe certo la panacea di tutti i mali, e il timore neanche troppo sottaciuto è che possa portare nell’immediato a guadagnare meno dai diritti TV (da 380 partite si scenderebbe a 306). Ma forse è il momento di prendere la rincorsa, più che di pensare di andare sempre avanti, e magari sbattere contro un muro.