
Un anno fa rave party a San Siro. L’ultimo derby di stagione il primo passo verso il sogno. Altro che Marotta League: Inter l’italiana meno aiutata di sempre in Europa
Un anno fa, di questi tempi, a San Siro si era appena concluso una specie di rave party. Il Meazza, dopo le 22.43 del 22 aprile 2024, si trasformava in una sorta di pista da ballo con musica techno, per coprire la festa nerazzurra. La seconda stella in casa dell’Inter: sembrava il massimo, e invece era solo l’inizio. O, almeno, chi vivrà vedrà.
Tra poche ore a San Siro si giocherà l’ultimo derby di una stagione, per l’Inter, non troppo fortunata nella stracittadina. Tutto sommato, dopo quello già citato, la squadra di Inzaghi è in credito nei confronti con il Milan per un bel po’ di tempo. Sta di fatto che rompere il digiuno non sarebbe niente male. Non fosse altro che rappresenterebbe il primo passo verso quel sogno chiamato triplete, che da qualche settimana ha smesso ufficialmente di essere una parola tabù anche ad Appiano Gentile.
Nel derby di Coppa Italia, il Milan si gioca praticamente tutto. A partire dalla faccia, in un’annata che rimarrà da buttare a prescindere dall’approdo in finale. Per l’Inter non ha questo peso specifico - e sarà un fattore da non sottovalutare - ma è la porta per l’obiettivo di Inzaghi e giocatori: vincere tutto.
Le ultime ore, tra viale della Liberazione e via Rosellini, sono state frenetiche. Inter-Roma è diventata un caso, e nel momento in cui si è ipotizzata la soluzione di giocare sabato alle 20.45 è subito partito il classico grido social, la Marotta League che, tutto sommato, diverte tanto anche il presidente nerazzurro, spesso chiamato in causa persino oltre le sue possibilità. Che l’Inter abbia fatto particolari pressioni per giocare sabato sera, per esempio, non è vero e lo dimostra il finale. Semmai, come raccolto da Christian Recalcati che de L’Interista è prestigiosa firma, non sarebbe dispiaciuta l’ipotesi del rinvio a data da destinarsi. Avrebbe avuto un senso - ci arriviamo - ma probabilmente entrambe le soluzioni avrebbero riacceso vecchie polemiche. Alla fine, in una giornata molto convulsa, ha prevalso la soluzione oggettivamente più sensata in un momento fuori dai canoni come può essere quello della morte del Pontefice: l’Inter ha rifiutato di giocare sabato, anche per rispettare il lutto e onorare la memoria di Papa Francesco, si giocherà domenica alle 15.
C’è un dato, però. Mai una squadra italiana aveva giocato la domenica prima di una semifinale europea. È la prima volta, e accadrà all’Inter, che a ogni piè sospinto viene considerata in grado di condizionare le sorti del campionato italiano. È un dato di fatto, forse converrebbe ricordarlo.







