
Da 3-0 a 3-3, per l'Italia impresa solo sfiorata. Ora c'è Haaland (ma quel rigore c'era...)
L'Italia saluta la Nations League ai quarti di finale a seguito del doppio confronto con la Germania e dovrà avere la meglio della Norvegia di Haaland per staccare il pass per la prossima Coppa del Mondo. Dopo l'1-2 di San Siro, la Nazionale s'è presentata a Dortmund con un 3-5-2 più difensivo che non ha prodotto i risultati sperati. Tutt'altro: nel primo tempo i padroni di casa hanno fatto il bello e il cattivo tempo e all'intervallo erano avanti 3-0.
Nella ripresa gli azzurri hanno avuto una fantastica reazione e, complice anche una Germania decisamente più disattenta, hanno rimontato lo svantaggio e a tempo scaduto hanno realizzato il 3-3 con Giacomo Raspadori dal dischetto.
Nel secondo tempo l'Italia trascinata da Kean e con un assetto più offensivo ha davvero sperato di ribaltare il punteggio e per questo motivo fa discutere la decisione di Marciniak di revocare il rigore inizialmente concesso al 75esimo a seguito dell'intervento di Schlotterbeck su Di Lorenzo. "Di Lorenzo va a contatto con il difensore. Entrambi vanno sul pallone, forse il giocatore della Germania sfiora il pallone ma non vuol dire niente. La gamba sinistra colpisce la caviglia destra del terzino del Napoli: questo è calcio di rigore. Il VAR interviene perché? Non è un chiaro errore, non evidenzia nessuna errata valutazione dell'arbitro. Ognuno può dire: questo rigore può starci o può non starci, ma il VAR non può richiamare il direttore di gara", ha dichiarato nel post-gara l'ex arbitro Bergonzi.
Questa invece l'analisi sulla partita di Luciano Spalletti in conferenza stampa: "Diventa sempre scomodo per un allenatore vedere che i propri calciatori non frequentano la partita o quel luogo che è il campo durante la partita come se fosse la gioia più bella che gli viene messa davanti, è quello poi che fa la differenza. Se si soffre di aver paura si soffre già prima che capiti ciò che determina. Abbiamo fatto di tutto per metterli a proprio agio e non c'entra il timore caratteriale: abbiamo sbagliato troppi palloni in uscita, troppe pulizie che si potevano fare meglio. Il secondo gol preso in quel modo su calcio d'angolo ci ha ucciso, potevamo evitarlo perché era una cosa facile da difendere. Detto ciò, io sono sempre coi calciatori e sempre dalla loro parte, anche se qualche volta si viene a dire anche qualcosa di giusto".
Nella ripresa gli azzurri hanno avuto una fantastica reazione e, complice anche una Germania decisamente più disattenta, hanno rimontato lo svantaggio e a tempo scaduto hanno realizzato il 3-3 con Giacomo Raspadori dal dischetto.
Nel secondo tempo l'Italia trascinata da Kean e con un assetto più offensivo ha davvero sperato di ribaltare il punteggio e per questo motivo fa discutere la decisione di Marciniak di revocare il rigore inizialmente concesso al 75esimo a seguito dell'intervento di Schlotterbeck su Di Lorenzo. "Di Lorenzo va a contatto con il difensore. Entrambi vanno sul pallone, forse il giocatore della Germania sfiora il pallone ma non vuol dire niente. La gamba sinistra colpisce la caviglia destra del terzino del Napoli: questo è calcio di rigore. Il VAR interviene perché? Non è un chiaro errore, non evidenzia nessuna errata valutazione dell'arbitro. Ognuno può dire: questo rigore può starci o può non starci, ma il VAR non può richiamare il direttore di gara", ha dichiarato nel post-gara l'ex arbitro Bergonzi.
Questa invece l'analisi sulla partita di Luciano Spalletti in conferenza stampa: "Diventa sempre scomodo per un allenatore vedere che i propri calciatori non frequentano la partita o quel luogo che è il campo durante la partita come se fosse la gioia più bella che gli viene messa davanti, è quello poi che fa la differenza. Se si soffre di aver paura si soffre già prima che capiti ciò che determina. Abbiamo fatto di tutto per metterli a proprio agio e non c'entra il timore caratteriale: abbiamo sbagliato troppi palloni in uscita, troppe pulizie che si potevano fare meglio. Il secondo gol preso in quel modo su calcio d'angolo ci ha ucciso, potevamo evitarlo perché era una cosa facile da difendere. Detto ciò, io sono sempre coi calciatori e sempre dalla loro parte, anche se qualche volta si viene a dire anche qualcosa di giusto".
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