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1 febbraio 1976, l'ultima partita di Gigi Riva. Infortunandosi contro il Milan
L'1 di febbraio del 1976, al Sant'Elia di Cagliari, i padroni di casa ospitano il Milan. In campo c'è Gigi Riva, che rincorre Aldo Bet per cercare di togliergli il pallone. Un urlo e Riva cade a terra, tenendosi la coscia destra. La situazione non appare semplice perché non è stato nemmeno sfiorato, mentre lo stadio si ammutolisce.
Dopo 13 stagioni, 370 partite e 207 gol con il Cagliari - più 42 partite e 35 reti in nazionale - Gigi Riva smette con il calcio giocato. "Correvo verso il pallone - spiegò alla Nuova Sardegna - poi ho sentito come una staffilata, un dolore fortissimo. Un male cane. Lacerazione dell’adduttore della coscia destra. Non mi potevo muovere. Fu una brutta sensazione. Capii che almeno per quella stagione non avrei più giocato. E francamente ero molto dispiaciuto per la squadra. Eravamo ultimi in classifica, ma io speravo ancora di poter raddrizzare insieme ai compagni la situazione. In fondo eravamo alla fine del girone d’andata e potevamo ancora risalire la china. Invece".
Il Cagliari retrocederà, all'ultimo posto in classifica. Ma Riva pensava di tornare a giocare. "Sì, pensavo di poter dare una mano per far tornare il Cagliari in serie A. Magari concludere la mia carriera in rossoblù nello stesso modo in cui l’avevo iniziata: vincendo il campionato di serie B. Andai al ritiro, cominciai ad allenarmi con il gruppo. Una bella squadra, c’erano Virdis e Piras, e ancora Bellini e Quagliozzi e altri. Ma io non mi trovai in sintonia con l’allenatore Toneatto. Aveva dei metodi che non mi piacevano, trattava male i giocatori, diceva le parolacce. Insomma, dopo qualche giorno di ritiro ho salutato la compagnia e me ne sono andato".
Dopo 13 stagioni, 370 partite e 207 gol con il Cagliari - più 42 partite e 35 reti in nazionale - Gigi Riva smette con il calcio giocato. "Correvo verso il pallone - spiegò alla Nuova Sardegna - poi ho sentito come una staffilata, un dolore fortissimo. Un male cane. Lacerazione dell’adduttore della coscia destra. Non mi potevo muovere. Fu una brutta sensazione. Capii che almeno per quella stagione non avrei più giocato. E francamente ero molto dispiaciuto per la squadra. Eravamo ultimi in classifica, ma io speravo ancora di poter raddrizzare insieme ai compagni la situazione. In fondo eravamo alla fine del girone d’andata e potevamo ancora risalire la china. Invece".
Il Cagliari retrocederà, all'ultimo posto in classifica. Ma Riva pensava di tornare a giocare. "Sì, pensavo di poter dare una mano per far tornare il Cagliari in serie A. Magari concludere la mia carriera in rossoblù nello stesso modo in cui l’avevo iniziata: vincendo il campionato di serie B. Andai al ritiro, cominciai ad allenarmi con il gruppo. Una bella squadra, c’erano Virdis e Piras, e ancora Bellini e Quagliozzi e altri. Ma io non mi trovai in sintonia con l’allenatore Toneatto. Aveva dei metodi che non mi piacevano, trattava male i giocatori, diceva le parolacce. Insomma, dopo qualche giorno di ritiro ho salutato la compagnia e me ne sono andato".
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