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I troppi shottini, la Milano by night, ora l'arresto. Nainggolan, perché nessuno è sorpreso?
C'è probabilmente una notte che più di tutte le altre segna l'inizio del declino della carriera di Radja Nainggolan. Una carriera costantemente fuori le righe, forse troppo umana. Fatta di rapide galoppate, ma anche di difetti mai perdonati perché per tutti il calciatore è innanzitutto un esempio. Uno stile di vita ben definito. E' la prima notte del 2018, quella di Capodanno. Il belga in quel momento è uno dei calciatori più forti della Roma e a emergere sui social sono tutta una serie di video in cui il Ninja beve, fuma e bestemmia. Apriti cielo...
Non fu quello il primo comportamento fuori le righe. Di quell'episodio e di tanti altri Radja dirà che: "Un calciatore può fumare anche se non fa un lavoro normale. Se ti nascondi per una cosa, vuol dire che ne hai altre da nascondere. Io non ragiono così". Ma probabilmente fu quella la goccia che fece traboccare il vaso. Il momento in cui Monchi, da poco insidiatosi come direttore sportivo giallorosso, capì che il gruppo era più importante dei pericolosi colpi di testa del singolo. Anche se il singolo era Radja Nainggolan.
Monchi lo vendette l'estate successiva: per darlo via senza dover fare i conti con i mugugni di una tifoseria legatissima al suo Ninja avallò una delle operazioni di calciomercato più sciagurate fatte dalla Roma negli ultimi anni: il ritorno in Italia di Javier Pastore.
Nainggolan si trasferì all'Inter su espressa richiesta di Luciano Spalletti. L'insediamento fu in linea col personaggio, alla prima intervista disse che era più triste per l'addio alla Roma che per il suo approdo all'Inter. Ma poi a Milano s'è ambientato rapidamente, soprattutto nella Milano by night. Nainggolan all'Inter è durato una stagione, fino alla fine dell'avventura di Spalletti. Un anno dopo con l'approdo di Conte era già fuori dal progetto. "Ma con lui il rapporto è stato ottimo perché con me le persone schiette e dirette sono le più rispettate. Si dice sempre che se uno non gioca è per colpa dell'allenatore, invece lui con me è stato correttissimo".
Finita l'avventura all'Inter Nainggolan ha provato a rilanciarsi più volte. Il ritorno nella sua Cagliari, il ritorno nella sua Anversa, il ritorno dal suo Daniele De Rossi. Non c'è mai riuscito. Il Ninja negli anni s'è perso tra i fumi di un alcool che a vent'anni digerisci senza colpo ferire ma a trenta non ti perdona. "Sabatini dice che è stato capace di bere otto shottini tutti insieme. E' vero? L’ho chiamato e gli ho detto che otto sono pochi, ne bevo anche 20 - disse Nainggolan un po' di tempo fa -. Ma poi vado in campo lo stesso. Lui mi vuole bene, mi ha sempre consigliato di avere una vita più tranquilla. Pensa che avrei avuto una carriera migliore. Ma non sono d’accordo, in campo ho dato il massimo".
Chissà se avrebbe avuto una carriera migliore. Probabilmente sì, sicuramente una vita più tranquilla. Una vita a cui adesso si aggiunge un altro capitolo, un altro colpo basso: questa mattina - meno di una settimana dopo la firma col Lokeren - è stato arrestato dalla polizia di Bruxelles nell'ambito di un'indagine sull'importazione di cocaina dal Sud America verso l'Europa. Le indagini e gli interrogatori sono in corso, al momento nessuno può dire a che titolo e in che modo Nainggolan sarebbe coinvolto. Ma la prima reazione sui social, tra i tifosi, non è di sorpresa. Tutt'altro. Perché la vita di Nainggolan è sempre stata così, sopra le righe. Nata in condizioni di povertà e poi vissuta nell'eccesso. Non ci resta che seguire questo nuovo capitolo...
Non fu quello il primo comportamento fuori le righe. Di quell'episodio e di tanti altri Radja dirà che: "Un calciatore può fumare anche se non fa un lavoro normale. Se ti nascondi per una cosa, vuol dire che ne hai altre da nascondere. Io non ragiono così". Ma probabilmente fu quella la goccia che fece traboccare il vaso. Il momento in cui Monchi, da poco insidiatosi come direttore sportivo giallorosso, capì che il gruppo era più importante dei pericolosi colpi di testa del singolo. Anche se il singolo era Radja Nainggolan.
Monchi lo vendette l'estate successiva: per darlo via senza dover fare i conti con i mugugni di una tifoseria legatissima al suo Ninja avallò una delle operazioni di calciomercato più sciagurate fatte dalla Roma negli ultimi anni: il ritorno in Italia di Javier Pastore.
Nainggolan si trasferì all'Inter su espressa richiesta di Luciano Spalletti. L'insediamento fu in linea col personaggio, alla prima intervista disse che era più triste per l'addio alla Roma che per il suo approdo all'Inter. Ma poi a Milano s'è ambientato rapidamente, soprattutto nella Milano by night. Nainggolan all'Inter è durato una stagione, fino alla fine dell'avventura di Spalletti. Un anno dopo con l'approdo di Conte era già fuori dal progetto. "Ma con lui il rapporto è stato ottimo perché con me le persone schiette e dirette sono le più rispettate. Si dice sempre che se uno non gioca è per colpa dell'allenatore, invece lui con me è stato correttissimo".
Finita l'avventura all'Inter Nainggolan ha provato a rilanciarsi più volte. Il ritorno nella sua Cagliari, il ritorno nella sua Anversa, il ritorno dal suo Daniele De Rossi. Non c'è mai riuscito. Il Ninja negli anni s'è perso tra i fumi di un alcool che a vent'anni digerisci senza colpo ferire ma a trenta non ti perdona. "Sabatini dice che è stato capace di bere otto shottini tutti insieme. E' vero? L’ho chiamato e gli ho detto che otto sono pochi, ne bevo anche 20 - disse Nainggolan un po' di tempo fa -. Ma poi vado in campo lo stesso. Lui mi vuole bene, mi ha sempre consigliato di avere una vita più tranquilla. Pensa che avrei avuto una carriera migliore. Ma non sono d’accordo, in campo ho dato il massimo".
Chissà se avrebbe avuto una carriera migliore. Probabilmente sì, sicuramente una vita più tranquilla. Una vita a cui adesso si aggiunge un altro capitolo, un altro colpo basso: questa mattina - meno di una settimana dopo la firma col Lokeren - è stato arrestato dalla polizia di Bruxelles nell'ambito di un'indagine sull'importazione di cocaina dal Sud America verso l'Europa. Le indagini e gli interrogatori sono in corso, al momento nessuno può dire a che titolo e in che modo Nainggolan sarebbe coinvolto. Ma la prima reazione sui social, tra i tifosi, non è di sorpresa. Tutt'altro. Perché la vita di Nainggolan è sempre stata così, sopra le righe. Nata in condizioni di povertà e poi vissuta nell'eccesso. Non ci resta che seguire questo nuovo capitolo...
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