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L’Inter torna subito a vincere, Inzaghi col fiato sul collo di Conte. La Fiorentina riparte dai nuoviTUTTO mercato WEB
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Oggi alle 00:52I fatti del giorno
di Ivan Cardia

L’Inter torna subito a vincere, Inzaghi col fiato sul collo di Conte. La Fiorentina riparte dai nuovi

Quattro giorni e il mondo dell’Inter cambia. Chiamati a riscattare l’inatteso ko per 3-0 maturato al Franchi giovedì scorso, i nerazzurri sfoderano una prestazione più di carattere che di classe, superando la Fiorentina nel ritorno: a San Siro finisce 2-1 una gara elettrica, che consente alla squadra campione d’Italia in carica di portarsi a meno uno in classifica dal Napoli capolista.

Torna Acerbi, brilla Carlos, i nuovi viola. L’Inter ritrova vecchie certezze, a partire da Francesco Acerbi, titolare 79 giorni dopo l’ultima volta e capace di fermare l’inarrestabile Moise Kean: 7 al difensore, 5 all’attaccante. I nerazzurri riscoprono anche il gol di Marko Arnautovic e la verve di Carlos Augusto, tra i migliori in campo. I viola si godono i frutti del mercato: dopo una formazione praticamente identica a quella del Franchi, nella ripresa entrano Fagioli & Co. La strada è segnata, se porterà alla Champions lo dirà solo il campo.


Le parole di Inzaghi e Palladino. Entrambi se la prendono col VAR, sotto accusa dopo un weekend nero per la classe arbitrale. Simone Inzaghi si toglie anche qualche sassolino, dopo il classico funerale celebrato all’indomani della (pesante) sconfitta in terra fiorentina: “Questa volta sono stato contento che si parlasse solo ed esclusivamente di Inzaghi, volevo che i ragazzi stessero tranquillo - ha detto in conferenza stampa -. Io ai ragazzi devo tanto, non avevo dubbi che si parlasse solo di me: sono l'allenatore e questo mi ha tranquillizzato per la partita di stasera, i ragazzi li ho visti bene e sereni". Raffaele Palladino ha spiegato così le scelte iniziali: “Le ho fatte per meritocrazia. Credo che giovedì i ragazzi abbiano fatto un capolavoro e non era facile: chi ho messo in campo ha dato tutto - le parole in sala stampa -. MI sono chiesto se fosse giusto cambiare, ma ho scelto di no: chi ha giocato meritava di giocare nuovamente a San Siro contro una grande squadra. Io do importanza alla meritocrazia".