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Morata come Higuain. Sei mesi al Milan senza riuscire a incidere (più di tanto)
Alvaro Morata, quest'estate, era arrivato al Milan con tante speranze. Capitano della Spagna, da Campione d'Europa, dopo gli anni alla Juventus poteva essere considerato come l'attaccante principale, pur non avendo mai fatto tantissimi gol: solo quelli davvero pesanti che ti fanno vincere le competizioni - o ti portano vicino, alle finali per intenderci - ma non è mai stato il realizzatore da venti reti in un anno.
Diversamente da Higuain che, però, ha condiviso il suo percorso. Sei mesi di prestito anche per lui, non trovando il bandolo della matassa, poi la cessione al Chelsea. In questo le due operazioni si assomigliano molto, almeno come finale, forse anche un po' deludente. Ma non tutte le ciambelle, pur gustose alle volte, riescono con il buco.
Queste le sue prime parole da attaccante del club turco."Sono davvero entusiasta. È servito un grande sforzo per portarmi qui. Per la prima volta, il club è venuto a Milano per incontrarmi, e voglio ringraziare di cuore il presidente Abdullah Bey e George Gardi per aver reso possibile un’operazione così complessa. Sono fiero di essere qui: il Galatasaray è probabilmente l’unico motivo per cui ho scelto di venire in Turchia. Non vedo l’ora di indossare questa maglia e regalare ai tifosi momenti di gioia. Sono qui per dare tutto me stesso. Ho già avuto modo di giocare a Istanbul e nel nostro stadio in passato, quindi so bene che tipo di tifosi ci sono. Hanno iniziato a farmi sentire il loro affetto ancora prima del mio arrivo, e questo mi motiva ancora di più. Non vedo l’ora di scendere in campo e contribuire al successo della squadra”.
Diversamente da Higuain che, però, ha condiviso il suo percorso. Sei mesi di prestito anche per lui, non trovando il bandolo della matassa, poi la cessione al Chelsea. In questo le due operazioni si assomigliano molto, almeno come finale, forse anche un po' deludente. Ma non tutte le ciambelle, pur gustose alle volte, riescono con il buco.
Queste le sue prime parole da attaccante del club turco."Sono davvero entusiasta. È servito un grande sforzo per portarmi qui. Per la prima volta, il club è venuto a Milano per incontrarmi, e voglio ringraziare di cuore il presidente Abdullah Bey e George Gardi per aver reso possibile un’operazione così complessa. Sono fiero di essere qui: il Galatasaray è probabilmente l’unico motivo per cui ho scelto di venire in Turchia. Non vedo l’ora di indossare questa maglia e regalare ai tifosi momenti di gioia. Sono qui per dare tutto me stesso. Ho già avuto modo di giocare a Istanbul e nel nostro stadio in passato, quindi so bene che tipo di tifosi ci sono. Hanno iniziato a farmi sentire il loro affetto ancora prima del mio arrivo, e questo mi motiva ancora di più. Non vedo l’ora di scendere in campo e contribuire al successo della squadra”.
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