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I rinnovi lunghissimi nel calcio non hanno senso. Perché rinnovare 10 anni a Haaland?TUTTO mercato WEB
© foto di www.imagephotoagency.it
Oggi alle 08:00Serie A
di Andrea Losapio

I rinnovi lunghissimi nel calcio non hanno senso. Perché rinnovare 10 anni a Haaland?

Il rinnovo di Erling Haaland fino al 30 giugno del 2034 ha un senso? Nel calcio è successo spesso di maxi prolungamenti, quasi mai andati a segno. O meglio, magari inizialmente hanno avuto un sollievo benefico, un modo per remunerare e soddisfare un certo tipo di bisogno. A lungo andare però rischia di essere una prigione dorata. Perché Haaland fra tre anni sarà lo stesso? E fra cinque? Sette? La realtà è che è un modo per farsi pubblicità e per cercare di blindare una situazione che rischierebbe di diventare complicata. Il norvegese è sicuramente il miglior centravanti del mondo, ma nel calcio le cose cambiano in tre o quattro mesi. Pensate se il Milan, nel 2003, avesse blindato Shevchenko fino al 2012. Benissimo fino al 2006, poi una parabola di totale discesa. Eppure era un campione, uno dei migliori della sua epoca.

Per rimanere alla Premier, c'è Alan Pardew. Nel 2012 aveva rinnovato fino al 2020. E nel 2014 è arrivato l'esonero, con Pardew finito poi al Crystal Palace, al WBA, al CSKA Sofia e all'Aris di Salonicco. Insomma, i rinnovi lunghissimi non portano bene. Magari Haaland farà eccezione.


Queste le parole di Pep Guardiola sul rinnovo del norvegese. "È la fiducia del club verso Erling. Il club sa perfettamente quanto sia professionale. Il suo impegno ogni giorno e in ogni partita per mostrare il suo talento. E da parte sua, perché in dieci anni non sappiamo mai cosa accadrà, è un periodo lungo. Sempre in una carriera breve, ciò che deve succedere... succede. Ha dimostrato ciò che voleva. E ha fiducia nel club. Penso che lui ami il club, le persone che ha intorno, la Premier League. Ama essere qui e credo che abbia visualizzato che non c'è posto migliore in cui potrebbe essere in questo momento o nei prossimi dieci anni, direi".