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17 gennaio 1999, l'abbagliante tacco di Mancini contro Buffon. Uno dei più belli della A
Il 17 gennaio del 1999, allo stadio Tardini di Parma, come ospite c'è la Lazio. Una gara di altissima classifica, perché le due squadre erano infarcite di campionissimi, da una parte e dall'altra. Nella stagione precedente i biancocelesti arrivarono alla finale UEFA contro l'Inter di Ronaldo, vincendo poi nella stagione successiva la Coppa delle Coppe, battendo il Maiorca per due a uno. Invece i ducali sono ancora in Coppa UEFA e arriveranno alla finalissima contro l'Olympique Marsiglia di Mosca, in Russia, con un 3-0 che non ammette repliche. È l'ultima Coppa UEFA vinta da una squadra italiana, con l'Atalanta che è riuscita a vincere la discendente Europa League solamente venticinque anni più tardi.
Nel Parma ci sono Buffon, Thuram e Cannavaro. Dall'altra parte Nesta, Stankovic, Vieri e Mancini. Basterebbero questi nomi per percepire la forza di una e dell'altra formazione, ma non è così semplice da dipingere. Il primo tempo, senza emozioni, scivola via sullo zero a zero. Poi nella ripresa Sartor causa un calcio di rigore che Salas trasforma, portando in vantaggio la Lazio. Poco dopo è Crespo - che non sa ancora che andrà proprio nella capitale qualche mese dopo - che insacca un campanile di Fuser e un ponte di Chiesa.
A metà secondo tempo la serata, glaciale, diventa caldissima. Perché Mihajlovic calcia dalla bandierina, basso, con Roberto Mancini che anticipa tutti e di tacco la spedisce all'incrocio. Buffon non può fare nulla, è l'1-2 parziale che apre poi al terzo gol di Vieri. "A dire il vero mi è venuto tutto naturale. In allenamento ne ho fatti diversi del genere, non mi sono perfettamente reso conto di quanto sono riuscito a compiere. Dovrò rivederlo", dirà l'ex commissario tecnico a fine gara.
Nel Parma ci sono Buffon, Thuram e Cannavaro. Dall'altra parte Nesta, Stankovic, Vieri e Mancini. Basterebbero questi nomi per percepire la forza di una e dell'altra formazione, ma non è così semplice da dipingere. Il primo tempo, senza emozioni, scivola via sullo zero a zero. Poi nella ripresa Sartor causa un calcio di rigore che Salas trasforma, portando in vantaggio la Lazio. Poco dopo è Crespo - che non sa ancora che andrà proprio nella capitale qualche mese dopo - che insacca un campanile di Fuser e un ponte di Chiesa.
A metà secondo tempo la serata, glaciale, diventa caldissima. Perché Mihajlovic calcia dalla bandierina, basso, con Roberto Mancini che anticipa tutti e di tacco la spedisce all'incrocio. Buffon non può fare nulla, è l'1-2 parziale che apre poi al terzo gol di Vieri. "A dire il vero mi è venuto tutto naturale. In allenamento ne ho fatti diversi del genere, non mi sono perfettamente reso conto di quanto sono riuscito a compiere. Dovrò rivederlo", dirà l'ex commissario tecnico a fine gara.
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