Menu Serie ASerie BSerie CCalcio EsteroFormazioniCalendariScommessePronostici
Eventi LiveCalciomercato H24MobileNetworkRedazioneContatti
Canali Serie A atalantabolognacagliaricomoempolifiorentinagenoahellas veronainterjuventuslazioleccemilanmonzanapoliparmaromatorinoudinesevenezia
Canali altre squadre ascoliavellinobaribeneventobresciacasertanacesenafrosinonelatinalivornonocerinapalermoperugiapescarapordenonepotenzaregginasalernitanasampdoriasassuoloturris
Altri canali euro 2024serie bserie cchampions leaguefantacalcionazionalipodcaststatistichestazione di sosta
tmw / inter / News
Jacobelli: "Inzaghi Re Mida dell'Inter, è uno dei migliori tecnici al mondo"TUTTO mercato WEB
domenica 20 aprile 2025, 13:11News
di Marco Corradi
per Linterista.it

Jacobelli: "Inzaghi Re Mida dell'Inter, è uno dei migliori tecnici al mondo"

Nel suo editoriale per Tuttosport, Xavier Jacobelli racconta così il momento dell'Inter e la crescita nerazzurra con Simone Inzaghi: "Simone Inzaghi è un uomo di parola. Il 30 settembre 2022, interpellato sulle sue prospettive interiste, il successore di Antonio Conte afferma: «Dove alleno io, le società aumentano i ricavi, dimezzano i passivi e vincono i trofei». Bum, esclamano subito saccentoni sputasentenze e tastieristi della critica un tanto al chilo. Ma lui, niente. Fa spallucce. Getta le fondamenta "di una squadra fantastica. Ciò che ha fatto il suo allenatore negli ultimi anni è stato incredibile" (Hansi Flick, allenatore del Barcellona: si vedranno il 30 aprile al Montjuic e il 6 maggio a San Siro). E Vincent Kompany, subito dopo l’eliminazione del Bayern dalla Champions: "Congratulazioni all’Inter, squadra fortissima, guidata da un tecnico eccezionale".

Intanto, Beppe Marotta e Oaktree fanno di conto e scoprono quanto fossero vere quelle parole pronunciate l’ultimo giorno di settembre di tre anni fa. In Viale della Liberazione, negli occhi dei contabili brillano i 10 milioni 61mila 474 euro del secondo incasso di sempre; i soli premi Uefa di questa campagna europea hanno già fruttato 113,5 milioni di euro e, all’orizzonte di fine stagione si profila il secondo risultato operativo in utile. Una prospettiva entusiasmante per il club che, quando arrivò Simone, aveva il presidente confinato in Cina, la proprietà sotto scacco di Pechino, un bilancio che definire preoccupante era un faticoso esercizio d’equilibrio su un filo teso fra la Madonnina e il Bosco Verticale. La verità è che si scrive Inzaghi, ma si legge Re Mida.

In quattro annate di Champions sotto la guida del quarantanovenne signore piacentino, è stato calcolato che quasi 350 milioni di euro siano entrati nelle casse interiste, pilastri del circolo virtuoso imboccato risanando i conti. L’Effetto Simone si riverbera sulla tifoseria: non smette di stropicciarsi gli occhi e di riempire il Meazza. In questa stagione, sinora la media è stata di 73 mila presenze a partita; fra campionato e coppe, sugli spalti si sono affollati 1 milione 625 mila 200 spettatori; nella semifinale con il Barça non entrerà nemmeno uno spillo. Nel giorno in cui l’Inter si ripresenta a Bologna per scacciare i fantasmi di quando si giocò lo scudetto tre anni fa, per capire quanto Simone renda l’Inter felice come una Pasqua ci sono la qualità del gioco e dei suoi interpreti.

L’allenatore li ha affinati grazie anche alla capacità di ottimizzare le fatiche di un gruppo che, gara odierna compresa, è al settimo impegno in ventuno giorni e, non facendosi mancare nulla nell’aprile di ferro, il 23 affronterà il Milan nel derby di ritorno in Coppa Italia; il 26 riceverà la Roma e il 30 andrà a Barcellona. Salute. La verità è che, nell’anno di grazia 2025, Inzaghi si propone come uno dei migliori in assoluto, simbolo di una nuova gerarchia delle panchine mentre Klopp ha cambiato mestiere, Guardiola è andato in crisi e Ancelotti è sulla graticola a Madrid, dove non lo rimpiangeranno mai abbastanza. Inzaghi è un vanto dell’Inter e della scuola tecnica di Coverciano, un motivo di orgoglio del nostro calcio in campo internazionale. Si è arrampicato sulla storia nerazzurra con le due semifinali di Champions guadagnate nella scia di Helenio Herrera che, in materia, piazzò un poker storico.

E tuttavia, perché porre limiti all’allenatore chiamato Demone? Secondo l’intelligenza artificiale, è stato ribattezzato così da quella volta che fulminò Chiesa con lo sguardo, per via di una rimessa laterale contesa durante Juve-Inter, nonché a causa delle movenze scatenate, aduse spingerlo più dentro che fuori dal campo. Oppure, perché Simone ne sa proprio una più del diavolo quanto a invenzioni tattiche. A cominciare da Calhanoglu regista e, in ordine di tempo, su su fino ai 20 lanci lunghi di Sommer per neutralizzare il pressing del Bayern o agli undici di Bastoni, sempre spiazzando i tedeschi. E pensare che tre anni fa, dopo Bologna e pure in seguito, Simone è stato bersaglio di critiche improvvide e ingenerose, partorite anche dal fuoco amico. Un giorno gli chiesero: «Che cavallo è l’Inter?». Rispose: «Non m’intendo di ippica». Ma sapeva che i cavalli si vedono al traguardo. Appunto".